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Sileoni (Fabi) strapazza il sindacato tedesco su Unicredit-Commerzbank

Le tesi pregiudizialmente contrarie del sindacato bancario tedesco Ver.di sull'operazione Unicredit-Commerzbank criticate e sbertucciate in tv da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi

Pubblichiamo una parte della trascrizione della puntata di Omnibus (La7) del 12 ottobre su Unicredit-Commerzbank alla quale hanno partecipato tra gli altri Frederik Werning, segretario del sindacato bancario Ver.di per Commerzbank, e Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggior sindacato italiano dei bancari

Lando Maria Sileoni: Intanto, ho il piacere di conoscere il rappresentante sindacale di Commerzbank. Volevo chiederle una cosa, se fosse possibile: lei è dipendente di banca come me o è un esterno alla banca assunto dal sindacato?

Frederick Werning: Diciotto anni fa sono stato formato presso la Commerzbank, dove ho lavorato per otto anni e già vissuto una crisi interna tedesca. Oggi sono presso il sindacato bancario tedesco Ver.di, faccio parte del Consiglio di sorveglianza di Commerzbank.

Sileoni: Quindi non è un dipendente della Commerzbank… È pagato dal sindacato, non dalla banca

Frederick Werning: Sì, sono dipendente del sindacato.

Sileoni: Bene, e qui c’è già una bella differenza perché in Italia sono lavoratori di banca che fanno attività sindacale. Lei è pagato dal sindacato e chiaramente ha una veste completamente diversa dalla nostra. E c’è una bella differenza a livello politico. Comunque, il problema principale è un altro: lei sa perfettamente che c’è un mercato che regolamenta le aggregazioni e le acquisizioni e c’è, soprattutto, un’istituzione autonoma, al di sopra delle parti, che è la Banca centrale europea.

Se lei segue l’attività a livello europeo, come la seguo io a livello italiano, non può non sapere che Unicredit con Andrea Orcel, prima di acquisire una percentuale azionaria del gruppo Commerzbank, deve seguire dei passaggi. La Bce ha dato il suo nullaosta, come giustamente diceva Camilla Conti, la Bce ha dato il suo nullaosta anche quando il Crédit Agricole Italia ha il 9% di Bpm, come Bnp Paribas ha una percentuale importante per quanto riguarda Bnl. Quindi, questi due pesi e due misure non vanno bene, non funzionano. Sono delle prese di posizione, delle difese di ufficio di un sistema bancario come quello tedesco che è completamente diverso da quello italiano.

Lei dovrebbe, ad esempio, sapere perché lei ha più volte parlato di “rischio” di posti di lavoro se Unicredit dovesse prendersi tutta Commerzbank. Io le ricordo, lo dovrebbe sapere anche se non è dipendente di banca, che nel 2010 i dipendenti di banca erano 68.500 in Germania. Oggi sono 546.072, oggi mentre noi parliamo. Sono venuti meno 122.000 posti di lavoro, 122.488, e le chiedo: quanti di questi, io lo so già, però glielo chiedo, quanti di questi sono licenziamenti? Perché in Italia grazie al sindacato, grazie a chi lavora all’interno della banca e fa sindacato, non c’è stato un licenziamento. Noi ci siamo risolti da soli con un nostro ammortizzatore sociale, con accordi sindacali, pagato dalle banche, ci siamo risolti da soli un’eccedenza di personale che c’era con un ricambio generazionale. Noi nel periodo più critico del settore bancario, abbiamo fatto oltre 150.000 assunzioni di giovani.

Dicono che se va Unicredit perdono i posti, qui i posti sono stati persi solo dalla Germania, in Italia non c’è stato un posto di lavoro in meno. Non c’è stato un licenziamento in Italia. Voi avete avuto 122.488 posti di lavoro in meno. Mi dica lei, io so la risposta, se sono licenziamenti o se sono esodi…

Werning: Nella Commerzbank e nelle banche tedesche, sì, è vero che sono stati persi i posti di lavoro. Lei ha detto chiaramente che il sistema bancario in Germania e in Italia è differente: questo è il punto. Ci sono state delle fusioni all’interno delle banche tedesche e sappiamo che le banche si sono dovute occupare di loro stesse, ma pensiamo che se veramente ci sarà una fusione tra una banca italiana e una banca tedesca allora si occuperanno solo di loro stesse.

Sileoni: Mi scusi, ma questo è fondamentale, ma quali fusioni bancarie ci sono state in Germania, quali? Mi dica un esempio di un gruppo? Mi dica i nomi dei gruppi… Lo sa qual è la differenza del sistema bancario italiano e quello tedesco? In Germania voi avete 1.324 banche, di queste 690 sono banche di credito cooperativo e popolari, cioè sono banche piccole del territorio; 352 sono Casse di risparmio; 239 sono banche private e 6 sono di altre categorie.

In Italia abbiamo 428 banche: 222 sono banche del credito cooperativo; 17 delle banche popolari; 110 sono banche private e 79 filiali di banche estere. Concludo, mi dica un nome di una grande aggregazione che c’è stata in Germania come fusione o acquisizione. Un nome…

Werning: Nel 2008 Commerzbank con Dresdner Bank e questo è durato fino al 2016…

Sileoni: Ma 2008 siamo nella preistoria.

