skip to Main Content

Banche Regionali

Vi spiego cause e conseguenze del fallimento di Silicon Valley Bank

La crisi di Silicon Valley Bank non è stata una crisi di liquidità, ma una crisi di valutazione. Il commento di Alberto Franceschini Weiss, presidente della società di consulenza in finanza strategica Ambromobiliare

 

Il fallimento della Silicon Valley Bank e le notizie che la riguardano indicano che non sarà un caso isolato: secondo Moody’s, i correntisti subiranno una perdita (in gergo haircut) del 10-20% sui depositi non assicurati, mentre i bond senior forse riceveranno il 35%.

In tanti si stanno chiedendo come sia stato possibile che una banca che dichiarava di avere un cd tier 1 (cioè un rapporto tra patrimonio della banca e la somma di finanziamenti concessi e obbligazioni detenute con rating inferiore a 3A) superiore al 15% (quando le regole internazionali prevedono un minimo dell’8,5%) sia saltata.

Il motivo principale è che le regole contabili Usa consentono alle banche, con meno di 250 miliardi di attivo, di non considerare ai fini del calcolo dei coefficienti patrimoniali le perdite sui titoli disponibili per la vendita.

Se a questo si sommano le perdite sui titoli immobilizzati, una banca può essere effettivamente insolvente pur essendo apparentemente in buona salute secondo i bilanci Usa.

La crisi di Silicon Valley Bank non è stata una crisi di liquidità, ma una crisi di valutazione.

I timori relativamente al fatto che i bond detenuti dalla banca non fossero valutati correttamente ha fatto insorgere un forte sospetto sulla reale solvibilità della banca stessa che, conseguentemente ha creato una corsa agli sportelli e causato una crisi di liquidità, determinandone l’insolvenza.

Seguendo questa linea si può capire facilmente che, a meno di interventi straordinari delle autorità, il rischio contagio sia tutt’altro che inesistente.

(Testo tratto dall’account twitter di Alberto Franceschini Weiss)

Back To Top