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Sace Fca

Sono sicuri gli investimenti delle aziende italiane in Egitto, Messico e Turchia?

Il focus contenuto nella Mappa dei Rischi 2020 “Come navigare in un mare d’insidie” di Sace-Simest (gruppo Cdp) su Egitto, Messico e Turchia

Si è osservato come ciascuna area geografica possa presentare un quadro dei rischi piuttosto eterogeneo a seconda del Paese con il (o nel) quale si intenda operare.

All’interno degli stessi Paesi possono riscontrarsi ulteriori differenze, talvolta significative, in virtù delle specificità regionali.

È il caso, ad esempio, di Egitto, Messico e Turchia, dove un’ulteriore lente di ingrandimento può essere utile alle nostre imprese – sia esportatrici sia investitrici – per mettere a fuoco le peculiarità a livello territoriale.

Egitto

L’intento principale dei gruppi militanti in Egitto è quello di compromettere la stabilità politica e gli investimenti esteri nel Paese. Il settore oil&gas continuerà a essere un bersaglio attraente per le milizie dello Stato Islamico, locate principalmente nel Sinai del Nord. Sebbene i bersagli principali siano gli asset e il personale delle forze di sicurezza governative, le imprese potranno essere esposte a rischi incidentali derivanti da attentati terroristici. Il rischio di rapimento è altrettanto elevato, con tattiche che includono imboscate e check-point illegali in zone remote del governatorato. Milizie dello Stato Islamico e di al-Qaeda (tramite Ansar al-Islam) provenienti dal Deserto Occidentale continueranno a condurre attacchi sia all’interno che nei dintorni de Il Cairo. La città è anche zona operativa dei movimenti Hasm e Liwa al-Thawra: nonostante un rischio terroristico moderato, l’impatto e la frequenza degli attentati sarà limitato dalle continue operazioni volte al suo contrasto. Infine, sebbene una Primavera Araba 2.0 nel 2020 sia inverosimile, le proteste dovute ai problemi socio-economici potranno causare disturbi alle attività operative delle aziende presenti nel Paese.

Messico

Nel 2019 in Messico si ѐ registrato un parziale deterioramento del quadro di sicurezza con un aumento nel numero di omicidi, ai massimi storici. Il Paese presenta tuttavia differenze regionali sostanziali. La frammentazione delle maggiori organizzazioni criminali in cellule di dimensioni ridotte e meno prevedibili continuerà nel 2020, causando un aumento di scontri sia interni per il controllo di traffici illeciti che esterni contro le autorità. Queste dinamiche impatteranno maggiormente le aziende che operano nel settore oil&gas sulla costa del Golfo e quelle coinvolte in progetti di energie rinnovabili negli stati del Chihuaua, Zacatecas, Guanajuato e Sonora. Le imprese straniere saranno inoltre esposte all’aumento di sequestri a scopo di estorsione (che nel 2019 sono incrementati del 15%), sequestri lampo e sequestri virtuali, in aumento grazie all’uso di tecnologie sempre più sofisticate da parte dei gruppi criminali. Gli stati di Veracruz, Morelos, Puebla, Stato del Messico e Città del Messico rimarranno le aree più esposte a tali attività. La sicurezza delle aziende che operano nella regione industriale di Bajio continuerà a essere minacciata dalle operazioni dei cartelli Jalisco New Generation Cartel (CJNG) e Cartel de Santa Rosa de Lima, mentre sindacati e criminalità organizzata turberanno le condizioni operative nelle città di confine con gli Stati Uniti quali Reynosa, Ciudad Juárez e Tijuana.

Turchia

Il quadro della sicurezza in Turchia è complesso e mutevole, e presenta molteplici threat actors attivi nelle diverse zone del Paese. Le milizie del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), gli estremisti islamici e i militanti Marxisti hanno: motivazioni domestiche e geopolitiche differenti; l’intento di colpire sia in zone rurali sia nei maggiori hub industriali; tattiche distinte a seconda dell’obiettivo. L’attore più prolifico, il PKK, è attivo in un conflitto pluridecennale contro le autorità turche nel Sud-Est del Paese ed è inoltre impegnato nella guerra in Siria, un coinvolgimento che si ridurrà progressivamente nel 2020. Il rientro dei militanti curdi causerà un aumento delle attività del PKK all’interno dei confini nazionali, anche nelle grandi città. Tuttavia l’efficienza dei servizi d’intelligence turchi dovuta all’utilizzo di tecnologie di sorveglianza avanzate limiterà le capacità operative delle milizie. Inoltre, l’ingerenza del governo nella burocrazia, la politica estera assertiva che espone il Paese a crescenti rischi geopolitici esterni e l’instabilità politica domestica espongono le imprese che operano in Turchia a diversi rischi di natura operativa.

QUI IL FOCUS COMPLETO

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