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Perché sono solide le prospettive dell’economia americana

Che cosa succederà all'economia degli Stati Uniti. L'analisi di George Brown, Senior US Economist, Schroders.

Nonostante le difficoltà che hanno preoccupato gli investitori all’inizio dell’anno, tra cui l’aumento dei dazi, l’indebolimento del dollaro e il deflusso di capitali globali dagli Stati Uniti, le prospettive di crescita dell’economia statunitense rimangono solide. Due importanti indici azionari statunitensi, l’S&P 500 e il NASDAQ, hanno raggiunto livelli record. Anche i tagli dei tassi da parte della Federal Reserve potrebbero giovare ai mercati, poiché la storia suggerisce che i tagli in un’economia in crescita, piuttosto che in una in recessione, possono essere positivi per i titoli azionari.

Due rischi all’orizzonte

Alcuni osservatori hanno espresso preoccupazioni riguardo al mercato del lavoro statunitense, con recenti segnali di un leggero rallentamento nelle assunzioni. Tuttavia, il mercato del lavoro Usa rimane rigido e le condizioni sembrano stabili. L’incertezza sul commercio e la possibilità di ulteriori aumenti dei dazi potrebbero comportare rischi maggiori per l’economia e i mercati. Prima che il presidente Trump iniziasse il suo secondo mandato, l’aliquota tariffaria effettiva degli Stati Uniti era pari a circa il 2%, un livello basso rispetto agli standard storici. All’inizio dell’autunno era salito al 12% circa. Se venisse applicato il dazio del 100% che il presidente Trump ha minacciato di imporre alla Cina, l’aliquota tariffaria effettiva salirebbe al 23%. Gli economisti hanno stimato che ogni aumento del 10% dell’aliquota tariffaria aggiunge in genere circa l’1% all’inflazione e sottrae mezzo punto percentuale alla crescita del prodotto interno lordo (Pil).

Un altro rischio chiave sarebbe un errore di politica monetaria da parte della Fed. Alcuni osservatori potrebbero mettere in discussione la necessità di un taglio dei tassi, dato che l’economia statunitense ha registrato una crescita solida quest’anno, nonostante i tassi relativamente elevati. Ciò suggerisce che le stime della Fed sul tasso neutro – un tasso che non sarebbe né troppo stimolante né troppo restrittivo per l’economia – potrebbero essere troppo elevate. La sua proiezione mediana del tasso neutro è ora intorno al 3%, ma con tassi di interesse attualmente superiori al 4% e al 5% e l’economia statunitense che continua a mostrare una forte crescita, puntare a un tasso del 3% potrebbe essere troppo accomodante. Attenersi a questa visione e tagliare ulteriormente i tassi potrebbe portare a un picco dell’inflazione e, di conseguenza, a un errore di politica monetaria da parte della Fed.

L’inflazione rimane un rischio potenziale

L’inflazione potrebbe diventare un motivo di preoccupazione maggiore, poiché attualmente i mercati sembrano sottovalutare tale rischio. Sebbene anche la debolezza del dollaro rappresenti una sfida, le aziende statunitensi con attività internazionali potrebbero registrare un aumento dei ricavi, poiché tale debolezza comporta un calo dei prezzi dei loro beni e servizi nei mercati non statunitensi.

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