Il proxy italiano Frontis Governance raccomanda ai soci di Tim di votare contro la proposta di Vivendi di sostituire cinque consiglieri di amministrazione provenienti dalla lista di Elliott Management nell’assemblea dei soci del prossimo 29 marzo. Si tratta del secondo proxy a schierarsi contro i francesi dopo la raccomandazione dell’Iss diffusa lunedì sera. Ecco tutti i dettagli.
TUTTI I DETTAGLI SULLA PROSSIMA ASSEMBLEA DI TIM
Elliott, che detiene circa il 9,5% delle azioni, ma con la maggioranza in cda di Tim, e il primo azionista Vivendi, che detiene il 23,9% del capitale di Telecom, stanno cercando di convincere gli altri soci a votare in assemblea per la propria parte. Nei giorni scorsi ha riacceso lo scontro un’opinione dei sindaci, che hanno criticato il presidente Fulvio Conti, eletto nella lista Elliott, che non avrebbe fornito le stesse informazioni a tutti i consiglieri nel medesimo momento. Mentre ieri Elliott ha scodellato una serie di toste critiche contro Bolloré e i consiglieri indicati da Vivendi per sostituire quelli messi all’indice dal gruppo francese.
ECCO I CONSIGLI DI FRONTIS PRO ELLIOTT IN TIM
Anche Frontis, dunque, consiglia di votare contro la proposta di revoca e di opporsi alla nomina di nuovi consiglieri nel cda di Tim. “Nonostante le preoccupazioni per presunte asimmetrie informative all’interno del Consiglio, a causa di riunioni separate tenute dagli amministratori nominati da Elliott, e dalla mancanza di una rigorosa indipendenza di tali amministratori, siamo ancora più preoccupati per la possibilità che Vivendi riassuma il controllo del consiglio di amministrazione” scrive il proxy advisor nella sua relazione preparatoria all’assemblea. Frontis però si schiera anche contro la proposta di remunerazione, considerata ancora eccessiva.
I GIUDIZI SUI VERTICI
Secondo Frontis il presidente di Tim Fulvio Conti, lo scrive il proxy Advisor nel report inviato ai fondi per prepararli al voto in assemblea, “non e’ indipendente” ma preoccupa comunque meno dei “conflitti di interesse del principale azionista di Tim e le sue cattive pratiche in Italia in termini di corporate governance”. Infine Frontis fa notare, suggerendo di opporsi alla nomina di 5 nuovi consiglieri tra cui Franco Bernabe’ e Gabriele Galateri ” che Vivendi propone di riconfermare un ex amministratore delegato e un ex presidente di Telecom Italia, che non può essere considerato completamente libero da responsabilità per le cattive performance della Societa’ negli ultimi anni”.
QUESTIONE DI TRASPARENZA
Il proxy Advisor apprezza la trasparenza nella relazione sulla remunerazione “poiché tutte le condizioni sono divulgate e gli obiettivi a lungo termine sono quantificati”. Ma il suggerimento resta comunque quello di opporsi perché “tuttavia, deploriamo con forza che il Consiglio non abbia proposto alcuna modifica alla politica approvata nel 2018, nonostante l’altissima opposizione degli azionisti di minoranza”. Inoltre “la remunerazione variabile del CEO Gubitosi supera significativamente il limite di politica di voto del 300% del stipendio base: il bonus annuale in contanti e’ limitato al 150% e l’incentivo a lungo termine al 350% su una base media annuale. Inoltre, ci rammarichiamo che il conferimento dell’incentivo incentivo a lungo termine di Gubitosi dipenda da un periodo di prestazioni di soli 2 anni”.
COME SI SCALDA LA PARTITA
La tensione tra gli statunitensi di Elliott e i francesi di Vivendi, dunque, torna a salire e il titolo di Tim, che aveva recuperato nell’ultimo mese, anche in scia agli acquisti della Cassa depositi e prestiti, ricomincia a scendere. L’Institutional Shareholder Services, un ‘proxy’, ovvero una società che si occupa di raccomandare le scelte migliori agli azionisti, ha consigliato ai soci di Telecom Italia di votare contro la proposta di Vivendi di sostituire cinque consiglieri di amministrazione provenienti dalla lista di Elliott nell’assemblea del prossimo 29 marzo. Il fondo di Paul Singer ha “accolto con favore” l’indicazione.
CHE COSA HA INDICATO ISS
“Le prestazioni operative dell’azienda”, scrive Iss, “dal momento che il nuovo board è stato eletto sembrano ragionevoli, anche se in ritardo rispetto al piano aziendale” e, prosegue il proxy, “le scarse performance azionarie sembrano essere state guidate dalle preoccupazioni per la concorrenza e da un’asta di frequenze molto costosa”. Dunque Iss dà ragione ai critici dell’ex a.d. di Tim in quota Vivendi, Amos Genish, cui erano stati fra l’altro contestati i costi molto alti dell’asta per le frequenze 5G. Inoltre, il ribaltone che ha portato alla guida dell’azienda il nuovo a.d., Luigi Gubitosi, sarebbe in qualche modo “giustificato” dalle “azioni passate di Vivendi” che, ricorda Iss, ne avrebbero “minato” la credibilità. Elliott sfrutta l’assist del rapporto del proxy è afferma che “giustamente” l’Iss “conclude che Vivendi non è riuscita a rendere convincente il caso per cui un cambio in cda sarebbe legittimato, né ha presentato argomenti sostanziali relativi alla prestazione” del nuovo capo azienda. Anzi gli statunitensi parlano di di “conflitti di interessi dimostrabili e inaccettabili” di Vivendi.