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Opinionisti alla frutta. Basta una pesca dell’Esselunga a fare sputare bile sui social?

Se in ambito pubblicitario vige la regola del "purché se ne parli", allora chi ha scritto lo spot della pesca di Esselunga ha fatto un ottimo lavoro. Resta lo sbigottimento di come una semplice pubblicità "a lieto fine" possa essere letta mediante la lente deformata della politica e creare un vespaio di polemiche

“Il mondo ci guarda, gli italiani votano no”. Era il 1974 e l’opinione pubblica si infiammava sul referendum del divorzio mentre la politica elargiva slogan come se fossero caramelle: “La famiglia deve vincere, vota sì”. Un secolo dopo – o poco meno -, il nostro Mondo piccolo guareschiano è nuovamente scosso dal tema. E non perché l’istituto giuridico sia messo in discussione dal legislatore (che anzi ha anticipato al primo marzo l’avvio dell’iter processuale più celere della riforma Cartabia), ma perché ci sarebbe una pubblicità, di Esselunga, che per alcuni esalterebbe la famiglia tradizionale e finanche il governo sovranista, anche a costo di tenerla assieme con lo sputo. Anzi, con una pesca.

Lo spot che sta agitando politologi, giornalisti, commentatori della domenica, benpensanti e opinionisti onnipresenti è questo e vede una bambina chiedere alla mamma, intenta a fare la spesa, di acquistarle una pesca. La pubblicità nella sua edizione integrale è piuttosto lunga (dura 2 minuti) e probabilmente nel passaggio televisivo perderà alcuni secondi. Solo nella seconda parte si scopre che la bimba è figlia di genitori separati (in realtà è una presunzione dello spettatore: potrebbero pure aver litigato e lui essere riparato a casa dei suoi o sul divano di amici) e, dovendosi dividere tra i due, arriva dal babbo ambasciatrice di un’offerta di pace: la famosa pesca. “Te la manda la mamma”.

Non è vero: la mamma, oltre i vetri, guarda in cagnesco il coniuge o l’ex coniuge. L’ennesima famiglia sfasciata in cui i figli sembrano più adulti dei genitori? Una situazione terribilmente normale, nella sua quotidianità. Una situazione dipinta con gusto e col dovuto tatto da una scelta registica superiore a quella di tanti altri promo in circolazione. La pesca è l’elemento risolutore della lite: il babbo dice alla piccola che è il suo frutto preferito e guarda verso le finestre di casa per elargire un sorrisone di ringraziamento.

Forse la pesca di Esselunga avrà sopito i rancori tra i genitori della povera Emma, ma ha scatenato polemiche nel Mondo piccolo di X, con commentatori che accusano il supermercato di voler propagandare un modello di famiglia “a tutti i costi”, “strumentalizzando” una povera bambina e dando magari un colpo di spugna alla legge sul divorzio.

COSA DICE ESSELUNGA SULLO SPOT DELLA PESCA

In realtà Esselunga ha presentato così lo spot sulla pesca: “Non c’è una spesa che non sia importante. La frutta fresca? È importante, per mangiare più sano. Il basilico? Importante, lo dice sempre la nonna. Le lasagne? Importanti, perché vengono i suoceri. Dietro ogni prodotto che compriamo c’è una storia che parla di noi. In ogni spesa può esserci un significato più profondo di quello che siamo abituati a pensare. Scopri la storia di Emma, nel cortometraggio La Pesca”.

Nessun riferimento alla politica, tanto meno sembra esserci la voglia di finire coinvolti nell’eterno dibattito tra genitore 1 e 2, riti tradizionali o folkloristici (non dimentichiamo che in questo governo siede Roberto Calderoli, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, che si sposò con rito celtico officiato da un druido d’eccezione: Marco Formentini). Insomma, nessuna volontà di impelagarsi in cose più grandi di una pesca.

