Ieri il Consiglio direttivo della BCE ha deciso all’unanimità di mantenere invariato il tasso di riferimento al 2,0%, in linea con le aspettative del mercato.
L’inflazione è ora considerata in linea con l’obiettivo, con i dati recenti che risultano generalmente coerenti con le previsioni del GC. L’economia viene valutata come “resiliente”, anche se il GC ha sottolineato che la disputa commerciale mantiene l’ambiente “eccezionalmente incerto”.
La Presidente Lagarde ha ribadito che la BCE si trova in una “buona posizione” e ha dichiarato concluso il “ciclo disinflazionistico”, sottolineando nuovamente l’importanza della dipendenza dai dati e dell’approccio basato su decisioni riunione per riunione.
Gli indicatori di fiducia in miglioramento all’inizio del terzo trimestre e i segnali incoraggianti di una possibile risoluzione della disputa commerciale con gli Stati Uniti limitano lo spazio per ulteriori tagli dei tassi.
L’ipotesi ottimistica della BCE sulla guerra commerciale potrebbe rivelarsi corretta: Guardando al futuro, il nodo cruciale riguarda i dazi all’importazione degli Stati Uniti e la questione se verranno pienamente applicati dopo la scadenza del 1° agosto, oppure se si riuscirà a raggiungere un compromesso. Per il momento, l’incertezza resta elevata, ma entro la riunione di settembre è probabile che l’incertezza sui dazi si sia dissipata. Nella riunione di giugno, lo scenario centrale della BCE presumeva che i dazi statunitensi rimanessero al 10% per tutti i Paesi tranne la Cina (circa 40%), che la Cina rispondesse in modo simmetrico, mentre l’UE non avrebbe reagito, e che l’incertezza commerciale fosse destinata a diminuire. Sebbene questa previsione possa sembrare ottimistica, gli sviluppi recenti – come le notizie su un probabile dazio del 15% degli Stati Uniti sui prodotti UE e gli accordi commerciali con altri Paesi (es. Giappone) – supportano in larga misura questa visione favorevole.
Lo spazio per ulteriori tagli dei tassi si sta riducendo: Con il tasso attuale al 2,0%, il tasso di riferimento si colloca nel mezzo dell’intervallo neutrale (1,75% – 2,25%) stimato dallo staff della BCE. Oggi, la Presidente Lagarde ha nuovamente affermato che la BCE si trova in una “buona posizione” e ben preparata ad affrontare eventuali turbolenze. Non vi è alcuna urgenza di intervenire, poiché il ciclo disinflazionistico è considerato concluso. Pertanto, l’attenzione si concentrerà sull’evoluzione del conflitto commerciale e su come influenzerà l’aggiornamento di settembre delle previsioni di crescita e inflazione. Un probabile miglioramento delle prospettive di attività economica, con tassi in area neutrale, riduce la necessità di ulteriori tagli.
Ci aspettiamo comunque un ultimo taglio di 25 punti base a settembre: La BCE mantiene il suo approccio basato sui dati e, dopo la revisione della strategia, ha introdotto i rischi per l’inflazione come nuovo fattore nelle decisioni sui tassi. Sebbene ci aspettiamo una soluzione al conflitto sui dazi, riteniamo anche che i rischi al ribasso per l’inflazione indotti dal tasso di cambio persisteranno.
Esiste inoltre il rischio di una riallocazione delle esportazioni dagli Stati Uniti verso l’area euro. In un contesto di rallentamento della crescita salariale, ciò inclina i rischi inflazionistici verso il basso e dovrebbe giustificare un ultimo taglio di 25 punti base, portando il tasso al limite inferiore dell’intervallo neutrale. Tuttavia, riconosciamo che lo spazio per questo taglio finale si sta assottigliando.
Riteniamo che la soglia per scendere sotto l’1,75% sia molto alta e che un simile passo avverrebbe solo in caso di uno scenario commerciale gravemente negativo che si materializzi inaspettatamente.