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Non solo Russia, tutti i rischi geopolitici di crypto e blockchain

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Russa, Ucraina e il ruolo geopolitico di crypto e blockchain. L’analisi di Chiara Oldani, professore di Politica economica all’Università degli studi della Tuscia

Dal 21 febbraio 2022 siamo spettatori del secondo peggior evento dell’umanità; dopo la pandemia, la guerra. L’attacco russo ai territori ucraini non si svolge solo con armi, battaglioni e aerei, ma anche sul web. La Russia è stata in passato accusata di aver manipolato alcuni social media per favorire dei candidati nelle (libere) elezioni di paesi occidentali. Nessuna prova è stata fornita alle autorità europee, nessuna condanna è stata decisa, ma aleggia una robusta diffidenza. Lo sviluppo tecnologico russo è molto avanzato e, in particolare, la blockchain parla spesso in russo.

IL RUOLO GEOPOLITICO DI CRYPTO E BLOCKCHAIN

La blockchain (catena a blocchi) è un sistema che permette lo scambio decentrato, non controllato dalle autorità nazionali di contratti, di criptovalute e di ricchezze spesso dalle origini non chiare. La capitalizzazione degli scambi in criptovalute ha superato i $2 miliardi. Lo spirito alla base della catena a blocchi è quello del movimento cypherpunk di protesta contro il controllo, il capitalismo, l’oppressione. Nel Manifesto del movimento del 1993 si legge che il valore fondante delle nuove tecnologie è la tutela della privacy, che lo Stato, nessuno Stato può garantire.

CRITTOGRAFIA, DOVE SI USA, DOVE NO

La tecnologia web deve essere crittografata, per tutelare la libertà, la privacy e l’individuo. Il fondatore della blockchain open source Ethereum, tra le più sviluppate e ricche di potenziale applicativo, Vitalyi Buterin è un informatico di grande talento, che vive in Canada. Nato nel 1994 in Russia è il miliardario più giovane al mondo. Lo sviluppo tecnologico dei social media nei paesi occidentali, come i FAG (Facebook Amazon Google) è andato nella direzione esattamente opposta: raccolgono i dati degli utenti e li valorizzano, vendendoli. Nessuna crittografia, tutto viene tracciato e la privacy degli utenti non è tutelata.

La guerra russa ha luogo anche sul web, solo che ancora non abbiamo capito la sua dimensione. Obiettivi sensibili nel conflitto sono, tra gli altri, i sistemi informativi e database aziendali, le password, i sistemi di identificazione personale, le infrastrutture di rete, i backup. In Italia forse ci salveremo grazie al fatto che molti uffici usano ancora il fax…

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