(Financial Times, Claire Jones, Amelia Pollard e Joseph Cotterill, 1 novembre 2025)
Cinque citazioni chiave
1. Hanke rivela che funzionari del Tesoro e della Casa Bianca hanno discusso con lui per promuovere la dollarizzazione come politica seria per contrastare l’erosione del dominio del dollaro da parte della Cina: “Questa è una politica che stanno prendendo molto sul serio, ma è in corso. Non sono state prese decisioni finali”.
2. Hanke descrive come una personalità politica della Casa Bianca abbia espresso preoccupazioni per la spinta cinese a ridurre l’uso del dollaro nei pagamenti transfrontalieri, legandolo all’interesse per stablecoin in dollari: “[La personalità politica] ha reso chiaro ciò che era già chiaro per me: c’era un gruppo in alto nell’amministrazione che era interessato a rafforzare il ruolo internazionale del dollaro […] nello stesso spazio della spinta dell’amministrazione per un uso più ampio di stablecoin supportati dal dollaro”.
3. Un portavoce della Casa Bianca conferma incontri con Hanke ma chiarisce che non riflettono posizioni ufficiale, ribadendo l’impegno di Trump per la forza del dollaro: “Il presidente Trump ha ripetutamente affermato il suo impegno a mantenere la forza e il potere del dollaro. Come fa su molti altri temi di importanza nazionale, l’amministrazione cerca regolarmente approfondimenti da esperti esterni su questa priorità presidenziale”.
4. Hanke elenca Argentina come candidata ideale per la dollarizzazione, insieme ad altri paesi in crisi valutaria, per interrompere cicli di instabilità: “Credevo che il paese latinoamericano sarebbe stato uno dei candidati ovvi per la politica, insieme a Libano, Pakistan, Ghana, Turchia, Egitto, Venezuela e Zimbabwe”.
5. Newman sostiene che solo la dollarizzazione può rompere il ciclo argentino di fughe di capitali, altrimenti i dollari iniettati svaniscono tra oligarchi e conti offshore: “È quello che deve accadere se si vuole rompere il ciclo. Altrimenti ogni volta che si mettono dollari nell’economia vengono risucchiati dall’oligarchia e da tutti quelli che hanno un conto bancario offshore”.
(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)







