Punti chiave:
• Trump attacca il presidente della Fed Jerome Powell, criticando i tassi alti (4,25-4,5%) e minacciando di sostituirlo con un candidato più accomodante entro il 2026, mettendo a rischio l’indipendenza della Fed.
• Powell, elogiato da Christine Lagarde come “coraggioso”, resiste alle pressioni, ma due membri del FOMC segnalano dissenso, favorendo un taglio dei tassi a luglio.
• L’indipendenza della Fed, garantita dal 1951, è protetta da controlli istituzionali e dal consenso congressuale, ma le minacce di Trump, come la nomina di un “shadow chair”, creano incertezza nei mercati.
Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, è sotto attacco da Donald Trump, che lo definisce “stupido” e “terribile” per non aver tagliato i tassi d’interesse, fermi al 4,25-4,5% nel 2025, accusandolo di costare agli USA “360 miliardi di dollari” in rifinanziamento del debito. Trump, che ha nominato Powell nel 2017, minaccia di licenziarlo o di designare un “shadow chair” entro l’estate, con una rosa di tre-quattro nomi, tra cui Scott Bessent e Kevin Hassett, per un successore più allineato.
Christine Lagarde, al forum ECB, ha elogiato Powell come modello di coraggio, mentre Trump lo ha convocato alla Casa Bianca a maggio per giustificare le politiche della Fed. Le pressioni sollevano timori sull’indipendenza della Fed, in vigore dal 1951, rafforzata da strutture come il FOMC, dove il presidente deve costruire consenso tra 12 membri votanti. Due governatori, Christopher Waller e Michelle Bowman, hanno già segnalato la volontà di tagliare i tassi a luglio, un dissenso raro dal 1993, alimentando tensioni.
L’indipendenza della Fed è protetta da un forte sostegno congressuale bipartisan e dalla difficoltà di confermare un candidato troppo succube di Trump al Senato. Don Kohn (ex vice-chair Fed) e Raghuram Rajan sottolineano che un candidato credibile eviterebbe di piegarsi alle pressioni, temendo il giudizio storico. La memoria degli errori di Arthur Burns negli anni ’70, che cedette a Nixon causando inflazione, rafforza la cautela istituzionale.
Nonostante i mercati abbiano reagito alle voci di un “shadow chair” anticipando più tagli dei tassi, la struttura del FOMC e la storia della Fed suggeriscono che un successore di Powell potrebbe adottare un approccio indipendente, seguendo l’esempio di Alan Greenspan, nominato da Reagan ma non piegato alle sue richieste. Powell, il cui mandato scade a maggio 2026, punta a stabilizzare l’inflazione al 2% senza danneggiare l’occupazione, mentre il rischio di dazi trumpiani potrebbe spingere l’inflazione e complicare le decisioni del FOMC.
(Financial Times Europe, Claire Jones, 10 Jul 2025)