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Pubblica amministrazione, tutti i subbugli sul contratto

La preintesa del contratto tra sindacati e Aran per la definizione della composizione delle aree di contrattazione collettiva nazionale non è stata sottoscritta dalla Confedir, la confederazione dei dirigenti e dei quadri direttivi della Pa. Ecco perché

 

E’ stata firmata negli scorsi giorni dai sindacati con Aran la preintesa del contratto per la definizione della composizione delle aree di contrattazione collettiva nazionale.

La sottoscrizione è arrivata dopo che il Senato ha approvato un emendamento alla legge di bilancio 2022 che dispone il differimento del comma 687 della legge 145/2018, che colloca la dirigenza professionale, tecnica ed amministrativa (PTA) del Ssn nell’Area Sanità, per il prossimo triennio contrattuale 2022-2024.

Ma non tutti i sindacati del settore hanno firmato l’accordo: la Confedir, infatti, non ha sottoscritto la preintesa, “coerente con quanto affermato in tre anni di trattative, che sono state ostaggio di continui rinvii, per il veto di alcuni sindacati”, si legge in una nota della confederazione guidata dal segretario generale Michele Poerio.

“Si è di fatto bloccato l’intero triennio contrattuale, che vedrà il suo rinnovo ormai solo dopo la scadenza ed a due giorni dalla nuova rilevazione della rappresentatività – è scritto nella nota della confederazione autonoma dei dirigenti e dei quadri direttivi della Pubblica amministrazione – Una beffa a danno di migliaia di dirigenti e professionisti che hanno così subito, nei fatti, un altro blocco contrattuale, dopo quello decennale imposto dal Legislatore”.

La Confedir ha ripetutamente sollecitato da sempre una rapidissima apertura della tornata contrattuale 2019-2021 per tutti i lavoratori pubblici, compresi i dirigenti ed in particolar modo di quelle categorie che da febbraio 2020 sono in prima linea nella lotta all’emergenza sanitaria e che hanno contribuito a garantire la coesione sociale, evitando pericolose disaggregazioni.

“Medici, “EROI” ma senza contratto”, commenta la confederazione capitanata da Poerio: “Non c’è stata, dunque, l’abrogazione della norma, ma solo il suo differimento e questo dimostra che la logica della stessa (i dirigenti amministrativi del Servizio Sanitario Nazionale nell’Area Sanità e non in quella degli Enti Locali) è corretta. La dirigenza PTA del SSN non è solo una dirigenza gestionale, ma anche professionale, strategica per un corretto funzionamento della macchina sanitaria, soprattutto in questo tempo di pandemia che ha fortemente stressato il Servizio Sanitario del Paese, una norma, peraltro, che non ha impatto finanziario e che va nella giusta direzione di migliorare la gestione delle risorse finanziarie”.

Conclusione secondo la Confedir: “Hanno prevalso gli interessi di pochi e l’interdizione di alcuni che hanno frenato i rinnovi contrattuali a danno di migliaia di dirigenti soprattutto della Sanità e della Pubblica Amministrazione in generale. La coerenza e la trasparenza che da sempre contraddistinguono la Confedir, confermate dalle diverse dichiarazioni a verbale e lettere indirizzate al Ministro della Funzione Pubblica ed al Presidente di Aran, anche in questa occasione non vengono meno, perché rappresentiamo e tuteliamo tutte le classi dirigenti del Paese e le elevate professionalità, senza se e senza ma. L’entusiasmo di taluni è in realtà una vittoria di Pirro, che è valsa solamente a rinviare la contrattazione della dirigenza”.

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