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Reddito Di Cittadinanza

Quanto incassano davvero i percettori del reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza concorre davvero al disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro? L'analisi di Luigi Oliveri dal suo blog.

Continua ad essere diffusa la voce secondo la quale il Reddito di Cittadinanza (RdC) concorre al disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro, perché troppo elevato.

Sui giornali continua a leggersi che le persone sono disincentivate a trovare lavoro, perché il Reddito consente loro di percepire 500 o 700 euro al mese, sicché alcuni lavori anche a part time o a retribuzione non altissima risulterebbero non competitivi con un “rendita” percepita senza dover prestare un’attività lavorativa.

Basta accedere al portale per scoprire che le cose non stanno esattamente così. Rielaborando un po’ le tabelle per il computo del MASSIMO spettante ai NUCLEI familiari, si nota quanto segue:

reddito di cittadinanza

In primo luogo, si deve ricordare che il RdC spetta al nucleo familiare e non al suo singolo componente, il che, per altro, crea la distorsione per la quale sono favoriti i nuclei più ridotti e grandemente favoriti i nuclei da un solo componente.

In secondo luogo, i famosi 500 euro a persona, possono spettare solo ed esclusivamente ai remoti casi nei quali appunto il beneficiario sia solo un componente e le sue condizioni soggettive, Isee in particolare, permettano di ottenere il massimo annuale possibile, cioè 6.000,00 euro.

Alla cifra di 780 euro al mese, che è il massimo possibile per persona, si può giungere nell’ipotesi – sempre remota – che quell’unico componente disponga dei requisiti per il massimo ammontare annuale e sia anche in affitto.

In quasi tutti gli altri casi, suddividendo il reddito del nucleo per i singoli componenti, sin nota facilmente che l’ipotetica cifra individuale è sensibilmente più bassa dei famosi 500 (o 700) euro al mese.

Solo laddove vi sia l’integrazione per il canone di affitto si notano assegni che, suddivisi per componente, si avvicinano ai 500 euro. Ma, si ricorda ancora una volta, questa tabella riguarda i tetti massimi, che non sono per nulla la regola. La gran parte dei percettori riceve assegni di portata ben inferiore.

D’altra parte, dividendo i circa 7,2 miliardi circa che finanziano il RdC per i circa 3,5 milioni di persone che lo percepiscono, la media becera dà 2.057 euro annui circa a nucleo, cioè una media di nemmeno 172 euro al mese.

Per altro, molto spesso sfugge che queste risorse non sono liberamente spendibili, sicché non è del tutto corretto considerare queste cifre come una piena disponibilità finanziaria.

Guardando la realtà un po’ più oggettivamente in base ai dati, non può sfuggire che il RdC, sicuramente misura condizionata da molti problemi e vizi, non garantisce al singolo componente di una famiglia alcun reddito liberamente spendibile lontanamente paragonabile al reddito che un lavoro concreto, a tempo pieno o con un part time non troppo ridotto, può assicurare.

Il RdC sicuramente non aiuta la funzionalità del mercato del lavoro, tuttavia non può considerarsi la sola causa scatenante i problemi di incontro tra domanda e offerta.

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