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Popolare Vicenza

Popolare Vicenza e Veneto Banca, ecco le novità del Parlamento per i risparmiatori “truffati”

Che cosa prevede l'emendamento bipartisan approvato ieri per i risparmiatori "truffati" di Banca Etruria, Popolare di Vicenza e Veneto Banca

M5S e Lega hanno voluto intestarsi l’emendamento reclamato a gran voce dalle associazioni di obbligazionisti e azionisti (di Banca Etruria come di Veneto Banca o di Popolare di Vicenza) per eliminare dalla legge di bilancio il cosiddetto “scudo” contro le azioni legali a danno degli amministratori delle banche, di Consob e di Banca d’Italia.

CHE COSA SUCCEDERÀ PER I RISPARMIATORI DI POPOLARE VICENZA, VENETO BANCA E BANCA ETRURIA

Il problema era nato durante gli incontri, spesso animati e a volte persino pubblicati online, tra le associazioni e i sottosegretari al ministro dell’Economia. Nell’articolo della manovra che stanzia 1,5 miliardi in tre anni per risarcire anche gli azionisti delle banche fallite è infatti stabilito che all’accettazione del ristoro (pari al 30% delle somme perse) il risparmiatore rinunci automaticamente “a qualsiasi diritto e pretesa” sull’importo restante, eliminando la possibilità quindi di fare causa agli ex vertici degli istituti di credito e alle autorità di vigilanza. Un codicillo che ha fatto letteralmente insorgere i risparmiatori, pronti a voltare le spalle al governo gialloverde, fino a quel momento in gran parte sostenuto. Le rassicurazioni sono quindi prontamente arrivate più di due settimane fa dalla Lega, che ha annunciato e presentato un emendamento ad hoc.

Alla fine c’è stato il via libera della Commissione Bilancio della Camera a un emendamento bipartisan.

ECCO LE INTENZIONI INIZIALI DEL GOVERNO PER I RISPARMIATORI

Tutto era partito dall’annuncio del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro M5S): “Il Governo del cambiamento mantiene le promesse: nella legge di bilancio è stato inserito un emendamento che consentirà ai cittadini truffati di fare causa agli istituti di credito anche se otterranno il risarcimento. Dopo anni di battaglie al fianco dei risparmiatori è una nostra vittoria che restituisce diritti e dignità a chi è stato sacrificato per salvare le banche amiche. Abbiamo invertito la rotta dei precedenti Governi che hanno condannato migliaia e migliaia di cittadini a perdere i risparmi di una vita. Noi intendiamo tutelare la stabilità del sistema creditizio senza per questo far pagare il prezzo ai truffati. Nessuno scudo, quindi, ma al contrario la massima tutela dei cittadini”.

CHE COSA AVEVA DETTO IL MINISTRO FRACCARO

Il ministro Fraccaro aveva aggiunto: “Abbiamo istituto un Fondo da 1,5 miliardi per i truffati. Grazie alla norma inserita nella manovra le vittime delle banche otterranno il giusto risarcimento e potranno anche esercitare il loro diritto di agire legalmente. Questo risultato concreto è il frutto del lavoro, portato avanti dal vicepremier Di Maio e dal sottosegretario Villarosa, dialogando con le associazioni dei risparmiatori. In Senato – conclude Fraccaro – presenteremo le altre norme per una riforma organica della questione, dando finalmente una risposta alle istanze dei cittadini vittima delle banche e delle commistioni malsane con la politica”.

LE PRESSIONI PER LA RETROMARCIA

Lo proposta Fraccaro ha però sollevato un vespaio di polemiche tanto da costringere il presidente della commissione Bilancio alla Camera a sospendere i lavori. L’annuncio aveva provocato in particolare la protesta del Pd, che aveva chiesto chiarimenti al presidente della Commissione stessa, Claudio Borghi (Lega), ma anche qualche perplessità nelle file del Carroccio.

CHE COSA PREVEDE LA PROPOSTA UNANIME

Nelle ultime ore a sconvolgere ancora le carte è stato il ministro 5S Riccardo Fraccaro, che, rivendicando la vicinanza al mondo dei ‘truffati’, ha annunciato l’approvazione della modifica, nonostante alla Camera non fosse stata ancora ne’ discussa ne’ tantomeno votata. Un passo che ha scatenato l’ira del Pd e che ha costretto la commissione ad interrompere i lavori e a convocare un ufficio di presidenza. Il risultato è stato un inedito annuncio a tutti i giornalisti presenti nella sala Mappamondo di Montecitorio del presidente Claudio Borghi (Lega): l’emendamento è stato riformulato e sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione.

ECCO LA DECISIONE FINALE DEI CAPIGRUPPO

Alla fine è arrivata la risposta unanime dei capigruppo in commissione: sia maggioranza sia opposizione hanno sottoscritto un nuovo emendamento alla manovra per cancellare lo ‘scudo’ con cui, al momento, i risparmiatori colpiti dal crack bancario non possono fare ricorso contro le banche se accettano il risarcimento. Da qui la nuova formulazione: “Resta impregiudicato il diritto per i risparmiatori di agire in giudizio per il risarcimento della parte di danno eccedente il ristoro già corrisposto”.

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