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Mps

Mps, ecco i conti (mosci) del Monte dei Paschi di Siena

Tutti i dettagli sulla relazione trimestrale del Monte dei Paschi di Siena (Mps)

 

Delude l’utile trimestrale di Mps (Monte dei Paschi di Siena). Il consenso FactSet se lo aspettava a 41 milioni di euro, in netta contrazione rispetto ai 188 milioni del primo trimestre dello scorso anno, e invece è sceso ancora di più a 28 milioni, inclusivo anche di componenti negative non operative e non ricorrenti per 92 milioni di euro, tra cui 61 milioni di euro per contributi ai fondi di sistema.

COME VANNO I CONTI DI MPS

Anche i ricavi sono calati dell’8,5% anno su anno a 803 milioni, poco sotto la stima del consenso a 808 milioni, a seguito della flessione delle commissioni nette, del margine di interesse e del risultato netto della negoziazione e delle attività/passività finanziarie. Sono però cresciuti di 33 milioni rispetto al trimestre precedente, grazie soprattutto alla ripresa del risultato netto da negoziazione e delle attività/passività finanziarie (+46 milioni) e degli altri proventi e oneri di gestione (+15 milioni), mentre sono risultati in calo il margine di interesse (-22 milioni) e le commissioni nette (-2 milioni di euro).

LA STRATEGIA CONTABILE DI MPS

Un atteggiamento prudenziale, dice il gruppo bancario senese, che ha portato a contabilizzare 40 milioni di euro di rettifiche aggiuntive su crediti legate alla frenata del Pil, e alcuni oneri straordinari, tra cui 47 milioni di nuovi accantonamenti per la vicenda della vendita dei diamanti e 61 milioni di contributi al Fondo di risoluzione, hanno pesato sul trimestre di Mps, chiuso – come detto – con un utile sceso a 28 milioni di euro, in calo dell’85% rispetto ai 188 milioni dello stesso periodo del 2018.

IL COMMENTO DI MORELLI

La banca guarda comunque “con fiducia ai prossimi trimestri, sui quali il peso delle componenti non ricorrenti si sarà ridotto”, ha detto l’ad Marco Morelli, ricordando la promessa fatta a inizio anno di chiudere l’esercizio “con numeri migliori” del 2018 e confermando l’intenzione di ridurre i crediti cattivi, con la vendita di almeno altri 2 miliardi di utp e di “migliorare” i coefficienti patrimoniali, dopo che il Cet1 è sceso dal 13,7% al 13,3% nel primo trimestre.

BORSA MOSCIA SU MPS

Rassicurazioni che non sono bastate alla Borsa, dove il titolo è scivolato del 4,39% a 1,21 euro, scontando anche il nervosismo degli investitori per il salvataggio di Carige, tornato in alto mare. Una notizia positiva è arrivata sul fronte delle cause che Mps deve fronteggiare, molte delle quali legate alla correttezza delle informazioni contabili diffuse tra il 2008 e il 2015.

CHE COSA DICE LA BCE

La Bce, che aveva avviato un’ispezione sull’adeguatezza degli accantonamenti, nell’incontro finale con la banca, ha detto Morelli, non ha chiesto “un aumento” dei 500 milioni di euro messi a garanzia di un petitum di oltre 5 miliardi. L’ad ha sottolineato “come la redditività operativa del primo trimestre”, nonostante un contesto macro in deterioramento, “sia stata in linea con la media dei tre trimestri precedenti” mentre la banca ha fatto progressi sul fronte della pulizia dei crediti e ha difeso i ratio patrimoniali, che nel 2019 potrebbero beneficiare “di una liberazione di capitale” anche dalla vendita di Sorgenia.

DOSSIER NPL

Mps conferma il target di riduzione di 2 miliardi di euro di utp (inadempienze probabili) nel corso del 2018 ma “in parallelo” il cda e il management “stanno esplorando” anche operazioni “più radicali in termini di riduzione” dello stock di crediti deteriorati, composta da 8,3 miliardi di npl e 7,6 miliardi di utp, ha detto ieri Morelli, nella conference call.

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