Werning: Sì certo, anni fa però già si vede che due banche hanno dovuto occuparsene per 8 anni prima di essere davvero operative e questo è il vero problema, questa è una fusione transfrontaliera. Noi siamo forti in Germania e lì dobbiamo lavorare e per questo pensiamo che gli istituti devono essere forti e se gli istituti si occupano di sé stessi, pensiamo solo alla competitività dei sistemi Ict.

Sileoni: Mi scusi, invece di attaccare Unicredit, se la prenda con la Bce.

Werning: Volevo chiarire che la fusione all’interno della Germania dura a lungo e se adesso pensiamo alla fusione transfrontaliera questo significa che per anni i due istituti devono occuparsi solo di loro stessi e questo significa che importanti compiti non possono più essere svolti. Adesso ci sono gli investimenti che non funzionano molto bene e dobbiamo lavorare sugli investimenti, non sulla fusione. Quindi penso che questa sia la via sbagliata da intraprendere, una fusione europea. Sicuramente se una banca tedesca dovesse farsi viva con Unicredit o con Banca Intesa sicuramente non sarebbe contenta…

[…]

Sileoni: Intanto non corrisponde al vero quello che ha appena detto perché da parte italiana non c’è stato mai un licenziamento negli ultimi 20 anni. Abbiamo fatto una marea di aggregazioni e di fusioni; abbiamo assunto nuovo personale in un momento di crisi; abbiamo attuato esodi volontari, prepensionamenti volontari e pensionamenti volontari. Quindi, quando lei parla di licenziamenti in Italia, magari per un’eventuale aggregazione o fusione con Commerzbank dice una cosa che è fuori dal mondo perché noi non abbiamo mai permesso i licenziamenti in Italia. Non noi della Fabi, tutte le organizzazioni sindacali del settore, punto primo.

Secondo, che è l’aspetto più importante. Lei all’inizio ha detto che Orcel avrebbe dichiarato che verrebbero meno 2, 3 posti di lavoro in caso di acquisizione da parte di Unicredit a Commerzbank. Lei mi deve far vedere l’agenzia di stampa e le dichiarazioni virgolettate perché altrimenti è una stupidaggine, perché Andrea Orcel non è uno sprovveduto, come voi pensate, che prima di prendersi una banca dice che taglierà i posti di lavoro. Questo lo dite voi.

E le vostre rimostranze le dovreste fare alla Bce, all’Autorità bancaria europea (Eba), all’Unione bancaria europea, ma soprattutto lei dovrebbe farle nel suo Consiglio di amministrazione perché lei siede, o chi per lei, nel consiglio di amministrazione. Questo se lo dimentica? Perché la battaglia non la fa all’interno della sua banca prima di accusare una banca italiana, che tra l’altro Orcel non ha mai detto, di tagliare posti di lavoro? Orcel non è così sprovveduto, come voi pensate. Noi abbiamo, in Italia, dei sindacati veri, che non sono pagati dal sindacato ma sono dipendenti di banca – lei non è dipendente di banca – e soprattutto dovrebbe ricordarsi che noi abbiamo i migliori amministratori delegati degli ultimi 40 anni: Messina, Orcel, Maioli, Castagna, Papa, Lovaglio, che ha risanato Mps. Non abbiamo in caso di fusioni, in caso di ristrutturazioni, noi non abbiamo avuto un solo licenziamento. Voi avete perso 122.000 posti di lavoro e prima di criticare, mettendo in bocca ad Orcel cose che non ha mai detto, dovreste fare mea culpa sui 122.000 posti di lavoro che avete perso. E un’ultima cosa: lei fa parte, come faccio parte io, di Unifinance cioè l’associazione europea dei sindacati bancari. Perché Unifinance, di cui lei fa parte, non ha preso posizione su una questione del genere, ma parlate solo voi, funzionari esterni, dipendenti del sindacato e criticate una banca italiana che non ha mai dichiarato esuberi o licenziamenti?

Werning: Lo dirò chiaramente. Non ho parlato di licenziamenti ma di posti di lavoro che verrebbero persi e questo si può dimostrare.

Sileoni: Ma quando l’ha detto Orcel? Mi dica quando l’ha detto Orcel?

Werning: Sileoni glielo mando, non c’è nessun problema.

Sileoni: E lo dica. Il giorno x ha detto questo. Altrimenti è una calunnia.

Werning: Glielo mando, glielo mando… Alla fine della giornata parliamo di una fusione e quando si parla di una fusione di tratta solo dei costi, di posti di lavoro e di nient’altro e per questo siamo contrari come sindacato tedesco.

[…]

Sileoni: In Unicredit non sono stati mai persi posti di lavoro, di quali posti di lavoro parla? In Santander, dov’era Orcel, non sono stati persi posti di lavoro. Lei deve essere preciso, sta in televisione, ha milioni di spettatori che la stanno guardando e quando lei ha preso di petto Unicredit ha fatto del terrorismo politico perché ha detto che Orcel avrebbe tagliato posti di lavoro, quando l’ha detto? Dove l’ha detto? Non può essere soltanto una sua deduzione perché è una deduzione sbagliata.

Werning: Il 21 settembre ha detto che tutte le fusioni che ha fatto fino ad adesso sarà il modello che applicheremo anche nelle altre fusioni.

Sileoni: E questo non significa che ci saranno licenziamenti.

Werning: Nella banca bavarese sono stati cancellati tantissimi posti e se si tratta di guardare ai costi, noi diciamo che siamo contrari alla fusione.

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