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Sanità Pnrr

Sanità o fabbrica dei bulloni?

La lettera aperta di Roberto Mencarelli, Presidente dell'Asp Leonida e Stefano Biasoli, Presidente provinciale Feder S.P.eV.

Abbiamo consultato con attenzione le nuove schede della rete ospedaliera Veneta, opera di cui il nostro “nuovo” assessore alla Sanità vanta l’onore di essere artefice.

Abbiamo letto, riletto e riflettuto. Forse, solo “Cetto La Qualunque” avrebbe saputo far meglio.

Il nuovo piano sanitario, visto dall’alto, potrebbe essere ritenuto razionale, ma solo se si trattasse di un piano di ristrutturazione aziendale relativo ad una fabbrica di bulloni, nella quale le catene di produzione sono macchine e dove la qualità del prodotto è legata soltanto ad un buon acquisto di utensileria, a macchinari moderni e in cui l’efficienza di produzione è determinata un controllo attento e talvolta “paternalistico” delle maestranze. Ed in questo, devo dire, i nostri governanti sono maestri.

Infatti, le strutture dirigenziali amministrative “salve” sono soltanto ed esclusivamente leghiste. Ma la “Heath Care”, cioè la Cura della Salute Pubblica (traduciamo per Cetto La Qualunque) non è esattamente una fabbrica di bulloni.

Ricordiamo che Paolo Braga, forse il miglior Segretario della Sanità negli anni novanta e forse il miglior Direttore Generale Veneto (nel periodo successivo) diceva sempre, pubblicamente, che la risorsa determinante la qualità del servizio sanitario è costituita dai Professionisti – ed in quel contesto evidentemente i Medici in primis – mentre il resto è contorno importante e imprescindibile, ai fini dell’outcome sanitario, ma inutile senza i Primi.

Ma Braga era uomo di cultura e di profonda conoscenza del processo sanitario. Tornando a noi, nelle nuove schede, sono state cancellate strutture (Unità operative, per dirla come oggi) che facevano capo a professionisti di eccellenza, ben noti nel mondo scientifico nazionale e di spicco in campo europeo se non internazionale.

Per onestà intellettuale dobbiamo però ammettere che Costoro non sono legati politicamente al potere, sono solo “meschini e biechi lavoratori” con la folle e vana idea di voler curare il meglio possibile la nostra gente veneta. Per questo sono noti e consultati da altri Colleghi italiani.

Qualche esempio?
Quello di un Primario (anzi un Direttore di Unità operativa complessa) che passa le sue ore a girare per la AULSS veronese, tra i vari ospedali. Ovviamente, senza alcun beneficio economico. Sprecando in viaggi, preziose ore di specialista.

Qualche esempio?
In questo contesto di innovazione organizzativa “epocale” la mannaia è anche caduta con grande determinazione sulle Istituzioni Oncologiche, tagliate nelle strutture e nel personale specializzato.

Alla lunga potrebbero aver ragione i nostri Politici veneti: accorciando la sopravvivenza dei malati oncologici, contestualmente si abbasseranno enormemente i loro costi terapeutici, con ovvio miglioramento del Budget Regionale.

Bene, molto bene. Proseguendo così, ci regaleranno una “Bolt Health Care“ (=Sanità del Bullone), una “sanità imbullonata”, fatta di slogan, di strutture invecchiate e non integrate tra loro, con medici e infermieri, invecchiati, intristiti e demotivati. Organici carenti, contratti non sottoscritti (né a livello nazionale né a livello regionale), funzione medica svilita. È questa la Sanità che vuole questa giunta regionale e questo assessore, succeduto a Coletto?

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