In un contesto di forti tensioni tra India e Stati Uniti per i dazi imposti da Trump, Vladimir Putin è stato accolto a Nuova Delhi con tutti gli onori riservati a un vecchio e fidato alleato.
La visita di due giorni, la prima del presidente russo in India dall’invasione dell’Ucraina nel 2022, ha messo in scena un’intesa personale tra i due leader, ha rilanciato l’obiettivo di portare il commercio bilaterale a 100 miliardi di dollari entro il 2030 e ha mandato un segnale chiaro: nonostante le sanzioni occidentali e le pressioni americane, la partnership Russia-India resta solida.
Sul tavolo energia, difesa e diversificazione degli scambi, ma con molte cautele indiane sul petrolio russo.
Accoglienza solenne
Non capita spesso che Narendra Modi vada personalmente all’aeroporto a ricevere un capo di Stato. Con Putin lo ha fatto, e non si è limitato a una stretta di mano: abbraccio caloroso sul tappeto rosso, sorrisi, poi cena privata a casa del premier indiano. Il giorno dopo, cerimonia solenne al Rashtrapati Bhavan con 21 colpi di cannone, guardia d’onore e deposizione di una corona al memoriale di Gandhi.
Come scrive Bloomberg, “Modi ha accolto Putin con un abbraccio da vecchio amico appena sceso dall’aereo”. Il Guardian parla di “un tentativo visibile di dimostrare che il rapporto personale tra i due leader non è stato intaccato dalla guerra in Ucraina”. Perfino i media russi filo-Cremlino, citati dalla BBC, hanno esultato: “una cavalcata, salve di cannone e una sala del trono di marmo: ecco come hanno ricevuto Vladimir Putin in un palazzo con 340 stanze”.
Le dichiarazioni
Modi ha definito il rapporto con la Russia “una stella polare che ha sempre indicato la rotta” e ha lodato “la leadership e la lungimiranza” di Putin. Il presidente russo ha ricambiato sottolineando “il legame profondo e la fiducia” tra i due Paesi.
Nella dichiarazione congiunta, riportata da Reuters, i due leader hanno affermato che “in una situazione geopolitica complessa, tesa e incerta, le relazioni russo-indiane restano resilienti alle pressioni esterne”. Un passaggio che, secondo gli osservatori, è rivolto soprattutto a Washington.
L’intesa
L’immagine trasmessa è stata quella di una partnership solida e affettuosa. Nessuna distanza visibile, nessun imbarazzo per la guerra in Ucraina, se non per il fatto che Modi ha auspicato genericamente “soluzioni pacifiche”.
Un video-cartoon diffuso da India Today, ripreso dal New York Times, riassumeva il clima: Modi in moto con Putin nel sidecar che suona l’armonica, mentre alla pompa di benzina scelgono il carburante russo lasciando Trump a sbracciarsi invano.
Alexander Gabuev del Carnegie Russia Eurasia Center, citato dal Nyt, spiega: “Per Putin l’India resta la principale ancora di salvezza per diversificare la dipendenza dalla Cina nel grande pivot asiatico”. Dall’altra parte, Harsh Pant del King’s College London, intervistato da Bloomberg, osserva: “Modi dimostra di poter tenere in piedi una relazione funzionale con Mosca nonostante le pressioni americane”.
Energia: cautela indiana
L’energia è stata il nodo più delicato della visita. Putin ha ripetuto più volte che la Russia è “pronta a garantire forniture ininterrotte di petrolio, gas, carbone e combustibile nucleare all’economia indiana in rapida crescita”. Lo ha detto in conferenza stampa, lo ha ribadito in un’intervista a India Today e lo ha scritto nella dichiarazione congiunta.
La risposta indiana è stata però molto più fredda. Modi ha parlato genericamente di “sicurezza energetica” e di cooperazione nucleare civile, senza mai nominare il petrolio.
Il portavoce del ministero degli Esteri Vikram Misri, citato dall’Associated Press, ha spiegato che le compagnie petrolifere indiane decidono “in base alle dinamiche di mercato e alle questioni commerciali che devono affrontare”, un modo indiretto per ricordare i dazi al 50% imposti da Trump e le sanzioni americane su alcune petroliere russe.
Le importazioni indiane di greggio russo sono già scese ai minimi da tre anni e, come riporta Reuters, a gennaio le raffinerie di Stato hanno ordinato solo da fornitori non sanzionati.
Obiettivo 100 miliardi di commercio
I due Paesi hanno firmato un programma di cooperazione economica fino al 2030 e puntano a raddoppiare l’interscambio dagli attuali 68-69 miliardi di dollari.
Il problema è che una quota prepoonderante dell’interscambio consiste in energia. Per raggiungere l’obiettivo servirà esportare molto di più verso Mosca: farmaci, prodotti agricoli, tessili, frutti di mare.
Annunciati accordi su minerali critici, una fabbrica farmaceutica russa-indiana nella regione di Kaluga, formazione di marinai indiani per le rotte polari, fertilizzanti, navi e persino visti elettronici gratuiti per turisti russi. Progressi anche sul futuro accordo di libero scambio India-Unione Economica Eurasiatica.
Difesa: pochi contratti nuovi
La Russia resta il principale fornitore di armi dell’India (di fabbricazione russa sono gli S-400, i Su-30, i carri armati T-90), ma durante la visita non sono stati annunciati grandi nuovi acquisti.
Si è parlato di joint venture per produrre in India ricambi e componenti per l’equipaggiamento russo già in servizio, trasferimento di tecnologia e co-sviluppo di sistemi avanzati.
Come nota la BBC, probabilmente l’India ha chiesto chiarimenti sul caccia Su-57 di quinta generazione e consegne più rapide dei restanti S-400, ma nulla è stato messo nero su bianco.
Il motivo è evidente: Nuova Delhi non vuole irritare ulteriormente Washington proprio mentre negozia un accordo commerciale con gli Stati Uniti.




