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Bce

Perché l’Abi festeggia la svoltina della Bce sulle sofferenze bancarie

La Bce ammorbidisce la linea sui crediti deteriorati, recependo dopo un delicato confronto la regolamentazione emanata nei mesi scorsi dal Parlamento europeo. Ecco tutti i dettagli

 

Bce ammorbidisce la linea sui crediti deteriorati, recependo dopo un delicato confronto la regolamentazione emanata nei mesi scorsi dal Parlamento Europeo. Ieri infatti la Vigilanza è intervenuta sul trattamento dei nuovi npl, modificando in profondità le indicazioni contenute nell’addendum del 2018.

CHE COSA CAMBIA DOPO LA MOSSA DELLA BCE

A cambiare è il calendario di smaltimento che sposa adesso la linea di Bruxelles: i crediti deteriorati derivanti da prestiti concessi dopo il 26 aprile scorso saranno soggetti soltanto ai requisiti Pillar 1, quelli cioè giuridicamente vincolanti per le banche. Gli istituti avranno tre anni di tempo per la copertura integrale dei prestiti non garantiti, nove per quelli assistiti da garanzia immobiliare e sette per crediti con ogni altro tipo di collaterale.

ECCO IL NUOVO CALENDARIO SUGLI NPL

Un calendario insomma decisamente meno serrato di quello contenuto nell’addendum che prevedeva solo due anni di tempo per la svalutazione dei crediti non garantiti e sette anni per quelli garantiti.

LA DIFFERENZA TRA PRESTITI

Per quanto invece riguarda i prestiti classificati a sofferenza dopo il 1° aprile 2018 (e originati in qualunque momento nel passato), la Vigilanza potrà chiedere discrezionalmente l’applicazione del calendario sulla base dei requisiti Pillar 2.

LE RACCOMANDAZIONI

Vengono poi ufficialmente formalizzate le raccomandazioni sullo stock che Francoforte ha richiesto agli istituti di coprire al 100% nel giro dei prossimi anni. Nel dettaglio Bce specifica che il 100% di copertura sui prestiti garantiti va raggiunto, rispettivamente, nel 2024, nel 2025 e nel 2026 dalle banche nel gruppo 1 (Npl ratio sotto 5%), gruppo 2 (Npl ratio tra 5 e 12,5%) e gruppo 3 (Npl ratio sopra 12,5%).

IL COMMENTO DI GUALTIERI

«Accolgo molto positivamente la comunicazione del Ssm alle banche europee», ha dichiarato Roberto Gualtieri, presidente della commissione per i Problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo. La decisione «archivia l’addendum sugli npl varato da Danièle Nouy e allinea le aspettative di vigilanza sulle nuove esposizioni deteriorate alle norme negoziate da Parlamento europeo e Consiglio ed entrate in vigore il 26 aprile scorso. Si tratta», prosegue Gualtieri, «di una decisione che permette di eliminare gli elementi di incertezza che ancora permanevano per quanto riguarda gli accantonamenti prudenziali per i nuovi crediti deteriorati, e che al contempo riconosce il primato delle scelte dei co-legislator».

IL GIUDIZIO DELL’ABI

Soddisfatta anche l’Abi: i chiarimenti forniti dalla Vigilanza unica della Bce, in merito al trattamento delle esposizioni deteriorate derivanti dai nuovi prestiti, «sono un altro importante passo avanti nella definizione di un più chiaro quadro regolamentare europeo che necessitava di maggiore certezza del diritto», hanno dichiarato il presidente dell’Abi Antonio Patuelli e il direttore generale Giovanni Sabatini.

LO STATO DELLE BANCHE ITALIANE

Nella nota di ieri Francoforte ha anche preso atto dei progressi fatti dalle banche europee nello smaltimento dei crediti deteriorati. A fine marzo 2019 il volume degli npl si era «quasi dimezzato, collocandosi a 587 miliardi di euro, con un’incidenza degli Npl pari al 3,7%» rispetto ai 1.000 miliardi del novembre 2014. Malgrado i progressi fatti comunque la Vigilanza non vuole che il sistema abbassi la guardia proprio ora, in una fase di rallentamento economico che potrebbe preludere a una recessione. «Malgrado i recenti progressi, ritiene indispensabile l’ulteriore riduzione del livello degli Npl, per risolvere il problema in tempi rapidi, finché le condizioni economiche sono ancora favorevoli», spiega Francoforte.

(articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza)

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