Buy Now Pay Later (in italiano: acquista ora, paga dopo) è la formula nata in Europa intorno al 2012 e arrivata l’anno successivo negli Stati Uniti che ha di fatto introdotto il pagamento rateale nel Terzo millennio, spostandola dai negozi fisici alle piattaforme Web.
QUANTO E’ FACILE PAGARE A RATE SU INTERNET
L’operazione di solito è gestita da un operatore che anticipa l’intera somma al venditore e riceve da quest’ultimo una commissione in cambio del servizio reso. Il venditore ha convenienza a pagare una commissione a un operatore perché, grazie alla rateizzazione, può raggiungere quella clientela in affanno economico che, normalmente, non acquisterebbe, mentre l’intermediario assume su di sé il rischio di non essere saldato.
TUTTI I RISCHI DEL BUY NOW PAY LATER
Un rischio non così remoto se si considera che, per rendere tale modalità più attrattiva soprattutto presso la platea degli internauti più giovani, la richiesta di rateizzazione viene valutata in tempi estremamente rapidi, spesso l’utente del sito e-commerce può accedere persino al Buy Now Pay Later in maniera istantanea e senza dover inviare molte informazioni. L’operatore non sempre effettua la valutazione del merito creditizio del cliente e quando lo fa le informazioni raccolte sono così sommarie da non fornire alcun quadro.
Come per le assicurazioni, il cui modello resta in piedi con la scommessa che non tutti i clienti assicurati passeranno alla cassa a ritirare il premio lamentando un sinistro simultaneamente e ci sarà chi incassa a fronte di una maggioranza che continua a pagare il servizio assicurando liquidità, anche per il Buy Now Pay Later la scommessa è che chi non paga sia una minoranza. Ma è davvero così? Non sembra suggerire tale tesi il bilancio della fintech svedese Klarna Bank AB, meglio conosciuta come Klarna, tra i più noti servizi che consentono di acquistare online e nei negozi e di pagare suddividendo il totale – solitamente – in tre rate mensili senza interessi.
I CLIENTI DI KLARNA NON PAGANO
Klarna ha infatti annunciato perdite nette per 99 milioni di dollari nel primo trimestre di quest’anno. Una cifra che oltre a essere pericolosamente vicina alla soglia psicologica dei 100 milioni, mette nero su bianco un rosso più che raddoppiato rispetto lo stesso periodo considerato nell’anno precedente. Colpa del numero di utenti che non ripagano il debito nell’ultimissimo periodo. Klarna ha dettagliato che le perdite sui crediti al consumo hanno raggiunto i 136 milioni di dollari, per un aumento percentuale pari al 17% rispetto l’anno precedente.
IDENTIKIT DEL CATTIVO PAGATORE
Una tendenza sempre più diffusa in Rete almeno secondo quanto registrato dalla piattaforma di credito LendingThree che ha in merito effettuato un sondaggio che rivela che il 41% degli utenti che hanno usufruito del pagamento a rate ha confermato di aver pagato in ritardo almeno una volta durante l’anno, in aumento rispetto al 34% registrato nel 2024. Numeri con ogni probabilità sottostimati, dato che si basano sulle risposte degli stessi acquirenti (anche perché le fintech sono ancora più restie a divulgare tali dati). Dal sondaggio comunque emerge un fatto curioso: gli utenti meno propensi alla puntualità del saldo sarebbero quelli ad alto reddito. Gli uomini sarebbero meno affidabili delle donne e più comprensibilmente faticherebbero i giovani e i genitori di bambini piccoli.
SEGNALI D’ALLARME DA NON SOTTOVALUTARE
Non solo. Il campionamento, che si riferisce al suolo nordamericano, rivela anche che molti utenti confermano di aver utilizzato il prestito per l’acquisto di generi alimentari visto l’aumento dei costi dei supermercati: un dato crescente del 14% rispetto lo scorso anno. Il Buy Now Pay Later era stato finora inteso come il sistema rateale che invoglia gli internauti a “togliersi gli sfizi” (anche perché riguarda beni di modico valore), ma il peggioramento dell’economia globale sembra averlo silenziosamente portato su altri binari.
Inoltre, la totale (o quasi) assenza di controlli al momento della richiesta del prestito e il fiorire di operatori che offrono tale servizio fa sì che un medesimo debitore vi ricorra più volte: un utente su quattro ha dichiarato di aver attivato almeno tre prestiti contemporaneamente. Di fronte a questi numeri l’annuncio di Klarna di aver raggiunto i 100 milioni di utenti assume tutt’altro significato.
L’OBIETTIVO DI KLARNA ORA E’ RIDURRE LE SPESE
Non avendo grandi margini di manovra per rendere la formula Buy Now Pay Later più sicura (l’alternativa sarebbe prevedere questionari, filtri e l’obbligo di allegare documenti come fa già chi fornisce in prestito somme di denaro, perdendo però la clientela più rischiosa e dall’acquisto impulsivo) l’imperativo ora per la fintech svedese è tagliare le spese. Anche perché nel mentre continuano ad aumentare i concorrenti sulla scena.
LA FINTECH PUNTA TUTTO SULL’AI (E LICENZIA)
Non è casuale che il Ceo Sebastian Siemiatkowski abbia scelto di apparire davanti agli investitori per mezzo di un avatar generato dall’intelligenza artificiale. L’azienda, che ha attribuito a un uso sempre più massiccio dell’AI il merito di aver raggiunto i 100 milioni di utenti e di aver registrato il quarto trimestre consecutivo di utile operativo, ha reso noto di aver ridotto il proprio organico di circa il 40% rispetto ai periodi precedenti, scendendo da circa 5.000 a 3.000 dipendenti.
Una razionalizzazione che, sempre per Klarna, ha portato i ricavi medi per dipendente vicino a 1 milione di dollari. A Bloomberg il Ceo aveva comunque dovuto ammettere che i tempi non sono ancora maturi per lasciare totalmente in mano degli algoritmi il rapporto coi clienti. Ma ciò non toglie che i primi a farne le spese di un modello, quello del Buy Now Pay Later, che nell’ultimo periodo sembra mostrare più di una criticità siano stati i dipendenti di Klarna.