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Die Welt Mario Draghi

Perché non mi fido del progetto di Draghi. Parla Sapelli

Che cosa pensa lo storico ed economista Giulio Sapelli del piano di Draghi e non solo.

Mentre la stragrande maggioranza di politici, intellettuali ed editorialisti ha mostrato apprezzamento al limite dell’entusiasmo per l’intervento di Mario Draghi sul Financial Times, lo storico ed economista Giulio Sapelli va controcorrente e spiega perché non si fida troppo delle idee dell’ex presidente della Bce. Ecco alcuni stralci dell’intervista rilasciata da Sapelli al quotidiano La Verità fondato e diretto da Maurizio Belpietro.

IL PIANO DI DRAGHI GIUDICATO DA SAPELLI

Mario Draghi che dice “bisogna fare debito” è un gioco di specchi e c’era un caduto anch’io”. E’ quanto afferma, intervistato da La Verità, lo storico dell’economia e saggista Giulio Sapelli. “Ho pensato – spiega – che dietro ci fossero gli americani che hanno sempre sponsorizzato Draghi. Poi ho notato: il presidente della Bundesbank Jens Weidman tace, la Frankfurter Allgemeine tace, da Le Monde e le Figaro niente siluri. Allora ho capito che Draghi parlava per i tedeschi. E infatti Angela Merkel ha preso tempo per cambiare politica”. Ultimamente, aggiunge, “la signora non ne ha azzeccata una, ha bisogno di riflettere. Ha voluto a tutti costi Ursula von der Leyen a Bruxelles, senza esperienza, senza pedigrée. Mai stata una volta Primo ministro, non se la fila nessuno. Poi l’altra Caporetto: la sua delfina designata Annegret Kramp-Karrenbauer è stata sconfitta in Turingia e ha dovuto ritirarsi”.

LE RIFORME EUROPEE NECESSARIE SECONDO SAPELLI

Le riforme da chiedere all’Europa, passato il virus, sono due secondo Sapelli: “La prima è una Bce che faccia la banca centrale stampando moneta illimitatamente. Negli Stati Uniti in tre giorni la Federal Reserve ha pompato 2mila miliardi di dollari e il governo ha potuto pensare a sostenere tutti i lavoratori, perfino gli interinali. Da noi la Bce è guidata da madame Lagarde, una signora solo ben vestita”. La seconda, “una Costituzione in cui tutti si possono riconoscere. Solo così si può finirla con i Patti di stabilità e le Troike. E finirla anche con le spinte nazionaliste diverse dal patriottismo. Insomma, questo è un tempo di meditazione”.

CHE COSA SUCCEDE IN ITALIA SECONDO SAPELLI

L’Italia, anche in questa fase, è “sullo sfondo, comparse. Ma dentro un Paese così grande che non può fallire e deve essere salvato, sennò crolla l’euro”, dice l’economista e storico, che subito dopo spiega che a Roma solo l’opposizione può dire che l’Europa non ha senso, non può farlo “il presidente del Consiglio perché un minuto dopo dovrebbe trarre le conseguenze. Conte vuole il Mes senza condizioni, l’Europa del Nord chiede le solite lacrime e sangue. Così lui rischia di fare la fine di Alexis Tsipras. Del resto, Giovanni Agnelli diceva che le politiche di destra vanno fatte fare alla sinistra”.

DIFFERENZE E ANALOGIE TRA MACRON E CONTE

Che cosa succede in Italia? “Leggi eccezionali, provvedimenti extraparlamentari. E un governo bonapartista, come quello di Macron. Solo che fra i due c’è una certa differenza, Conte potrebbe fare solo l’ultimo dei marescialli”, risponde Sapelli parlando dei decreti varati da Conte per combattere l’epidemia.

MOSSE ED ERRORI

La teoria del “tutti in casa” per combattere il virus è sbagliata, secondo lo storico dell’economia: “Bisognava sanificare le aziende, metterle in sicurezza e continuare a produrre come hanno fatto Taiwan e la Corea del Sud. La salute non comincia negli ospedali, ma nei luoghi in cui viviamo. In difesa del lavoratore ci sono procedure di business continuity. E il sindacato, invece di minacciare scioperi, dovrebbe conoscerle”.

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