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Economia Cina

Quanto durerà il rimbalzo dei consumi cinesi?

Un commento a cura di Mali Chivakul, Emerging Markets Economist di J. Safra Sarasin sulla situazione dell’economia in Cina, la dinamica dei consumi e il mercato immobiliare con il 14esimo Congresso del partito comunista

 

Le famiglie cinesi hanno accumulato una grande quantità di risparmi negli anni della pandemia, poiché i lockdown e le altre restrizioni hanno impedito loro la fruizione di beni che implicano il contatto tra persone e l’incertezza sul reddito ha spinto le famiglie ad aumentare i risparmi precauzionali. Il tasso di risparmio delle famiglie, calcolato in base alle indagini sul reddito e sulla spesa delle famiglie, è passato dal 30% del 2019 a una media del 33% nei tre anni della pandemia. Se ipotizziamo che la differenza del 3% rappresenti un eccesso di risparmio, si tratterebbe di un totale di 3.100 yuan pro capite ovvero 4.400 miliardi di yuan per l’intero Paese (3,6% del PIL).

I consumatori cinesi spenderanno molto di più quest’anno, visto l’eccesso di risparmio? Il reddito delle famiglie in generale è la principale determinante dei consumi delle famiglie. Con il miglioramento delle prospettive del settore dei servizi, i datori di lavoro inizieranno probabilmente ad assumere di più. Le prime evidenze (settori internet, semiconduttori e compagnie aeree) sembrano essere incoraggianti per quanto riguarda il mercato del lavoro e le prospettive occupazionali.

Nei mercati sviluppati, anche la ricchezza delle famiglie è un fattore importante dei consumi. In Cina, la maggior parte della ricchezza delle famiglie è rappresentata dalle proprietà immobiliari. Non è chiaro come i prezzi delle case guidino i consumi delle famiglie cinesi: da un lato, l’aumento dei prezzi implica che le famiglie che non sono ancora proprietarie di una casa dovranno risparmiare di più per potersi permettere una casa. Dall’altro lato, con l’aumento dei prezzi, chi è già proprietario di una casa potrebbe spendere di più grazie all’incremento del proprio patrimonio.

Gli effetti dipendono solitamente dalla tipologia di proprietario dell’abitazione. Nell’ultima crisi immobiliare del 2014, la crescita dei consumi delle famiglie è rimasta robusta, pari al 5,8%, anche se i prezzi delle case sono scesi del 5%. Da un punto di vista empirico, sulla base di dati a livello micro, studi recenti mostrano entrambi gli effetti. Alcuni hanno riscontrato un aumento dei consumi quando i prezzi delle case hanno subito un’impennata. Un altro studio suggerisce che l’effetto ricchezza ha prevalso sempre più nel tempo, ma se il mercato fosse dominato da acquirenti speculativi, prezzi più alti potrebbero significare un maggiore risparmio.

Il calo dei prezzi delle case potrebbe comunque influire sul sentiment delle famiglie e quindi sulle condizioni economiche complessive, tanto da far aumentare il risparmio precauzionale e ridurre i consumi. Un importante fattore di attenuazione è rappresentato dalle politiche governative. È un buon segno che i responsabili delle politiche a livello centrale stiano sottolineando l’importanza della crescita dei consumi nel 2023. Tuttavia, sarà importante tenere d’occhio i dettagli delle politiche, che saranno svelati all’inizio di marzo. Le recenti notizie sui tagli alle prestazioni sanitarie degli enti locali (e su altri tagli alla spesa) fanno pensare a un maggiore sostegno da parte del governo centrale, che sarà fondamentale per sostenere i consumi durevoli, dato che le finanze degli enti locali rimangono molto ristrette. Le famiglie non spenderanno i loro risparmi in eccesso se c’è ancora una significativa incertezza sul loro reddito, compresi i trasferimenti dal governo.

Infine, anche l’ultima indagine sul reddito e la spesa delle famiglie conferma la nostra opinione secondo cui il rimbalzo dei consumi quest’anno sarà prevalentemente orientato verso le attività del tempo libero, come i viaggi e l’intrattenimento. La quota di queste attività è diminuita significativamente tra il 2019 e il 2022. La quota della spesa alimentare è invece aumentata. Ci aspettiamo che quest’anno avvenga il contrario.

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