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Nexi, ecco perché i dipendenti sono imbufaliti con Bertoluzzo

Il colosso che solo nel primo trimestre del 2023 ha fatturato quasi 742 milioni ha un problema con i suoi lavoratori. Il 22 e il 23 giugno lo sciopero dei dipendenti Nexi potrebbe causare disagi nei prelievi e nei pagamenti con i pos

Tensioni in casa di Nexi, gruppo guidato dall’amministratore delegato Paolo Bertoluzzo.

Se da un lato la fusione per incorporazione di Sia Spa in Nexi ha plasmato un colosso nell’ambito dei pagamenti digitali da circa cinquemila dipendenti, con quartier generale in corso Sempione a Milano, dall’altro pare aver creato parecchio scontento tra i dipendenti che lamentano un deciso peggioramento delle condizioni lavorative.

COSA AGITA I DIPENDENTI NEXI

“Il personale – lamentano i sindacati – ha mantenuto i diversi livelli economici e normativi delle aziende di provenienza e pertanto vi sono molte situazioni in cui le persone, pur lavorando fianco a fianco e facendo le stesse attività, hanno trattamenti economici profondamente diversi”. L’accordo di secondo livello in Sia era più favorevole rispetto a quello di Nexi, motivo per il quale i sindacati vorrebbero farlo diventare il modello per tutto il gruppo.

Nel dettaglio i lavoratori denunciano “un clima pesante e di diffuso malessere che coinvolge in modo trasversale tutti i dipendenti” e la mancata “erogazione Bonus energetico, mancata possibilità di lavorare 100% in smart working per genitori di U14, schede di valutazione professionali ‘discutibili’, solo per citarne alcune, rappresentano, a nostro avviso, scelte consapevoli del management dell’Azienda”.

“La leadership ed il processo decisionale vengono interpretati in modo verticistico e si rappresentano come chi ha in tasca la ‘soluzione migliore per tutti’. Sicuramente questa soluzione è sempre in direzione favorevole agli azionisti di riferimento e al Top Management, ma non permette di cogliere l’opportunità di un accordo ‘veramente equo’ che sarebbe un investimento per il futuro di tutti”, lamentano i sindacati.

IL PARADOSSO DEI COMPENSI APICALI

La fermezza con cui Nexi respinge le richieste dei lavoratori sta creando un nuovo fronte: “L’azienda giustifica la sua rigidità con la presunta sostenibilità economica, l’equità  tra colleghi e la finalità ultima del bene dei dipendenti. Troviamo i concetti di sostenibilità, equità e ‘bene dei dipendenti’ quanto meno curiosi rispetto ai ‘legittimi’ compensi elargiti al Top Management: nel 2019 l’ad (Paolo Bertoluzzo ndR) e il CFO di Nexi erano al 1° posto (+ di 43 ml) ed al 4° posto (+ di 17 ml) degli stipendi tra i manager delle società italiane quotate in borsa (fonte Sole24ore). Nel 2022 AD e dirigenti hanno avuto compensi nell’ordine dei ml di euro. Nel 2023 c’è un programma LTI che prevede 5 ml di premio aggiuntivo per un numero ristretto di beneficiari”.

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