Ammonta a quasi 1,5 miliardi per Mps il petitum legato alle vertenze giudiziali, civili e penali, e alle richieste stragiudiziali relativi all’acquisto di strumenti finanziari emessi in occasione degli aumenti di capitale 2008, 2011, 2014 e 2015 o sui mercati sulla base di informazioni non corrette contenute nei prospetti informativi o nei bilanci o nelle informazioni price sensitive diffuse dalla Banca nel periodo 2008/2015.
ECCO I NUMERI DI MPS SU CAUSE E VERTENZE
E’ il conteggio aggiornato a fine settembre scorso su richiesta della Consob. La cifra esatta è di 1,48 miliardi (era 1,40 miliardi a fine giugno) e il petitum è costituito per 764 milioni da cause di azionisti, per 606 milioni da richieste stragiudiziali e per 42 e 76 milioni rispettivamente dalla quantificazioni dei danni delle parti civili nei procedimenti penali contro Mussari e Vigni per il 2008-2011 e contro Profumo, Viola e Salvadori per vicende del 2012-2015. Per quanto riguarda in generale le vertenze di quest’ultimo periodo, Mps non ha fatto accantonamenti ritenendo non probabile il rischio di perdere.
IL CASO MUSSARI E VIGNI PER MPS
Mps, per quanto riguarda le vertenze legali, le costituzioni di parte civile nel procedimento penale contro Mussari e Vigni e le richieste stragiudiziali aventi ad oggetto contestazioni relative al periodo 2008-2011, ha invece valutato il rischio di soccombenza come “probabile” e pertanto ha stanziato in bilancio fondi per rischi ed oneri.
ECCO IL QUADRO COMPLETO DELLE CAUSE DI MPS
Nel comunicato diffuso ieri su richiesta della Consob per fare un quadro completo alla luce di notizie di stampa dopo la presentazione dei risultati dei nove mesi e che parlavano di oltre 2 miliardi di contenziosi e 250 milioni di accantonamenti, l’istituto si avvale della possibilità di non fornire le cifre accantonate “in quanto ritiene che tali informazioni potrebbero seriamente pregiudicare la propria posizione nei contenziosi e in potenziali accordi transattivi” e dà invece conto delle metodologie che ha usato per gli accantonamenti.
LE VALUTAZIONI DI MPS
L’istituto spiega poi che “le valutazioni effettuate in merito al rischio di soccombenza riflettono la decisione della Banca stessa nel marzo del 2013 di avviare le azioni di responsabilità nei confronti degli allora Presidente e Direttore Generale e delle banche straniere coinvolte e tengono altresì conto delle posizioni assunte sul tema – oltre che dalla Procura della Repubblica di Milano – dalle Autorità di Vigilanza, delle relative decisioni di costituirsi parte civile e delle sanzioni da queste comminate”. “Di contro per le vertenze aventi ad oggetto il periodo 2012-2015, non e’ stato operato alcun accantonamento valutandosi il rischio di soccombenza come ‘non probabile'”.
IL DOSSIER DEL DERIVATO ALEXANDRIA
Rientra in questo filone anche il procedimento contro Profumo, Viola e Saldatori sulla contabilizzazione di Alexandria come derivato nel quale Mps ha deciso di non costituirsi parte civile. “Pure in questo caso, le valutazioni di rischio di soccombenza operate dalla Banca hanno tenuto conto delle posizioni assunte dalle Autorità di Vigilanza e, in particolare, delle relative comuni decisioni di non costituirsi parte civile e di non comminare sanzioni amministrative. Certo rilievo ha parimenti avuto anche la posizione assunta dalla Procura della Repubblica di Milano che, pur obbligata a procedere dal Gip, ha ribadito il proprio convincimento circa l’infondatezza delle contestazioni, richiedendo in udienza preliminare una sentenza di non luogo a procedere nei confronti degli imputati”. Tornando ai due procedimenti con un petitum quantificato in 42 e 76 milioni ciascuno i dati sono parziali e relativi alle sole parti civili che hanno quantificato il danno. Nel primo procedimento, quello contro Mussari e Vigni, le parti costituite sono 1.243 delle quali 480 hanno quantificato il danno e altre 763 non ancora. Nel secondo procedimento contro Profumo, Viola e Salvadori le parti civile costituite arrivano a 2.272, della quali 349 hanno quantificato il danno e le rimanenti 1.923 no.
Su #MPS sono pendenti cause e richieste per un rimborso complessivo di €1,4 miliardi. Per le quali la soccombenza è ritenuta ‘probabile’ dalla stessa banca.
Ricordo a me stesso che la banca capitalizza in borsa circa €1,7 miliardi.
I conti poi fateli voi… pic.twitter.com/QAGTt0E4ki— Ora Basta (@giuslit) December 29, 2018