(Financial Times, Adrienne Klasa, 18 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- S&P ha tagliato il rating sovrano francese da AA- ad A+ (prospettive stabili), terza agenzia in un mese, prevedendo debito al 121% del PIL nel 2028 (da 112% attuale); la consolidazione fiscale sarà più lenta senza misure aggiuntive.
- Il declassamento arriva dopo che il premier Lecornu ha formato un governo fragile sospendendo le riforme pensionistiche di Macron (costo: 400 mln nel 2026, 1,8 mld nel 2027), sopravvissuto a mozioni di sfiducia grazie all’astensione dei socialisti.
- Lecornu punta a un deficit al 5,4% quest’anno e sotto il 5% nel 2026 con 30 miliardi di aumenti fiscali e tagli; le elezioni presidenziali 2027 creano incertezza sulla capacità di raggiungere il target UE del 3% entro il 2029.
Cinque citazioni chiave
1. Sul declassamento e le previsioni di debito:
“S&P si aspetta che la Francia raggiunga il target di deficit al 5,4% quest’anno, ma ‘senza significative misure aggiuntive di riduzione del deficit, la consolidazione fiscale sarà più lenta del previsto’, con debito al 121% del PIL nel 2028.”
2. Sul contesto politico instabile:
“Il declassamento arriva giorni dopo che Lecornu ha formato un governo fragile sospendendo le riforme pensionistiche di Macron; è il quarto premier dal voto anticipato del giugno 2024, perso da Macron senza maggioranza.”
3. Sulle riforme sospese e i costi:
“La sospensione delle riforme pensionistiche costerà 400 milioni di euro nel 2026 e 1,8 miliardi nel 2027; Lecornu è sopravvissuto alle mozioni di sfiducia grazie all’astensione dei socialisti di centro-sinistra.”
4. Sulla strategia di bilancio di Lecornu:
“Lecornu ha negoziato con l’opposizione un pacchetto da 30 miliardi di aumenti fiscali e tagli alla spesa per portare il deficit sotto il 5% nel 2026, esortando i parlamentari a negoziare invece di sfiduciarlo.”
5. Sulle incertezze per le elezioni 2027:
“Le elezioni presidenziali del 2027 ‘gettano dubbi’ sulla capacità della Francia di implementare misure di consolidamento fiscale a medio termine o raggiungere il target UE del 3% di deficit entro il 2029.”
(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)