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Amarcord Scaroni

Fatti e nomi a margine dell'intervista di Repubblica a Paolo Scaroni, neo presidente dell'Enel.

 

Gli habitué di Paolo Scaroni non si sono scomposti più di tanto per l’intervista di ieri a Repubblica con cui il neo presidente Enel ha assicurato che gli accordi conclusi tra Eni e Gazprom, regnante lo stesso Scaroni, erano benedetti da americani, Nato e governi italiani del passato.

A torto o a ragione, Scaroni è infatti da sempre convinto di conoscere come le sue tasche l’animo profondo degli americani (‘se parli loro di business, capiscono che non stai facendo politica’).

Saranno gli esordi in Chevron Texaco, oppure il ricordo degli enormi budget a disposizione del plenipotenziario Eni a New York, Enzo Viscusi. Sta di fatto che Scaroni è persuaso di non avere alcun problema Oltreoceano. D’altronde, da deputy chairman di Rothschild, ne ha ben donde.

È probabile, comunque, che la nuova nomenclatura Enel voglia muoversi con prudenza su quel fronte. Flavio Cattaneo, dopo l’improvvida intervista rilasciata ad Annalisa Chirico per il Foglio con cui criticava gli investimenti Enel negli Usa quando non era stato ancora nominato dal governo ai vertici del gruppo energetico, ha appena confermato il maxi investimento in Oklahoma. Della serie: non si sa mail.

Quanto a Scaroni, alla prima seduta del cda si è fatto accompagnare – secondo la ricostruzione di Startmag – da Leonardo Bellodi. Vecchia conoscenza dei tempi Eni, Bellodi si è storicamente dedicato ai rapporti con mondi riservati. Bellodi tende a esibire i rapporti con gli israeliani, ma gli addetti ai lavori pensano soprattutto all’Aise ai tempi della direzione di Alberto Manenti. Un vero e proprio idillio, quello con Manenti, che a qualcuno deve aver dato parecchio fastidio. Tant’è che a un bel punto le redazioni dei giornali italiani vennero letteralmente inondate di segnalazioni su bonifici niente male da Bellodi a Manenti (rigorosamente estero su estero).

Con Scaroni, quindi, torna Bellodi con la sua fitta rete di relazioni. E c’è anche chi ha ripreso a sussurrare il nome di Patrick Landau, il super-consulente israeliano basato in Svizzera. Ai bei tempi andati, era (anche) a lui che Scaroni e Bellodi si affidavano i dossier più scottanti.

Sarà amarcord?

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