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Pensioni

Pensioni, ecco perché il governo sta sbroccando

L'intervento di Stefano Biasioli

Il blog dei 5S ha etichettato come “imbarazzante” il gilet giallo indossato dal Prof. Poerio alla trasmissione “Piazza pulita” di Formigli (giovedi 10/01/19).

In realtà di “imbarazzante” c’è stato il comportamento di Gianluigi Paragone, parlamentare dei 5S.

Paragone ha attaccato pesantemente il Prof. Poerio, all’inizio del suo intervento. Lo ha attaccato “perché portava il gilet giallo”.

In un paese libero, ciascuno indossa ciò che crede, purché non dia scandalo. E il “gilet giallo in questione” era indossato sopra un vestito di ottima fatta. Perciò, dove stava lo scandalo?

Non pretendiamo che l’ex direttore de “La Padania”, Paragone, conosca la storia pensionistica italiana. Ma, poiché si è comportato in modo strafottente, noi di Leonida gli ricordiamo alcune cose.

I primi che hanno indossato il GILET GIALLI non sono stati i francesi anti-Macron. Ma I PENSIONATI FEDERSPEV che, nel lontano 4 dicembre 2013, sono scesi in piazza – davanti a Palazzo Chigi- indossando i gilet gialli e imbracciando un bastone, in segno di protesta contro i tagli alle loro pensioni, varati dal governo di allora.

Si tratta di quei tagli (contributo di solidarietà e mancata rivalutazione piena delle pensioni) che – guarda caso – il governo gialloverde ha riproposto “paro paro” con la legge di stabilità 2019.

Paro paro? No, anzi peggiorando quelle misure poi censurate (sia pur parzialmente) dalla Corte Costituzionale nel 2015. Infatti, invece di ritornare alle percentuali di rivalutazione della legge 288/2000 , questo governo ha varato ben 7 fasce di penalizzazione crescente, per altri 3 anni, dopo i 5 precedenti.

Quanto al contributo di solidarietà (in precedenza triennale), la finanziaria 2019 norma che esso sia addirittura quinquennale, con percentuali di “tagli” che vanno dal 15 al 40%, sulla base della pensione annuale lorda e a partire dai 100.000 euro.

MA CHI E’ POERIO e CHI RAPPRESENTA ?

Poerio è un Primario Otorinolaringoiatra in pensione. Un illustre medico specialista che ha fatto carriera e ha alle spalle oltre 40 anni di lavoro, con 46 anni di contributi versati, mese dopo mese (33% del lordo) e di tasse pagate (47% del lordo), senza poter evadere una lira o un euro. Un pensionato che ha versato contributi pensionistici (rivalutati) per oltre 2 milioni di euro e che, oggi, ha una pensione sui 5.300 euro/mese, legata ai suddetti versamenti e non “rubata”.

Inoltre Poerio, come tutti i pensionati similari, è stato costretto (anni 2008-2018) a versare “contributi obbligatori all’INPS” – per aiutare le pensioni assistenziali – per un ammontare di alcune decine di migliaia di euro. I governi precedenti glielo hanno imposto, con un danno economico immediato e futuro, perché quei denari, Poerio e i suoi simili, non li ricupereranno mai. Quindi, un danno duraturo ed una beffa. Si, una beffa perche’ quei tagli, quei contributi obbligatori, continuano con questo governo. Anzi, a fronte di un piano economico triennale (2019-2020-2021) il “contributo di solidarietà” ha ora durata quinquennale (sic!).

Ma POERIO NON RAPPRESENTA SOLO SE STESSO.

Poerio è il PRESIDENTE del FORUM PENSIONATI d’ITALIA, ossia del coordinamento di 16 ASSOCIAZIONI PENSIONISTICHE ITALIANE che comprendono pensionati “autonomi” di diversa estrazione: medici, dirigenti sanitari, militari di molte armi, insegnanti, avvocati, bancari,magistrati.

