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Popolare Bari, tutte le ultime novità (su Consob, spa e aumento di capitale)

Trasformazione in società per azioni, aumento di capitale, operazioni con la Luzzatti su Npl, dossier Consob. Sono questi gli appuntamenti salienti che attendono la Popolare di Bari. Ecco il punto della situazione della banca popolare pugliese partendo dalla notizia del giorno. LA NOTIZIA SU POPOLARE DI BARI E CONSOB Sanzioni pecuniarie amministrative per complessivi 2,6…

Trasformazione in società per azioni, aumento di capitale, operazioni con la Luzzatti su Npl, dossier Consob.

Sono questi gli appuntamenti salienti che attendono la Popolare di Bari.

Ecco il punto della situazione della banca popolare pugliese partendo dalla notizia del giorno.

LA NOTIZIA SU POPOLARE DI BARI E CONSOB

Sanzioni pecuniarie amministrative per complessivi 2,6 milioni tra figure apicali, manager, consiglieri di amministrazione e componenti del collegio sindacale, attuali e di precedenti gestioni. È questa, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, la decisione assunta dalla Consob in due delibere approvate a metà settembre su una serie di violazioni contestate per eventi accaduti tra il 2014 e il 2016 a carico della Banca Popolare di Bari.

IL COMUNICATO DEI CONSUMATORI

La conferma arriva da un comunicato dei consumatori. “La Consob ha sanzionato la Banca Popolare di Bari per le modalità di determinazione del prezzo delle azioni durante gli aumenti di capitale varati nel 2014 e nel 2015; per omissioni di informazioni nei prospetti informativi di quel periodo; perché molti clienti a cui sono state vendute le azioni in quegli anni presentavano un portafoglio inadeguato; per carenze procedurali ed errori operativi nella gestione degli ordini di vendita quando vi era ancora il mercato interno”, scrive il Comitato composto da Adusbef, Adiconsum Assoconsum, Codacons, Confconsumatori, Unione Nazionale Consumatori.

CHE COSA HA SCRITTO IL SOLE

Le sanzioni comminate alla banca come «responsabile in solido» ammontano a circa un milione sui 2,6 complessivi. I” fatti per i quali sono state accertate le violazioni (articoli 21 e 94 del Tuf) riguardano le modalità di determinazione del prezzo degli aumenti di capitale (per complessivo valore di 330 milioni) varati dalla banca nel 2014 e nel 2015 e le omissioni di informazioni in merito a queste modalità presenti nei prospetti informativi”, scrive il Sole di oggi: “I passaggi più delicati, però, (che chiamano in causa oltre a board, collegio sindacale, il presidente Marco Jacobini e i manager Luigi e Gianluca Jacobini, ma anche l’ex dg Vincenzo De Bustis) riguardano la profilatura dei clienti, ai quali secondo l’Autorità sono stati venduti strumenti come titoli azionari, bond subordinati ma anche proposti finanziamenti baciati (finalizzati, cioè, all’acquisto delle azioni della stessa banca), nonostante la loro propensione del rischio in base alle normative vigenti al periodo risultasse bassa (a fine 2016 il 36,5% dei clienti, 29 mila, «presentava un portafoglio inadeguato»)”.

LA VERSIONE DELLA BANCA

Un portavoce della Banca Popolare di Bari, commentando la vicenda con il Sole 24 Ore, ritiene invece che la banca «non abbia commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza e che tali considerazioni abbiano compiutamente rappresentato all’Autorità». Ritiene altresì che «la banca abbia subito un provvedimento sanzionatorio ingiusto a fronte di assetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo, per cui l’intervento, oltre a essere infondato nel merito, è oggettivamente tardivo».

ECCO LE PROSSIME TAPPE PER LA POPOLARE DI BARI

Prima la trasformazione in Spa, fissata per il prossimo 16 dicembre. Poi l’aumento di capitale, che al momento resta stimato tra i 250 e i 350 milioni, anche se qualcuno stima che l’asticella possa essere ritoccata al rialzo.

E’ questa la direzione di marcia per la Banca Popolare di Bari prevista peraltro dalla legge di riforma delle Popolari. La banca pugliese, insieme a Popolare di Sondrio, è l’ultima delle grandi banche cooperative italiane a non aver ancora completato la trasformazione in società per azioni, oramai imminente dopo che la sentenza della Consulta ha respinto le istanze di costituzionalità sollevate sulla riforma voluta dal Governo Renzi.

Resta da attendere la sentenza di merito da parte del Consiglio di Stato, attesa dopo l’udienza fissata per il 18 ottobre, cui toccherà sciogliere il nodo del diritto di recesso.

GLI SCENARI

Qualcuno confida nell’intervento di un “cavaliere bianco”, ha scritto il Sole negli scorsi giorni, “ipotesi che al momento però non sembra di facile realizzazione, anche perchè l’acquisto sarebbe effettuato a valori ben diversi da quelli attuali. E con strascichi pesanti per chi oggi vi ha investito. Il punto di arrivo resta la quotazione: a Bari confidano di arrivarci nel giro di 2-3 anni. Vigilanza permettendo”.

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