Punti chiave:
- I dazi USA del 25% (che potrebbero salire al 50%) colpiscono tessile, pelletteria, diamanti, pesca e macchinari, minacciando milioni di posti di lavoro in India.
- Trump critica il deficit commerciale di 40 miliardi di dollari e gli acquisti di petrolio russo da parte dell’India, che finanziano il conflitto ucraino.
- Il governo di Modi resiste alle pressioni USA sull’agricoltura, ma la crisi occupazionale e la dipendenza dagli investimenti stranieri limitano le opzioni.
L’India affronta una tempesta economica a causa dei dazi americani del 25%, introdotti il 7 agosto 2025, con la minaccia di un aumento al 50% entro il 27 agosto. Settori chiave come tessile, pelletteria, diamanti, pesca e macchinari, che impiegano milioni di persone, vedono crollare gli ordini dagli USA.
“Le fabbriche tessili non ricevono più ordini né richieste dai clienti americani. I contratti esistenti sono congelati”, lamenta Piyush, imprenditore vicino a New Delhi.
Molte PMI stanno licenziando, incapaci di sostenere i costi. Trump giustifica i dazi con il deficit commerciale di oltre 40 miliardi di dollari e gli acquisti indiani di 2 milioni di barili giornalieri di petrolio russo, che, secondo il consigliere Peter Navarro, “finanziano la macchina da guerra di Putin”.
L’India, primo cliente di Mosca dopo la Cina, si oppone alle pressioni USA, con il premier Modi che dichiara: “L’India non farà mai compromessi a scapito di agricoltori e pescatori”. Tuttavia, la dipendenza dagli investimenti stranieri e la crisi occupazionale, con 10 milioni di giovani che entrano annualmente nel mercato del lavoro, limitano le opzioni di New Delhi.
La competizione asiatica aggrava la situazione: Vietnam, Bangladesh e Pakistan, con dazi inferiori (rispettivamente 20%, 20% e 19%), stanno sottraendo quote di mercato.
“I grossisti USA si riforniscono ora dal Pakistan”, osserva Piyush. Mentre i negoziati per un trattato di libero scambio con gli USA sono in stallo, l’India accelera il dialogo con l’UE per un accordo entro fine anno. Tuttavia, l’ex ambasciatore Mohan Kumar avverte: “Abbiamo bisogno degli USA per bilanciare la Cina in Asia”.
La pressione di Trump potrebbe spingere l’India a concessioni, ma a costo di tensioni interne.
(Articolo del quotidiano Le Figaro tratto dalla newsletter di Liturri)