Tonfo in Borsa per la società italiana di diagnostica Diasorin, il cui titolo cede fino a oltre il 15% all’indomani di risultati trimestrali sotto le attese e del taglio della guidance per il 2025 a causa della contrazione del mercato cinese, che ha impattato negativamente sul settore diagnostico, e sull’attesa riduzione delle vendite Covid.
Giovedì 6 novembre il titolo ha chiuso a 63,4 euro, con una capitalizzazione di 3,55 miliardi, scendendo a un livello che non si vedeva dall’aprile 2017 e lontano dal picco di oltre 200 euro del 2021.
ANDAMENTO DEL TERZO TRIMESTRE 2025
Stando a quanto riferito dall’azienda, nel terzo trimestre del 2025 Diasorin ha registrato una flessione dei ricavi del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che si traduce in un incremento del 2% a tassi di cambio costanti.
Il risultato risente della significativa svalutazione del dollaro statunitense sull’euro, con un impatto negativo stimato in circa 12 milioni di euro, della contrazione del mercato cinese legata al programma di regolamentazione Volume-Based Procurement (VBP) e della prevista riduzione delle vendite legate al Covid.
A incidere è stata anche la calendarizzazione sfavorevole dei ricavi del business Licensed Technologies Group (LTG), che nel trimestre ha segnato un calo del 6% a tassi di cambio costanti, insieme ai volumi moderati di test molecolari per le infezioni respiratorie.
I RISULTATI PER DIVISIONI
Il business della diagnostica molecolare ex-Covid ha registrato ricavi per 146 milioni di euro, stabili a tassi correnti e in aumento del 3% a tassi costanti, trainati dalle vendite dei test di specialità sulle piattaforme Liaison MDX e Liaison Plex.
Le Licensed Technologies hanno generato 128 milioni di euro (+2%, +4% a tassi costanti), pur risentendo nel trimestre di una diversa distribuzione temporale degli ordini.
Il segmento Covid ha segnato, come previsto, un calo del 53%, con ricavi pari a 10 milioni di euro nei primi nove mesi del 2025.
TAGLIO DELLA GUIDANCE 2025
Le nuove stime prevedono per il 2025 una crescita del fatturato al netto del contributo Covid del 5% a cambi costanti, in calo rispetto al +8% precedente, mentre includendo il fatturato Covid la crescita complessiva è ora stimata al +4% (da +7%). L’ebitda margin adjusted è atteso intorno al 33%, rispetto al 34% stimato in precedenza.
I COMMENTI DEGLI ANALISTI
Gli analisti di Deutsche Bank, con rating buy e target price a 109 euro, definiscono “sorprendente” l’entità della revisione della guidance 2025, a solo un trimestre dalla fine dell’anno, e segnalano che i numeri del trimestre sono stati inferiori alle stime “del 3% sulle vendite, dell’8% sull’Ebitda adjusted e del 5% sull’utile netto adjusted”.
Jp Morgan, dopo la trimestrale, ha ridotto il target price da 75,4 a 68 euro, evidenziando che gli obiettivi di medio termine del gruppo continuano a sembrare troppo ottimistici. Gli esperti, stando a Milano Finanza, sottolineano che, pur prevedendo un allentamento dei principali problemi nel 2026, il mercato mantiene un approccio prudente. Intermonte, fa sapere Radiocor, ha ridotto il prezzo obiettivo da 89 a 82 euro, confermando rating neutral, segnalando risultati “più deboli del previsto, con ricavi e ebitda adjusted inferiori rispettivamente del 5% e 12% rispetto alle stime proprie e del consenso”.
Per Morgan Stanley, con rating overweight, i conti del trimestre sono “globalmente deboli”, con mancate attese nei principali segmenti. In particolare, la divisione Immunodiagnostica ha registrato un calo del 2% rispetto alle stime, penalizzata dal progetto cinese di acquisti centralizzati e dal rallentamento europeo. La divisione Molecular ha evidenziato conti inferiori del 9% rispetto al consenso per il calo delle vendite nei test respiratori, mentre Luminex Technologies Group ha mancato le previsioni dell’8% per il timing sfavorevole degli ordini. La nuova guidance 2025 implica tagli di circa l’1% alle vendite e del 5% all’ebitda rispetto al consenso.
FATTORI DI DEBOLEZZA
Gli analisti, osserva Radiocor, evidenziano elementi già noti dal primo semestre, tra cui le difficoltà nel mercato cinese, la persistente debolezza della divisione tecnologie in licenza (-15% nel segmento Life Science) e il previsto calo dei test Covid. Anche i volumi di test nella divisione MolecularDX sono scesi per il ritardo nell’avvio della stagione respiratoria, mentre i dazi statunitensi e un mix sfavorevole di vendite hanno impattato sulla redditività. Equita ha rivisto le stime di fatturato al ribasso del 3%-4% e dell’ebitda adjusted del 10%-11%, con target price ridotto del 19% a 96 euro, pur confermando il rating buy.
Rbc, riportata da Mf, segnala che i problemi del settore hanno colpito tutti e tre i segmenti del gruppo, ma molti fattori dovrebbero attenuarsi nel corso del 2026. Durante la conference call Diasorin ha ribadito la fiducia nel raggiungimento della parte bassa del target di crescita delle vendite di medio termine, stimato tra crescita media annua high single digit e low double digit nel periodo 2024-2027. Secondo Rbc, il titolo tratta a sconto rispetto ai principali competitor del settore diagnostico.
CONSENSUS E TARGET PRICE
Infine, Milano Finanza riferisce che il consenso Bloomberg sul titolo Diasorin registra 12 giudizi buy, 3 hold e 2 sell, con target price medio a 96,89 euro, ossia il 34,5% sopra il valore attuale. Mediobanca e Rbc Capital indicano un obiettivo di 105 euro (outperform), Intesa Sanpaolo 108,3 euro (neutral), JP Morgan 68 euro (underweight), Equita 96 euro (buy) e Banca Akros ha ridotto il prezzo obiettivo da 122 a 90 euro confermando rating accumulate.







