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Mediaset

Non solo Tim. Tutti gli scenari per Mediaset (che lascia in cassa gli utili)

Conti 2018, decisioni e scenari. Che cosa succede a Mediaset nell'articolo di Andrea Montanari di Mf/Milano Finanza

 

Mediaset fa sul serio per quel che riguarda il progetto di realizzazione del polo televisivo generalista europeo. Il gruppo tv guidato da Pier Silvio Berlusconi ieri ha definito due mosse strategiche che fanno presagire un’accelerazione sul piano annunciato più di un anno fa proprio dal top manager.

CHE COSA HA DECISO IL GRUPPO DI BERLUSCONI

Il Biscione introduce il voto maggiorato in statuto (modificando l’articolo 7) e, a differenza di quanto stimato dal mercato e atteso dagli analisti, non distribuisce il dividendo (il consensus viaggiava nella forchetta 0,11-0,22 euro per azione).

PERCHE’ L’UTILE DI MEDIASET NON VIENE DISTRIBUITO

«Con l’obiettivo di rendere ancora più solida la struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo, nonché di avere le risorse adeguate per cogliere tutte le opportunità di mercato in ambito internazionale», si legge nel comunicato diramato ieri sera dal network di Cologno Monzese, «il cda ha deciso di proporre all’assemblea di riportare l’utile di Mediaset spa, 111,8 milioni, a nuovo, riservandosi peraltro di esaminare nuovamente la decisione nella riunione del cda del 25 luglio che approverà la semestrale e, nel caso, di sottoporre a un’eventuale nuova assemblea la proposta di distribuzione di dividendi dalle riserve disponibili». Tradotto: in questi mesi ci si concentra sul possibile matrimonio e, se non si arriverà alla definizione di un merger, i soci, a partire da Fininvest, avranno quanto dovuto e richiesto: Mediaset non distribuisce cedole agli azionisti dal 2011.

A CHE COSA MIRA L’INTRODUZIONE DEL VOTO MAGGIORATO

Contestualmente il cda ieri ha deliberato a maggioranza (tre i voti contrari) di convocare l’assise dei soci anche in sede straordinaria per votare in merito alla proposta di modifica dell’articolo 7 dello statuto relativo all’introduzione del voto maggiorato. Una mossa che fa presagire la volontà della Fininvest dei Berlusconi, nel frattempo salita al 44,17%, di blindarsi in vista di un possibile m&a con la tedesca ProsiebenSat.1 o, in seconda battuta, con la francese Tf1.

IL RUOLO DI VIVENDI PER TIM

Non è invece completata, come già anticipato da MF-Milano Finanza, l’opa su Mediaset Espana. In questo scenario, però, non va trascurato il potenziale ruolo del socio Vivendi (28,8%, con il 20% congelato in un trust); in tal senso non si può escludere neppure un eventuale deal, già ipotizzato in passato dal mercato, con Tim.

I NUMERI 2018

Dal punto di vista gestionale il 2018 è stato caratterizzato da una plusvalenza straordinaria legata all’adesione all’opa su Ei Towers lanciata dal fondo F2i e dalla stessa Mediaset. Così se i ricavi sono risultati in calo da 3,55 a 3,4 miliardi e l’ebit è stato positivo per 73,7 milioni ma in netto calo rispetto ai 226,4 milioni del 2017 a causa del risultato negativo delle attività italiane (-182,9 milioni), l’utile netto è balzato da 90,5 a 471,3 milioni, appunto per la plusvalenza contabile dell’adesione all’opa su Ei Towers. Senza questa posta di bilancio i profitti sarebbero ammontati a 97,3 milioni. Dimezzato il debito, sceso da 1,39 miliardi a 736,4 milioni.

(articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza)

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