Fusione Unicredit-Bpm? Perché no? Anzi magari.
E’ questo il succo delle parole del nuovo presidente della Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona, secondo le interpretazioni degli analisti sull’intervista che il nuovo numero uno dell’ente torinese ha rilasciato oggi al quotidiano Repubblica.
La fusione tra Banco Bpm e UniCredit ha ancora valenza strategica. Lo sostiene Fabrizio Palenzona, che ieri è stato eletto come nuovo presidente della Fondazione Crt, la fondazione di origine bancaria che è azionista di Unicredit.
CHE COSA HA DETTO PALENZONA SU UNICREDIT E BANCO BPM
Ma che cosa ha detto Palenzona? “Vent’anni fa l’allora ad di UniCredit, Alessandro Profumo, mi mandò dal presidente di BPM Bassi, per proporgli un’Opa amichevole in contanti, al doppio dei prezzi di Borsa di allora – ha detto a Repubblica – L’idea di Profumo era di rafforzare UniCredit in Lombardia, dove c’era un deficit per la banca rispetto ad altre aree in Italia. A distanza di vent’anni mi risulta che quel deficit ci sia ancora, e che quindi resti la valenza strategica dell’operazione”.
PALENZONA SU ORCEL E CASTAGNA
“Detto questo conosco bene sia Andrea Orcel che Giuseppe Castagna, che sono due manager bravissimi e tocca a loro decidere le strategie di UniCredit e Bpm, non certo all’azionista”, ha aggiunto il nuovo presidente dell’ente torinese.
LE PAROLE DI PALENZONA NON SOLO SU UNICREDIT E BANCO BPM
Palenzona è subentrato a Giovanni Quaglia, che ha guidato la Fondazione Crt dal 1° febbraio 2017. A una domanda sui piani per Mundys (ex Atlantia), di cui Crt ha il 5%, ha risposto: “In Crt apprezziamo il percorso strategico che il presidente di Edizione Alessandro Benetton sta portando avanti in Mundys, che punta all’internazionalizzazione, tenendo cuore e testa in Italia. Lavoreremo con Edizione e Blackstone per supportare lo sviluppo di Mundys”.
EFFETTO PALENZONA SUI TITOLI UNICREDIT E BANCO BPM?
Le parole di Palenzona sono di fatto nuova carne messa al fuoco sulle ipotesi di aggregazione bancaria. Già due giorni fa il ritorno della speculazione su una possibile acquisizione da parte di UniCredit ha spinto il titolo Banco Bpm a Piazza Affari.
LE IPOTESI RICORRENTI SU UNICREDIT E BANCO BPM
Alcune ricostruzioni di stampa hanno rispolverato nei giorni scorsi il progetto di aggregazione tra i due istituti, sulla base della recente rivalutazione del titolo UniCredit, che renderebbe conveniente per la banca guidata dall’amministratore delegato Andrea Orcel il concambio azionario.
IL REPORT DI EQUITA
Gli analisti di Equita ricordano che in occasione della presentazione dei conti 2022, Orcel “aveva indicato che entro fine anno la banca avrebbe definito l’utilizzo del suo eccesso di capitale, che stimiamo tra i 6 e i 7,5 miliardi sulla base di un Cet1 target di 12,5-13%”.
I NUMERI SU BANCO BPM E UNICREDIT
Gli esperti – secondo un punto dell’agenzia Radiocor – ribadiscono la convinzione che l’operazione “avrebbe un forte razionale industriale in quanto rafforzerebbe in modo significativo il posizionamento competitivo di UniCredit in Italia, con una quota di mercato complessiva in termini di filiali che passerebbe dall’11% al 18% e dal 10% al 20% al Nord, e spazio per un elevato incremento dell’utile per azione, oltre il 15% post sinergie, anche a fronte del riconoscimento di un premio significativo a favore degli azionisti Banco Bpm e senza compromettere la solidità patrimoniale della combined entity”. “Allo stesso tempo – avverte Equita – riteniamo complicata un’operazione in questo momento considerando le incertezze sull’evoluzione dello scenario macro e alla luce della presenza di Credit Agricole come primo azionista di Banco Bpm, nonché partner nel credito al consumo e nell’assicurazione”.
IL REPORT DI INTERMONTE
L’acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit, nota da parte sua Intermonte, “chiuderebbe la questione Mps-Banco Bpm, con probabile disaccordo del governo’. ‘Riteniamo che il Governo veda di buon occhio la creazione di un terzo polo bancario piuttosto che un’ operazione UniCredit-Banco e che Credit Agricole cerchi di preservare i propri accordi commerciali con Banco Bpm’, scrive la Sim, che prevede inoltre che UniCredit ‘guardi a 360 gradi opzioni di crescita per vie esterne”.