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Fed

Come si muoverà la Fed

La riunione della Fed ha smorzato le aspettative di una rapida ripresa dell’allentamento della politica monetaria. Il commento di Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investments.

In sintesi:

  • La riunione della Fed ha smorzato le aspettative di una rapida ripresa dell’allentamento della politica monetaria. Il FOMC ha riconosciuto segnali evidenti di un rallentamento della crescita, ma rimane concentrato sui rischi al rialzo per l’inflazione dovuti ai dazi.
  • Il presidente Powell ha sottolineato che un orientamento “moderatamente restrittivo” rimane appropriato. Due membri si sono opposti alla decisione di non tagliare i tassi a luglio, ma la maggior parte del comitato è fortemente favorevole ad attendere e osservare.
  • Considerando l’ampio intervallo tra la riunione di luglio e quella di settembre, la Fed avrà a disposizione due mesi di dati sull’occupazione prima di decidere, e i prossimi dati sui prezzi saranno molto indicativi per valutare l’impatto dei dazi.
  • Il discorso al meeting di Jackson Hole (21 agosto) sarà ancora una volta cruciale. Le probabilità di un taglio dei tassi a settembre (finora il nostro scenario di base) si sono ridotte a poco più del 50%, e rivedremo la nostra previsione con i dati sull’occupazione di luglio. Tuttavia, continuiamo a prevedere un tasso terminale compreso tra il 3,25% e il 3,5%.

Di fronte alla grande incertezza sull’impatto economico dei dazi e nonostante le pressioni politiche senza precedenti per tagliare i tassi, nella riunione di luglio è stata ribadita la necessità di attendere maggiore chiarezza, dato che l’economia rimane su basi relativamente solide. La decisione di non tagliare era attesa, e il numero di dissensi (due) è stato il più alto dal 1993, ma anche questo era previsto e non sembra aver intaccato il forte consenso sulla necessità di ulteriori dati prima di agire.

Il comunicato stampa è stato più breve del solito e si è concentrato sull’incertezza legata al commercio, sottolineando che, nonostante la volatilità dei dati economici, l’attività si è “moderata” ma il mercato del lavoro rimane solido. Infatti, dietro il buon risultato del PIL del secondo trimestre (+3% trimestrale annualizzato), le vendite per acquisti domestici sono rallentate in modo significativo. Quando gli è stato chiesto a riguardo, Powell ha preferito sottolineare che il mercato del lavoro rimane in equilibrio, con dimissioni volontarie, offerte di lavoro e tasso di disoccupazione su livelli simili a un anno fa. Il tasso di disoccupazione resta la variabile chiave osservata dal FOMC e sembra essersi stabilizzato, poiché la crescita più lenta della forza lavoro sta compensando la domanda in calo. Tuttavia, è importante evidenziare che la creazione di posti di lavoro appare sempre più fragile, poiché la crescita dell’occupazione proviene da un numero sempre più ristretto di settori. Guardando alla variazione su sei mesi, solo il 52% dei settori mostra un aumento dell’occupazione.

È sull’inflazione che Powell ha assunto un tono più “hawkish”, probabilmente nel tentativo di chiarire che la Fed non intende cedere alle pressioni politiche. È vero che i dazi rappresentano uno shock sui livelli dei prezzi e che una banca centrale dovrebbe ignorarli, ma, in un’osservazione significativa fuori copione, Powell ha affermato che il FOMC sta “ignorando l’inflazione sui beni non alzando i tassi”.

Powell ha anche chiarito che l’attuale politica monetaria non è eccessivamente restrittiva, poiché la maggior parte del comitato ritiene che le performance economiche non indichino una stretta eccessiva. Ha inoltre osservato che le condizioni finanziarie restano accomodanti e che i recenti cambiamenti fiscali potrebbero stimolare la domanda. In generale, poiché l’economia non sta reagendo come se i tassi fossero lontani dal livello neutrale, non c’è molta giustificazione per un taglio dei tassi solo per raggiungere un livello neutrale incerto.

La prossima riunione si terrà il 16-17 settembre e, entro allora, il FOMC avrà a disposizione altri due rapporti su inflazione (CPI) e occupazione, nei quali l’impatto dei dazi sull’attività economica dovrebbe essere più evidente. Inoltre, come spesso accade negli ultimi anni, il discorso del presidente Powell alla conferenza di Jackson Hole offrirà l’opportunità di fornire un messaggio chiaro sulle prospettive a breve termine della politica monetaria.

Se l’obiettivo del tono rigorista era quello di ridurre le aspettative di un taglio dei tassi a settembre, il FOMC ha avuto successo. I mercati hanno ridotto le attese di allentamento monetario da 45 a 35 punti base. Le probabilità di due tagli dei tassi quest’anno, a partire da settembre (finora il nostro scenario di base), sono scese a poco più del 50%. Rimaniamo comunque fiduciosi che la Fed porterà infine il tasso di riferimento nella fascia 3,25%-3,5%, ma rivaluteremo il timing della prima mossa con i dati sull’occupazione di luglio.

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