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Fatto Quotidiano

Qual è il vero stato di salute del Fatto quotidiano di Travaglio e Gomez?

Fatti, numeri e approfondimenti sul bilancio di Seif, la società che edita il Fatto quotidiano diretto da Marco Travaglio e Peter Gomez

 

Continuano gli scontri su Seif, la società fondata nel 2009 che edita il Fatto Quotidiano e che negli anni ha allargato il suo raggio d’azione per diventare una media company. Nel 2023 Seif ha chiuso in rosso per circa 2,4 milioni, comunque in recupero rispetto ai quasi 4,3 milioni di perdita dell’esercizio precedente. Non solo il calo degli utili: ad interessare una varia platea anche l’attività di Loft Produzioni, la controllata di Seif nata a fine 2022 per mettere un piede nel settore delle produzioni televisive.

I NUMERI DI SEIF E IL RUOLO DI LOFT

Come si diceva, il bilancio 2022 e quello del 2023 si sono chiusi in negativo e, seppure nello scorso esercizio la situazione sia migliorata, l’andamento è complicato. Infatti, nella relazione sul bilancio 2023 il collegio sindacale, riferendosi alle scelte degli amministratori della società, segnala che “nell’ambito delle loro valutazioni, hanno ritenuto che gli effetti di un eventuale e sostanziale mancato raggiungimento degli obiettivi riportati nel piano 2024-26 e, conseguentemente, nel piano di liquidità, rappresenterebbero un’incertezza significativa che potrebbe causare dubbi significativi sulla capacità di operare secondo il presupposto della continuità aziendale”.

Proprio questioni di bilancio potrebbero esserci dietro la nascita di Loft Produzioni, una società controllata per gestire un ramo d’azienda, Loft Produzioni per l’appunto, che opera nel settore delle produzioni televisive di cui ha la proprietà dei contenuti. Peraltro Seif ha continuato comunque a produrre contenuti televisivi. “La scelta di costituire Loft – si leggeva nel comunicato stampa della società che edita Il Fatto Quotidiano – nasce dalla volontà di poter disporre di maggiore autonomia e flessibilità all’interno del mercato delle produzioni televisive e di poter cogliere al meglio le nuove opportunità legate all’ulteriore sviluppo del prodotto ‘video’. Con questa operazione Loft potrà cogliere opportunità di partnership industriali oltre che ampliare le collaborazioni con broadcaster e player del settore”.

Leggendo il bilancio d’esercizio 2022, però, emerge che sono state identificate nella voce “beni immateriali” alcune poste specifiche, iscritte per un valore di circa 6,4 milioni, con il nome di “ramo d’azienda Loft Produzioni”, poi conferito in una società neocostituita posseduta al 100% dopo la valutazione di un professionista, il professor Gigante, secondo il quale Loft Produzioni valeva 13,3 milioni. In questo modo si è avuto un aumento di ricavi per circa 6,4 milioni (all’interno della voce “Altri ricavi”).

LE ACCUSE DI MARIA ELENA BOSCHI

Tornando a giorni più vicini, non si può tacere l’intervista a la Repubblica, il 10 maggio scorso, della vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, Maria Elena Boschi. L’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio si è domandata perché a Viale Mazzini “si sia sentita l’esigenza di rivolgersi all’esterno e di acquistare da una società – la Loft – il format di una trasmissione televisiva. Società che, guarda caso, fa parte del gruppo del Fatto Quotidiano. Visto che i soldi con cui la Rai paga Le Confessioni di Gomez sono dei cittadini che versano il canone, la trasparenza mi pare il minimo”. Secondo l’esponente di Italia Viva, insomma, la Rai aiuterebbe indirettamente le casse del quotidiano diretto da Marco Travaglio. “Che i conti della società Seif, proprietaria del Fatto quotidiano, si reggano sui programmi venduti dalla sua controllata al 100% Loft (che produce anche il programma di Gomez) non lo dico io: è scritto nell’ultimo bilancio approvato e nella relazione della società di revisione, che non nasconde la crisi finanziaria del gruppo” ha spiegato Boschi che ha poi aggiunto: “Non a caso la Loft pare stia trattando con la Rai la vendita di altri programmi. Così potrebbe far cassa grazie alla Rai e salvare il giornale dal possibile fallimento”.