Una cifra non piccola: 800.000 pensionati “autonomi”, tutti con decenni di lavoro alle spalle, tutti con una carriera professionale “dignitosa”, tutti con pensioni lorde superiori a 3 volte il minimo INPS (1522/mese) e corrispondenti ai contributi versati. Anzi, inferiori ai contributi versati, perche’ si tratta di pensioni miste retributive+contributive. Tutti pensionati che non si vergognano della loro pensione, perche’ se la sono meritata.

Paragone ha urlato a Poerio che “..Voi non andrete in piazza…percio’ non siete degni dei gilet gialli….”

Paragone non sa quello che il FORUM PENSIONATI ha deciso di fare e deciderà, formalmente, nel direttivo di giovedì 17/01/19.

Infatti, dopo la lettura della Legge 145/2018 (Finanziaria 2019 ; Supplemento Ordinario 62 alla G.U. 302/2018; art.1, commi dal 260 al 269) , la rabbia dei pensionati italiani è montata.

La rabbia dei PENSIONATI AUTONOMI (800.000 persone) e delle loro famiglie (in tutto, oltre 1.700.000 persone votanti) è cresciuta. Non solo per l’entità dei tagli e dei furti pensionistici, ingiustificati ed incostituzionali. Ma, anche e soprattutto, per l’evidente tentativo GRILLINO di DEMONIZZARE le LORO PENSIONI, come se fossero “rubate e ingiustificate”. Cosa non vera, anzi difforme dalla realtà.

Ma, questo, Paragone e i 5S non lo sanno, o fanno finta di non saperlo. Per loro le pensioni superiori al minimo INPS sono pensioni “rubate”. No, sono PENSIONI GIUSTE, le NOSTRE.

Lo dimostrano I FATTI. Lo dimostrano i DATI. Non pretendiamo che Paragone legga le corpose relazioni di BRAMBILLA o della RAGIONERIA dello STATO in merito alle pensioni e ai costi pensionistici.

Paragone e C. così imparerebbero che Assistenza e Previdenza sono due cose diverse. La Previdenza è legata ai contributi versati e dipende da almeno 20 leggi volute da tanti parlamenti italiani, dal 1945 in poi.

Parlamenti democratici, che hanno fatto scelte precise, ratificate dalla Corte Costituzionale, quasi sempre.

La Previdenza INPS E’ IN ATTIVO.

L’Assistenza non è legata ai contributi e non deve essere fatta tagliando le pensioni legittime. L’ASSISTENZA VA FATTA CON le TASSE di TUTTI, A PARITA’ di REDDITO. Di tutti, pensionati e lavoratori attivi. Non solo mettendo le mani nel portafoglio dei pensionati.

I 5S hanno ottenuto milioni di voti con la promessa del REDDITO di CITTADINANZA e della PENSIONE di CITTADINANZA. Ma, per questo, devono usare l’arma delle TASSE e non rubare ai pensionati 1,2 miliardi di euro, da girare ai “miseri” calpestando i diritti “quesiti”.

LA NOSTRA PENSIONE NON E’ REGALATA, come quella che i 5S vogliono dare a chi non ha potuto lavorare o non ha voluto lavorare, per un periodo sufficiente a costruirsi una pensione superiore al minimo.

Queste cose le ribadiamo da anni, finora inascoltati. Ora inascoltati anche dalla Lega che, sul tema pensioni, lascia che DiMaio e C. abbiano il campo libero.

Per questo, NOI PENSIONATI ESASPERATI NON STAREMO ZITTI.

Anche se siamo vecchietti, sappiamo usare i mezzi informatici e li useremo. Abbiamo un sito web aggiornatissimo, un grosso archivio elettronico di indirizzi e-mail, una rete di “diffusori” delle nostre informazioni e qualche rete televisiva che, con Noi, si comporta meglio di quanto abbia fatto la rete LA7, anche nel recente passato.

Useranno tutti i mezzi leciti possibili, per difendersi dalle angherie del governo giallo-verde. Migliaia di ricorsi alle Corti dei Conti Regionali, ai Tribunali Civili, alla Corte Costituzionale, alla CEDU.

Useranno l’arma del voto, nel 2019 e negli anni a venire.

Stefano Biasioli

Segretario APS-LEONIDA

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