LA POLEMICA INFURIA SU X

Ma questo non basta a scagionare lo spot, che col passare delle ore sui social è vittima di attacchi sempre più feroci: “Mi sta letteralmente passando la voglia di fare la spesa lì. Ma che cazzo di pubblicità demmerda! Ora diamo addosso ai genitori separati o divorziati per farli sentire in colpa? Ma che schifo”, esclama un utente.

Gli fa eco un altro internauta: “Mia figlia ieri ha visto la pubblicità dell’Esselunga ed è convinta che se la porto a comprare una banana al supermercato allora io e sua madre torniamo insieme, dico io ma vi sembra normale mandare questi messaggi in tv? Sono privo di parole.”

UNO SPOT CONTRO IL DIVORZIO?

E naturalmente c’è chi ci vede messaggi politici: “Poi uno si chiede perché ho sempre cercato di evitare di fare la spesa all’Esselunga (e ho vissuto 14 anni a Milano). Li pativo già ai tempi delle tirate super-destrorse di Caprotti senior, ma ora che fanno una campagna che colpevolizza chi divorzia, sono felice di averlo fatto”, il commento al vetriolo di un twittaro.

“Pubblicità Esselunga tutta sbagliata mi dispiace ma è così buonanotte”, la stroncatura senza appello di un altro. Da leggere in paio con quest’altro commento: “Non fatevi fuorviare; qui il divorzio è raccontato come strumento che infelicita bambini responsabilizzandoli per far riunire i genitori. Il divorzio rimane un diritto e sta ai genitori non farlo apparire come mostro. Idem vale per il matrimonio”.

C’è chi si lancia in disamine più approfondite: “Lo spot Esselunga è il festival dei pregiudizi sulle coppie separate. Il clichè della bambina infelice, di facile presa emotiva, è incentrato sul presupposto-tutto dio patria e famiglia-che il divorzio sia la soluzione peggiore per i figli. La morale tradizionalista pure al supermercato anche no, abbassassero un po’ i prezzi se proprio vogliono aiutare le famiglie.”

E chi ci legge persino l’agenda del governo Meloni: “Il nuovo spot di Esselunga con la bimba che cerca di fare riappacificare i genitori lo leggo con: state insieme per i figli. Adatto alla nuova narrazione che mi sembra una stronzata a sua volta. L’ involuzione del paese prevede anche l’ abolizione del divorzio o che?”.

E, ancora: “sono l’unica a trovare l’ultima pubblicità di #esselunga agghiacciante?! il pubblicitario che se ne è occupato è Pillon? pensavo fosse una pubblicità ministeriale contro il divorzio e ho detto tutto”. Per concludere con: “Il “cortometraggio” dell’#Esselunga avrebbe un senso se alla fine apparisse la scritta “Pubblicità progresso del ministero della propaganda per la difesa di Dio Patria e Famiglia”. Come pubblicità di un supermercato io la trovo piuttosto fuori luogo”.

 

Nemmeno i giornalisti rinunciano al commento facile. Il direttore di L43 (testata che infatti di lì a breve dedica un articolo alla polemica social) parla di “primo spot autenticamente dell’era Meloni”. Tranchant Nunzia Penelope, vicedirettore del giornale on line Il diario del lavoro che dice addio alla catena di supermercati.

Mentre va in tutt’altra direzione il commento di Andrea Conti del Fatto Quotidiano: “Dopo smaronamenti pubblicitari di vario tipo negli anni su famiglie felici, coppie perfette, nonni impeccabili, Esselunga si distingue dagli altri e affronta il divorzio dal punto di vista dei piccoli. Coraggiosi? Realistici. Bravi”.

 

Per fortuna c’è anche chi ci sa ridere sopra, riportando lo spot nel proprio alveo naturale. Una utente per esempio chiosa: “Lo spot è commovente, ma io davanti alle pesche piangevo già per il prezzo che hanno raggiunto”.

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