Capriola legal-finanziaria del gruppo Caltagirone, che ha una causa con Mps di cui è diventato azionista di peso dopo una quota del Monte privatizzata dall’azionista Tesoro.
Ecco i dettagli sulla curiosa vicenda senese del gruppo che fa perno al costruttore ed editore Francesco Gaetano Caltagirone.
C’è anche una richiesta di 741 milioni da parte di società del gruppo Caltagirone nel petitum di Montepaschi (Mps) che, a fine 2022, ammontava a 5,8 miliardi. A dirimere la questione è stato chiamato il Tribunale di Roma. Nel frattempo Rocca Salimbeni ha riclassificato il rischio di questa vertenza da “possibile” a “remoto”.
COSA CHIEDE CALTAGIRONE A MPS E PERCHÉ
Nel bilancio 2022 per la prima volta la banca dà notizia della citazione in giudizio – con atto del 2 agosto 2022 – da parte di Caltagirone Editore SPA, Finced Srl, Capitolium Srl, Mantegna 87 srl, Vianini Lavori Spa, Fincal Spa. Le sei società lamentano “la difformità informativa” diffusa sul mercato da Montepaschi riguardo a investimenti in azioni Mps effettuati tra il 2006 e il 2011. In particolare, si legge nel documento, “le controparti hanno dedotto di aver investito nei titoli Mps un ammontare complessivo di circa 856 mln di euro, nonché di aver rivenduto i detti strumenti finanziari nei primi mesi del 2012 riportando una minusvalenza di circa 741 mln di euro”. Per le aziende del gruppo Caltagirone il danno è “collegato direttamente alla condotta asseritamente illecita” della banca che aveva diffuso “informazioni price sensitive erronee fin dal 2006”. Per questo viene chiesto un risarcimento pari all’intera minusvalenza subita: la “rappresentazione non veritiera della situazione patrimoniale” della banca aveva infatti convinto le sei società ad acquistare e/o mantenere i titoli Mps nei rispettivi portafogli.
Il 30 gennaio 2023 si è svolta la prima udienza al Tribunale di Roma: le società del gruppo Caltagirone hanno chiesto la concessione dei termini istruttori, mentre Montepaschi ha chiesto la spedizione della causa a precisazione conclusioni.
GLI ULTIMI SVILUPPI
Nel Resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2023 si torna a parlare della vicenda, di nuovo 0descritta come nel Bilancio 2022, ma con l’aggiunta che “la pronuncia della Corte di Cassazione relativa al Procedimento penale 29634/14, unitamente ad altri aspetti specifici di tale vertenza, hanno indotto, a partire dal terzo trimestre 2023, la riclassificazione di tale vertenza da rischio ‘possibile’ a ‘remoto’”. La banca dunque spinge all’ultimo gradino di rischio la richiesta di risarcimento danni da parte delle sei società del gruppo Caltagirone. E lo fa anche a seguito della chiusura del procedimento n. 29634/14, che ha visto come imputati, tra gli altri, l’ex presidente di Montepaschi, Giuseppe Mussari, e l’ex direttore generale, Antonio Vigni, per ipotesi di false comunicazioni sociali, abuso di mercato e ostacolo alla vigilanza.
Poco più di un anno fa Mussari e Vigni sono stati assolti in via definitiva dalla Cassazione che ha confermato le assoluzioni per tutti i 15 imputati pronunciate dalla Corte d’appello di Milano a maggio 2022. Come si ricorderà, Mussari e Vigni erano invece stati condannati in primo grado per presunte irregolarità nelle operazioni Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, commesse da Rocca Salimbeni tra il 2008 e il 2012. Montepaschi, inizialmente imputata, a luglio 2016 aveva deciso di patteggiare la pena pagando 10 milioni di confisca e 600 mila euro di sanzione.