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Educazione Finanziaria

Perché è fondamentale avere una (buona) educazione finanziaria

Cosa c'è scritto nel paper "L'Educazione Finanziaria che vorrei", realizzato da FeduF, in collaborazione con Scuola Politica "Vivere nella comunità", in media partnership con Start Magazine

Come imparare a gestire i risparmi? Quale è il livello di rischio di un investimento? E quale strumento di pagamento è più adatto alle nostre esigenze? È importante saper rispondere in piena autonomia, o quasi, a queste domande: operare o valutare scelte di natura economica ci permette di gestire in maniera opportuna le nostre finanze, permettendoci di vivere meglio.
Una buona educazione finanziaria, dunque, ci consente di realizzarci al meglio come cittadini nella società. Ma l’alfabetizzazione, su questo fronte, è ancora bassa ed è per questo che nel paper L’Educazione Finanziaria che vorrei, realizzato da FeduF, in collaborazione con Scuola Politica “Vivere nella comunità”, in media partnership con Start Magazine, si propone l’insegnamento della materia nelle scuole dell’obbligo.

Andiamo per gradi.

EDUCAZIONE FINANZIARIA: A CHE PUNTO E’ L’ITALIA?

Partiamo dalla situazione in Italia. Secondo l’Indagine della Banca d’Italia sull’Alfabetizzazione e le Competenze Finanziarie degli Italiani (IACOFI)”, alla seconda edizione, il livello medio di educazione finanziaria, nel 2020, è pari a 11,2, in una scala che va da 1 a 21 (in linea con il valore rilevato nel 2017). Da evidenziare che vi sono forti disparità sulla base del genere, del ruolo professionale e della distribuzione territoriale.

Guardando a livello globale, secondo i dati del Global Findex database, emerge “che il numero delle persone che non hanno un conto in banca, e che pertanto non hanno dimestichezza con la finanza, risulta pari a 1,7 mld, e si riferisce a persone che vivono per la maggior parte in Paesi come Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Messico, Nigeria e Pakistan”, scrive nel Paper Giuseppe Lafisca, Institutional and Territorial Affairs specialist presso Cassa Depositi e Prestiti.

PERCHE’ L’EDUCAZIONE FINANZIARIA E’ IMPORTANTE?

Eppure, lo sviluppo delle competenze tecniche e della cultura finanziaria è uno strumento fondamentale per vivere nella società: disporre di buone conoscenze finanziarie, assicurative e previdenziali può fare la differenza.

“L’educazione finanziaria consiste nell’imparare a usare il denaro per ridurre i rischi legati alla vulnerabilità della vita”, sostiene Andrea Roncella, phD, Responsabile formazione Fondazione RUI e Cultore della materia in Corporate Finance e Corporate Governance presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

I risparmiatori dotati di alfabetizzazione finanziaria, infatti, vantano rendimenti annuali superiori, perché in grado di controllare le proprie possibilità di spesa, di porre in essere una progettualità economica, di evitare prodotti costosi e complicati ed individuare il corretto livello di rischio del portafoglio di risparmio.

NON SOLO VANTAGGI PER IL SINGOLO.

E ancora. “Un alto livello di educazione finanziaria può tradursi in un bilancio familiare più solido, in grado di contribuire positivamente alla crescita economica dei Paesi, aumentando l’inclusione sociale e riducendo le disuguaglianze”, scrive Roncella.

UN’EDUCAZIONE DEMOCRATICA

Ed è in nome di questi vantaggi che nel paper L’educazione finanziaria che vorrei, Daniele Salvatore Giunta, Stewardship Development Italy di Enel X, afferma che “l’educazione finanziaria deve essere democratica e alla portata di tutti e non un privilegio derivante ad esempio dall’aver avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia con buone possibilità economiche. Sono convinto sia necessario dotare i giovani di strumenti che permettano loro di interpretare la realtà economica e di gestire in maniera adeguata, rispetto alle circostanze e agli obiettivi, il denaro e il risparmio. Molti esperti che si sono espressi in merito ritengono la soluzione migliore sia quella di introdurre l’educazione finanziaria e al risparmio nella scuola obbligatoria, imparando già sui banchi anche attraverso la condivisione di esperienze e casi pratici con cui misurarsi (avendo però le chiavi per decifrarli)”.

UNA FINANZA ETICA

Accanto ad un’educazione finanziaria democratica, ci si augura, però, anche una finanza etica, ovvero una finanza sviluppata “con metodi, strategie e strumenti che, discostandosi dall’ottica del massimo profitto, consentano di perseguire un congruo guadagno anche attraverso l’assunzione di impegni di rilevanza sociale”, scrive Diletta Di Marco, PhD Student presso la School of Management del Politecnico di Milano e Co-Founder di Officine Italia.

“Nel contesto politico dell’UE, la finanza sostenibile è intesa come un nuovo valore da rispettare per sostenere la crescita economica riducendo le pressioni sull’ambiente e tenendo conto degli aspetti sociali e di governance. La finanza sostenibile comprende anche la trasparenza quando si tratta di rischi legati a fattori ESG (Enviromental, Social and Governance) che possono avere un impatto sul sistema finanziario e la mitigazione di tali rischi attraverso un’adeguata governance degli attori finanziari”, aggiunge la Di Marco.

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