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Perché il Mef annuncia un mese prima il Btp Italia?

Il comunicato stampa del Mef sulla nuova emissione del titolo di Stato Btp Italia analizzato da Stefano Masa

Inconsueto il comunicato, come inconsueto l’aggiornamento.

Risale a giovedì scorso il comunicato stampa n.74 a firma MEF relativo alla nuova emissione del titolo di Stato BTP Italia. Si tratta di un prossimo collocamento destinato interamente «a finanziare le spese dei recenti provvedimenti del Governo a supporto del sistema sanitario, per la salvaguardia del lavoro e a sostegno dell’economia nazionale».

Come indicato nello stesso documento, lo strumento finanziario oggetto di prossimo collocamento è stato «pensato per il risparmiatore individuale» che potrà aderire a partire dal 18 al 20 maggio.

Tralasciando volutamente le specifiche dell’offerta (si rimanda al sito del MEF), ciò che appare inusuale, e pertanto inconsueto, è il timing dell’avvenuta pubblicazione: un mese prima dell’effettiva raccolta.

A motivarne l’intento, si legge, come il tutto si sia concretizzato «In considerazione del difficile contesto in cui l’operazione si svolge l’annuncio dell’emissione viene dato oggi, anche nelle more di una definizione di dettaglio di alcuni elementi collegati a questa edizione speciale del BTP Italia …». Condivisibile ma, sostanzialmente, tale “anticipazione dei tempi” è parvenza di non solo «difficile contesto».

Questo intervento incarna la medesima inconsueta causalità che ha contraddistinto la pubblicazione del recente “Aggiornamento Aprile 2020” alle “Linee guida della gestione del debito pubblico 2020”.

Tra le novità (cinque) che emergono in questo ultimo update si può riscontrare – al punto e) – come il Governo abbia l’intento di poter attuare un «coinvolgimento più ampio degli investitori retail» attraverso «emissioni, il cui esplicito obiettivo sarà quello di contribuire alla copertura dei provvedimenti già varati e ancora da varare da parte del Governo per fronteggiare la crisi sanitaria ed economico-finanziaria prodotta dalla diffusione del virus Covid-19».

Gli strumenti messi in campo dal Tesoro saranno incentrati «su due tipologie di prodotto»: il BTP Italia (con almeno un’emissione nel corso dell’anno) e un cosiddetto «nuovo strumento di tipo nominale, particolarmente semplice e privo di meccanismi di indicizzazione, specificatamente dedicato agli investitori retail, che potrà essere proposto in più occasioni durante l’anno». Quest’ultimo, nella sua pur breve attuale descrizione desta – al momento – sicuramente interesse.

Contestualizzando “il comunicare oggi” quanto sarà proposto tra un mese (non domani), sposta inevitabilmente l’attenzione sugli imminenti appuntamenti in agenda del Governo: primo fra tutti il Consiglio Ue.

Qualora, in tale sede, si verificasse un nulla di fatto sul fronte degli eurobond, l’attuale esecutivo, avrebbe già in tasca un piano di riserva: la citata emissione del nuovo BTP Italia. A supporto di questa ipotesi, è opportuno segnalare come, per tale offerta al mercato, non sia prevista la solita chiusura anticipata per il retail («Per favorire la massima partecipazione dei risparmiatori ed agevolare il lavoro degli intermediari finanziari in questo particolare periodo, per questa speciale emissione BTP Italia non sarà prevista la facoltà di chiusura anticipata lasciando quindi tre intere giornate per le sottoscrizioni dei risparmiatori retail»). Un ulteriore – l’ennesimo – inconsueto agire.

Agli addetti ai lavori, la nuova emissione potrebbe trovare giustificazione in un fisiologico atto di offerta al pubblico (anche perché in prossimità di scadenza di titoli già in circolazione) ma, per l’insieme degli elementi finora trattati, questa mera considerazione appare semplicistica.

Nell’attesa di poter analizzare le conclusioni che emergeranno nel tanto atteso Consiglio Ue, a prescindere dal suo esito finale, è lecito che l’investitore retail possa pretendere dallo Stato italiano una significativa remunerazione per la nuova proposta di investimento. Non essendo prevista la possibilità di negoziazione tra le parti, si rimette al Governo la responsabilità di presentare un allettante premio nell’auspicio che possa essere, ovviamente, inconsueto.

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