Ma c’è dell’altro. L’ex ministro per le Riforme costituzionali ha chiesto anche di sapere quali altri giornalisti del Fatto entreranno nei prossimi palinsesti Rai. “Vorrei sapere – ha puntualizzato Boschi – se i soldi dei contribuenti vanno a salvare dal possibile fallimento Travaglio & Co. Solo che a queste domande l’ad Sergio e il dg Rossi non hanno risposto. Hanno detto di non saperne nulla e di dover approfondire. Non penso ci voglia molto a fare una telefonata e verificare. Anche perché la trasmissione di Gomez va in onda da tempo”. La capogruppo alla Camera di Italia Viva ipotizza pure che dietro l’aiuto della Rai vada letta “la sponda del Movimento ai vertici meloniani della Rai”. “Del resto – evidenzia -, il patto per assegnare al M5S la presidenza della Commissione parlamentare di controllo lo hanno fatto Meloni e Conte. I grillini hanno votato addirittura a favore del nuovo contratto di servizio e, dopo essersi accordati su varie nomine in Rai, sono pronti all’intesa anche sul nuovo Cda, vedrete. Del resto è lo stesso Conte che pone la questione morale in Puglia e poi salva la giunta Emiliano, votando a favore della fiducia”.

LE RISPOSTE DEL “FATTO”

Non si è fatta attendere la replica del Fatto Quotidiano che ha chiarito: “Loft ha venduto alla Rai in tutto sette puntate della trasmissione La Confessione, ognuna delle quali composta da due interviste di 30 minuti l’una. Sono andate in onda il martedì su Rai3, in seconda serata (…) Il budget complessivo concordato da Loft per le sette puntate, compreso l’ingaggio del conduttore Peter Gomez, è stato di 350 mila euro, ma i costi effettivi sono stati più bassi: per il casting degli ospiti sono stati spesi 45 mila euro in meno rispetto alle previsioni. Il costo della produzione riconosciuto a Loft dalla Rai è stato quindi di 305 mila euro, per una spesa effettiva di 43,5 mila euro a puntata”.

Cifre, ha rimarcato il quotidiano, ben lontane da quelle riferite lo scorso novembre dal direttore degli Approfondimenti Paolo Corsini durante un’audizione in commissione Vigilanza Rai: 260 mila euro a puntata per Avanti Popolo, 240 mila euro a puntata per Far West, oltre 300 mila euro a puntata per la prima edizione di Belve.

Altro sassolino tolto dalle scarpe: “Boschi non ha mai denunciato il dominio delle grandi case di produzione private nei palinsesti del servizio pubblico – si legge nell’articolo -. Altro che Loft: giganti come la Stand by me di Simona Ercolani, moglie di Fabrizio Rondolino e regista delle prime Leopolde di Matteo Renzi”. Inoltre “non abbiamo mai sentito Boschi denunciare lo strapotere di Lucio Presta, il manager che in Rai fa il bello e il cattivo tempo. Sarà che è lo stesso Presta che produsse l’indimenticabile documentario di Renzi su Firenze (l’ex premier fu pagato centinaia di migliaia di euro, il prodotto fu poi ceduto per una cifra irrisoria a Discovery)”.

ANCORA PUGLISI SU X

Sempre a proposito di Loft proseguono le “incursioni” sul bilancio di Seif da parte dell’economista Riccardo Puglisi. Nei giorni scorsi è tornato sull’argomento scrivendo su X: “Quanto è la perdita di Loft nel 2023? 700mila euro come da previsione di chi ha valutato Loft o molto di più? La perizia di stima del valore del ramo d’azienda poi scorporato in Loft Produzioni a fine 2022 si basava sul metodo dei redditi prospettici: banalmente un’attività economica come un ramo d’azienda o una società è valutata sulla base del flusso futuro di utili”.

Prosegue Puglisi: “Nella fattispecie, a fine 2022 tale perizia si basava su una stima per il 2023 di una perdita pari a circa 700mila euro. E che succede nel 2023, a consuntivo? Data una perdita consolidata di 2,388 milioni di euro e una perdita per la società partecipante Seif Spa pari a 706mila euro a quanto ammonta la vera perdita di Loft per il 2023, dato che Seif controlla l’intero capitale sociale di Loft? Se trattasi banalmente della differenza tra la perdita consolidata e la perdita di Seif Spa, la vera perdita di Loft per il 2023 dovrebbe essere intorno a 1,7 milioni di euro (più precisamente: 1,682 milioni di euro), cioè un milione di euro in più rispetto alla stima fatta in sede di scorporo del ramo aziendale a fine 2022. Vi sono transazioni commerciali o finanziarie tra Seif e Loft che cambiano radicalmente questo calcolo? C’è qualcosa che mi sfugge?”.

E tanto per chiudere in pace: “A proposito: quando esce il bilancio civilistico di Loft Produzioni, posseduta interamente da Seif Spa (che pubblica il @fattoquotidiano)?”.

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