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Qui!Group, che cosa è successo alla società dei Fogliani (e i conti del disastro)

L'approfondimento di Giusy Caretto

Qui!Group in pasto alla Guardia di Finanza. L’inchiesta sul fallimento Qui!Group ha portato all’arresto di sei persone, tra cui Gregorio Fogliani, presidente e fondatore della società di distribuzione dei buoni pasto utilizzati anche dalla pubblica amministrazione.

Ma cosa è successo? Andiamo per gradi.

LE ULTIME NOTIZIE

Nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento Qui!Group, oggi sono stati effettuati sei arresti e autorizzato il sequestro preventivo su conti, immobili e disponibilità finanziarie per 80 milioni di euro. In arresto anche Gregorio Fogliani, presidente e fondatore della società. Tra gli immobili sequestrati, invece, compare anche il Moody, il noto locale-tavola calda in centro a Genova che era stato chiuso dopo il crac ed è stato riaperto solo cinque giorni fa (è stato siglato un accordo tra Hi Food Genova, società che vede tra i soci la Event Beach controllata dal tycoon Gabriele Volpi e la Kofler, e Azzurra, società in salute dello stesso Fogliani).

I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria hanno eseguito altre due ordinanze di custodia in carcere e tre agli arresti domiciliari.

LE ACCUSE

L’indagine è stata condotta dai finanzieri del comando provinciale di Genova per bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio.

Gli inquirenti hanno portato all’evidenza, tra l’altro, il dirottamento di somme a favore di altre società riconducibili alla stessa famiglia Fogliani per quasi 42 milioni di euro, oltre all’acquisto di un immobile di pregio a Forte dei Marmi (Lucca) per 4,8 milioni.

Dall’indagine è emersa anche l’omessa contabilizzazione di somme da pagare per circa 179,5 milioni di euro, l’esposizione in bilancio di utili fittizi che venivano poi distribuiti ai soci per 3,24 milioni di euro.

TRUFFA AGGRAVATA

Tra le accuse anche quella di truffa aggravata. Dalle indagini è emersa una presunta truffa aggravata per 6 milioni di euro nei confronti di un investitore americano ed una truffa aggravata per il conseguimento di finanziamenti pubblici per 1,12 milioni.

IL FALLIMENTO

Facciamo un passo indietro. A settembre 2018 è stato dichiarato. dal tribunale di Genova, il fallimento della Qui!Group per debiti che ammontavano a oltre 325 milioni di euro.

Il Giudice delegato alla pratica è Daniele Bianchi e a maggio 2019, secondo l’atto fallimentare presentato, Qui!Group ha una liquidità di cassa (realizzata) di 9.587.673,18 euro. I beni immobili hanno valore di 2.250 euro e quelli mobili di 1.440.575.

I crediti accertati erano di 10.168.359 euro. Le spese totali erano di 879,203, 15 euro.

 

QUI!GROUP

Proviamo a scendere nei particolari. Guardando allo stato patrimoniale, il totale delle immobilizzazioni immateriali al 31 dicembre 2017 era pari a 4.674.936 euro di euro, rispetto ai 13.272.834 di euro del 31 dicembre 2016. Scendono anche le immobilizzazioni materiali: da 8.714.989 euro a 7.871.777.

Il totale delle immobilizzazioni finanziarie, che tengono conto di partecipazioni e crediti dell’azienda, al 31 dicembre 2017 erano scese a 9.316.346 euro rispetto ai 36.852.484. Il totale attivo circolante era 119.211.551 nel 2017, contro i 155.614.866 euro di fine 2016.

Mentre diminuivano i beni posseduti ed i crediti, salivano i debiti: 322.400.060 nel 2017, mentre nel 2016 erano di 191.198.053.

Soffermandoci sul conto economico, il valore della produzione a dicembre 2017 era salito a 519.033.191 euro, contro i 504.851.004 euro del 2016. E’ cresciuto anche il totale dei costi della produzione era di 694.769.043 euro rispetto ai 494.564.438 euro del 2016, per una differenza tra valore e costi di meno 175.735.852.

A dicembre 2017, la società risultava in perdita di 206.906.363 euro (nel 2016 l’utile era di 3.429.843).

500 LAVORATORI HANNO PERSO IL LAVORO

Il fallimento di Qui!Group non rappresenta un problema per la sola famiglia Fogliano: sono circa 500 i dipendenti che hanno perso il lavoro in seguito al crac.

“Alcuni di questi lavoratori sono riusciti a ricollocarsi, talvolta fuori regione, ma la maggior parte è ancora in disoccupazione da settembre”, ha affermato Marco Carmassi, segretario Filcams Cgil.

TICKET: DIVENTATI CARTA STRACCIA

E c’è di più. A pagare le spese del crac ci sarebbero anche migliaia di piccoli esercenti che hanno visto i ticket restaurant diventare carta straccia: “Si tratta di un danno economico enorme subito da tante piccole imprese che a loro volta hanno dei dipendenti. Abbiamo fiducia nella giustizia e speriamo che chi è stato danneggiato possa recuperare almeno una parte del dovuto”, ha aggiunto Carmassi.

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