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Astaldi

Ecco perché volano mattoni fra Astaldi e obbligazionisti

Scontro frontale tra Astaldi e obbligazionisti, che attaccano l'azionista di controllo di Astaldi. Ecco come e perché

Scontro frontale tra Astaldi e obbligazionisti, che attaccano l’azionista di controllo di Astaldi e invocano anche l’intervento di Cdp e Salini-Impregilo. Ecco tutti i dettagli e le ultime novità.

Il comitato degli obbligazionisti boccia in una lettera inviata ad azienda, Commissari e al Tribunale fallimentare di Roma la proposta concordataria chiedendone, nel denunciarne i vizi, la formulazione di una nuova.

ECCO IL NODO SU ASTALDI

Il nodo resta sempre il valore di recupero dell’investimento. L’ultima stima degli obbligazionisti è che la soddisfazione dei creditori chirografari “possa attestarsi a valori decisamente inferiori” pari a 620 milioni di euro che corrisponde “ad una percentuale di soddisfacimento di appena il 18%”, contro 38% indicato nel piano.

CHE COSA DICONO GLI OBBLIGAZIONISTI DI ASTALDI

Il Comitato denuncia anche una lesione della par condicio creditorum per l’assenza della divisione in classi dei creditori. “Per effetto della continuità aziendale vi saranno alcuni creditori, come banche e fornitori, che beneficeranno, oltre che dell’attribuzione patrimoniale promessa a tutti i creditori chirografari anche della prosecuzione dei loro rapporti commerciali, nonché di altre utilità come ad esempio i warrant premiali che saranno riconosciuti alle banche che metteranno a disposizione la finanza necessaria a dar corso alla ricapitalizzazione della società”, viene spiegato. Di questo “non beneficeranno, invece, gli obbligazionisti, il cui parziale soddisfacimento avverrà solo attraverso l’assegnazione delle azioni e degli strumenti finanziari partecipativi”.

LE CRITICHE ALL’AZIONISTA

Sotto accusa c’è anche la posizione di Fin.Ast, azionista di controllo, che “resterà titolare di un credito di 6 milioni di euro per finanziamenti anteriori alla domanda di concordato”.

LE CONTESTAZIONI

Il Comitato contesta poi l’assegnazione agli attuali azionisti di Astaldi di una quota pari al 6,5% del capitale sociale e denuncia “la lesione del diritto di ciascun creditore-obbligazionista a poter esprimere un consenso (o un dissenso) informato” rispetto alla proposta concordataria. Questo anche perché, viene sottolineato “a soli 21 giorni dalla prima convocazione dell’assemblea degli obbligazionisti – contro i 45 giorni di legge – la relazione dei Commissari non è ancora disponibile”.

LE PROSSIME TAPPE

Le assemblee sono state fissate a Roma il 25 febbraio, 10 marzo e 24 marzo (in prima, seconda e terza convocazione).

L’APPELLO A CDP E SALINI IMPREGILO

Gli obbligazionisti infine ritengono che ci siano la violazione della disciplina in materia sia “di appello al pubblico risparmio” sia “di aiuti di stato”. In questo caso perché “non risulta alcun approfondimento” per “l’innesto di capitali in Astaldi da parte di Cdp tramite Salini Impregilo”

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