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Le mosse dei Crippa in Technoprobe non convincono Borsa e analisti, ecco perché

Technoprobe in forte calo dopo la vendita di azioni della famiglia Crippa con gli analisti che mettono in guardia dai multipli. Fatti, numeri e approfondimenti

 

Questa mattina è stato comunicato che la famiglia Crippa ha completato la vendita di 25.250.000 azioni ordinarie Technoprobe.

COSA FA TECHNOPROBE

Technoprobe è una azienda italiana che realizza semiconduttori fondata da Giuseppe Crippa (nella foto), ex-dipendente del produttore italo-francese di semiconduttori STMicroelectronics.

Il suo quartier generale è a Cernusco Lombardone, in Lombardia, ma possiede quindici sedi nel mondo tra Europa, Stati Uniti e Asia orientale. Conta 2300 dipendenti in tutto, di cui 1500 in Italia. La società quotata su Euronext Milan e attiva nella progettazione e produzione delle Probe Card utilizzate per il test dei semiconduttori.

Technoprobe, nello specifico, produce probe card (o schede sonda), utilizzate per testare il funzionamento dei chip. Secondo Equita, nel 2023 la società riporterà ricavi per 552 milioni di euro, contro i 392 del 2021.

La capitalizzazione della società ammonta a 4,2 miliardi di euro, scrive il Corriere della Sera.

LA VENDITA DEI CRIPPA

Le azioni vendute sono pari al 4,20% del capitale sociale e sono state collocate ad un prezzo per azione pari a 7,20 euro (pari a uno sconto del 6% rispetto alla chiusura di ieri), per un controvalore complessivo di 181,8 milioni di euro. La società non riceverà alcun provento dall’offerta.

I NUOVI EQUILIBRI

A seguito del completamento dell’operazione, T-Plus S.p.A. (holding della famiglia Crippa) continua a detenere il 67,90% del capitale sociale, corrispondente a circa il 77,59% dei diritti di voto. Cristiano Alessandro Crippa, Roberto Alessandro Crippa e Monica Crippa detengono congiuntamente il 7,10% del capitale sociale, corrispondente a circa l’8,12% dei diritti di voto, mentre Stefano Felici mantiene esclusivamente l’investimento per il tramite di T-Plus S.p.A.

LA GOVERNANCE DI TECHNOPROBE

Tutti e tre siedono nel Consiglio di Amministrazione della società hi-tech: il presidente è Cristiano Alessandro Crippa, il vicepresidente esecutivo è Roberto Alessandro Crippa mentre sul piano operativo l’amministratore delegato è Stefano Felici.

LE REAZIONI IN BORSA

L’operazione dei Crippa fa sbandare Technoprobe, come ha annotato MF: “Technoprobe in forte calo dopo la vendita di azioni della famiglia Crippa. Analisti: occhio ai multipli”, scrive la testata finanziaria, che poi aggiunge: “Il titolo dei chip, favorito dalla corsa dell’AI, è in forte calo mercoledì dopo l’Accelerated Bookbuiling sul 4,2% di azioni da parte della famiglia Crippa e dell’ad Felici che incassano 182 milioni. Flottante in aumento al 25%, lockup a 90 giorni”.

I MOTIVI DEL TONFO IN BORSA DEL TITOLO

Scrive Reuters:: “Perde il 4,8% Technoprobe a 7,3 euro dopo che la famiglia Crippa, azionista di controllo, ha ceduto il 4,2% del capitale tramite un accelerated book building a 7,2 euro per azione, aumentando il flottante della società. “Al prezzo dell’ABB il titolo tratta con un P/E adj 2023E-24E di 45/26 volte e leggermente sopra il nostro target price di 6,7 per azione”, commenta Equita che copre il titolo con “hold””.

IL WARNING E I RILIEVI SULLA GOVERNANCE SUPERATI

Start Magazine si era occupata di Technoprobe esattamente un anno fa in occasione di un warning che metteva in guardia con riferimento a FormFactor, azienda statunitense concorrente di Technoprobe, che aveva diffuso risultati sopra le aspettative per il secondo trimestre del 2022 con rilievi sulla governance della società poi superate visto che il board della società è stato poi allargato da 5 a 7 membri e quindi è adeguato agli standard del mercato principale stante la nomina di nuovi 2 membri indipendenti.

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