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Sacchetti Plastica California

Quale sarà il futuro del settore della plastica

Una transizione circolare per la plastica. Il punto di Olivia Watson, analista senior investimenti tematici, Investimenti Responsabili di Columbia Threadneedle Investments

 

La plastica rappresenta un problema ambientale in aumento e costituisce sempre più un punto di riferimento per le politiche a livello nazionale e internazionale. Negli ultimi mesi l’ONU ha accettato di elaborare un trattato globale sulla plastica che potrebbe includere tagli della produzione di plastica vergine, nonché crescenti infrastrutture di raccolta e riciclaggio. A livello nazionale, ad aprile il Regno Unito ha introdotto una tassa sulla plastica che prevede il prelievo di GBP 200 per tonnellata di imballaggi in plastica che contengono meno del 30% di plastica riciclata.

Anche l’interdipendenza tra l’inquinamento dovuto alla plastica e altri temi ambientali è sempre più riconosciuta. Ad esempio, la bozza della prossima COP (Conferenza delle Parti) delle Nazioni Unite sulla biodiversità prevede l’obiettivo di “eliminare la dispersione di rifiuti plastici” nell’ambito del quadro globale sulla biodiversità del 2030. Nel contesto degli obiettivi di azzeramento netto, le ONG e gli stakeholder continuano inoltre a richiamare l’attenzione sul contributo della produzione, dell’utilizzo e del riciclo della plastica, nonché dei relativi rifiuti, alle emissioni globali di gas serra.

Ci aspettiamo che questi fattori continueranno a creare slancio a favore di una transizione verso una plastica più circolare, che includerà: riduzione dell’uso di plastica vergine; aumento dell’uso di plastica riciclata e materiali alternativi; creazione di diversi modelli di consegna dei prodotti, nonché potenziamento dell’infrastruttura di raccolta di plastica e delle tecnologie di riciclaggio. In seguito alle precedenti ricerche da noi svolte sui beni di consumo e sui confezionatori, abbiamo esteso la nostra attenzione ai produttori di plastica e alle società di rifiuti attraverso una tavola rotonda con analisti fondamentali del settore azionario e creditizio per discutere dei rischi e delle opportunità di questi sviluppi.

Produttori di plastica

La maggior parte della plastica viene prodotta da una manciata di aziende petrolchimiche globali. Lo sviluppo del settore ha fornito benefici alla società migliorando la conservazione degli alimenti e introducendo prodotti leggeri, tra le altre cose, ma così facendo ha anche introdotto una dipendenza dalla plastica vergine a basso costo nella vita quotidiana delle persone di tutto il mondo attraverso abbigliamento, automobili, elettronica e imballaggi alimentari, con gran parte di questi materiali destinata a diventare rifiuti.

I produttori di plastica si trovano ora nelle prime fasi di un cambiamento strutturale che accrescerà la domanda di plastica riciclata (soprattutto per gli imballaggi monouso, ma anche per i prodotti più durevoli) via via che aziende come Renault, LG, Vestas, Inditex, Adidas e molte altre definiranno obiettivi per l’utilizzo della plastica riciclata. Tali obiettivi si aggiungono ai requisiti normativi e agli impegni già assunti dalle società di beni di consumo e imballaggi per aumentare il consumo di plastica riciclata entro il 2025.

Nel complesso, la nostra analisi degli obiettivi aziendali in tutti i settori suggerisce che la plastica riciclata potrebbe rappresentare fino all’8% della domanda di questo materiale entro il 2025 e fino al 15% della domanda globale entro il 2030. In questo scenario, la crescita della domanda di plastica vergine potrebbe passare dai tassi di crescita superiori a quelli del PIL visti in precedenza a meno dell’1,7%.

Attualmente, tuttavia, la produzione di plastica riciclata non è sufficiente a soddisfare questa domanda, ed è difficile che le tecnologie di riciclaggio chimico, che potrebbero aumentare i volumi di materiale, ci riusciranno prima della seconda metà di questo decennio, sulla base degli annunci di capacità fatti finora. In questo contesto, un cambiamento su tale scala richiederà modifiche di grande entità per i produttori di plastica.

Le società che si dimostreranno più resilienti a questi cambiamenti saranno probabilmente quelle che possono contare su strategie circolari ben sviluppate e su altri vantaggi, tra cui: minore dipendenza dei ricavi dalla plastica non riciclabile; strategia e obiettivi significativi relativi alla produzione riciclata rispetto ai volumi di produzione dell’azienda; prove di molteplici partnership e sforzi per il lancio e il potenziamento di nuove tecnologie quali il riciclaggio chimico, che possono consentire all’azienda di adattarsi e rispondere agilmente alle sfide tecniche o di altro tipo; capacità di mantenere e ampliare le relazioni con i clienti attraverso la transizione, lavorando con questi ultimi per sviluppare prodotti e forme di imballaggio nuove e di valore potenzialmente più elevato;  accesso a materie prime plastiche vergini a basso costo, che rimarranno economicamente competitive in uno scenario di rallentamento della crescita della domanda di plastica vergine.

La nostra analisi di diversi produttori di plastica rispetto a questi criteri mostra un quadro contrastato, con piani aziendali per aumentare la produzione riciclata compresi tra l’1% e il 22% della produzione stimata per il 2030. Anche la gamma e la profondità delle partnership aziendali relative alle nuove tecnologie come il riciclaggio chimico variano notevolmente.

Rifiuti e riciclaggio

La transizione alla plastica riciclata comporterà anche grandi cambiamenti per il settore dei rifiuti e del riciclaggio. Il panorama dei rischi e delle opportunità nei diversi paesi è variabile, dato il diverso grado delle infrastrutture di riciclaggio, dell’educazione pubblica e dei tassi di raccolta. Tuttavia, visto il rapido aumento dei cambiamenti normativi e della domanda di plastica riciclata, le società di rifiuti ben posizionate possono trarre vantaggio dall’investimento nelle nuove tecnologie, come ad esempio le tecnologie di smistamento avanzate in grado di aumentare l’automazione nelle strutture e i tassi di recupero dei materiali, cogliendo il maggior valore dalla plastica di scarto.

Alcune società di rifiuti possono inoltre beneficiare delle opportunità di integrazione verticale, incrementando il grado di riciclaggio e di trattamento della plastica raccolta. Per far fronte all’aumento della domanda, tuttavia, l’entità degli investimenti necessari sarà considerevole, e includerà il miglioramento delle infrastrutture di raccolta e trattamento, non solo nei mercati sviluppati con bassi tassi di recupero (ad esempio gli Stati Uniti), ma anche nei mercati emergenti con infrastrutture meno sviluppate. Come nel caso dei produttori di plastica, la revisione dei piani di spesa per investimenti delle società e dei loro obiettivi futuri per incrementare il recupero dei materiali fornisce un’indicazione dei rispettivi programmi e del posizionamento in vista di questa transizione.

La nostra analisi, dunque, si è conclusa con il riconoscimento della necessità di un monitoraggio continuo alla luce dei rapidi sviluppi relativi a questo tema. La ricerca, la collaborazione e l’engagement continui tra i team d’investimento fondamentale e d’investimento tematico responsabile ci aiuteranno a individuare possibili vincitori e vinti e a incoraggiare le società a continuare a sviluppare le loro strategie di circolarità.

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