Quante tasse pagano gli italiani? Dipende. Se a Milano, il reddito pro capite è di € 30.101 a Napoli diventa di € 12.994. In mezzo, fra le sei più grandi città, troviamo, a scendere, Genova (€ 21.886), Roma (€ 21.786), Torino (€ 21.158), Bari (€ 17.231) e Palermo (€ 13.439). E’ quanto emerge dalle prime analisi degli imponibili Irpef dichiarati da persone fisiche per il 2023, imponibili elaborati in base ai dati “open” recentemente pubblicati sul portale del Mef (si veda la Tabella in pagina).
Quindi, solita tiritera sul valore risibile delle dichiarazioni fiscali? Assolutamente no, mai fare di tutt’erbe un fascio! E, infatti, non stiamo parlando della media del dichiarato, ma del reddito pro capite, che altra cosa. Su cui impatta in modo determinante l’incidenza dei non dichiaranti. E’ vero, Milano ha un reddito pro capite più che doppio rispetto a Napoli e Palermo. Ma a fare la differenza, in via preponderante, è il fatto che se a Milano mancano all’appello solo 23 dichiaranti ogni cento residenti, a Napoli e Palermo si rende sconosciuto al Fisco il doppio di quella percentuale (rispettivamente 45 e 42 per cento). Ed è la penuria di dichiaranti, in primis, ciò che schiaccia verso giù la media pro-capite.
Dopodiché, le differenze socioeconomiche dei territori sono sempre lì, non le porta via nessuno. E qui di seguito vengono in qualche modo colte nella sez. B della Tabella anzidetta. Dove si vede che l’incidenza, sul totale reddito complessivo, dei contribuenti facoltosi, con un dichiarato oltre i 120.000 euro, trova Milano ancora una volta in cima alla classifica, con 1 euro su tre pagati da super-contribuenti, a fronte di Palermo, che risulta in coda a questa peculiare classifica. E dove, invece, solo 1 euro su 9 del reddito complessivo municipale rinviene da dichiarazioni ‘ricche’.
Dietro Milano, la classifica dei contribuenti più danarosi vede al secondo posto Roma, ma staccata sensibilmente con il suo 17,9%, seguita da Torino (14,4%), Napoli (12,7%), Genova (11,4%), Bari (10,9%) e infine, come dicevamo, Palermo (8,8%). Merita di evidenziare il posizionamento di Napoli che, pur essendo in cima alla classifica dei non dichiaranti (sez. A della Tabella), recupera posizioni nella sez. B, quanto a incidenza dei maxi-redditi, dove supera Palermo, Bari e anche Genova. Anche riguardo a quest’ultima, peraltro, si evince che, in controtendenza rispetto a Napoli, essa si regge più sull’elevata numerosità dei dichiaranti (al primo posto con 84% dei residenti), piuttosto che sulla concentrazione di contribuenti ‘major’.
Per una ragione tecnica, dall’analisi anzidetta, purtroppo, sono esclusi i redditi a tassazione separata. Pertanto, rimangono giocoforza fuori da questa analisi due cespiti di grande rilevanza quali sono i redditi tassati con cedolare secca, ma, soprattutto, i redditi dichiarati dai contribuenti forfetari, il cui numero è esploso nel corso degli ultimi anni.