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Carige

Mps, Banco Bpm o Bnp per Carige? Fatti, rumors e scenari

Fusione in vista per Carige dopo la vittoria di Malacalza visto il forcing della Bce? Ipotesi e scenari su Mps, Banco Bpm e Bnp Paribas. Fatti e indiscrezioni

Prospettiva Mps per Carige come ipotizza il Sole? O Banco Bpm? Ma c’è anche chi negli scorsi mesi ha scommesso su un potenziale interesse di Bnp Paribas, come ventilato di recente da Mf.

Il giorno dopo l’esito dell’assemblea di Carige che ha visto prevalere l’azionista Malacalza sull’altro socio, Raffaele Mincione, tutta o quasi l’attenzione di azionisti e addetti ai lavori è concentrata su una domanda: con chi si mariterà la banca che sarà guidata ora da Fabio Innocenzi al posto di Paolo Fiorentino?

QUALE AGGREGAZIONE PER CARIGE

La domanda è tutt’altro che peregrina visti anche i suggerimenti piuttosto pressanti che sono arrivati anche nei giorni scorsi dalla Banca centrale europea, sia sui requisiti patrimoniali di Carige da rimpinguare sia sugli alleati societari futuribili per il gruppo creditizio che ora sarà presieduto da Pietro Modiano.

LE IPOTESI FRA MPS, BANCO BPM E BNP PARIBAS

La risposta non è semplice, anche perché il socio vittorioso in assemblea, ossia la famiglia Malacalza, non ha posto tra le priorità quella di una fusione societaria per Carige, anzi. Mentre Mincione aveva esplicitamente avanzato la necessità di un’aggregazione, facendo anche il nome del partner potenziale, Banco Bpm.

LE PAROLE DI MALACALZA E MODIANO

“Non parliamo a priori di un’aggregazione. Un buon cda valuta le situazioni, le esamina, le porta al regolatore”, ha frenato non a caso Vittorio Malacalza. “Prima ristrutturare” ha detto Modiano anche se questo potrebbe comportare l’esigenza di nuovi capitali.

LO SCENARIO

Eppure, come scrive oggi il Sole 24 Ore, anche il nuovo vertice si dovrà occupare di questo scenario. E c’è chi scommette, viste le caratteristiche “politiche” di Modiano, Innocenzi e Lucrezia Reichlin, che sia una soluzione naturale.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

“In ambienti finanziari, ieri sera, c’era chi ipotizzava che il futuro percorso della nuova Carige legata a un mondo vicino a quel che resta della sinistra milanese possa portare in futuro a un’aggregazione con Mps, diluendo la presenza dello Stato e portando in dote al Monte circa un miliardo di capitale originato dalle perdite pregresse della banca genovese. Per ora, è pura fantafinanza”, ha scritto in un’analisi Alessandro Graziani, firma di finanza e banche del Sole 24 Ore.

CHE COSA E’ SUCCESSO NELL’ASSEMBLEA

La lista presentata da Malacalza ieri ha ottenuto il 52,6% dei voti (il 30,5% del capitale), eleggendo 7 consiglieri, contro i 3 di Mincione (28,9% dei voti, pari al 16,7% del capitale) mentre Assogestioni (15,2% dei voti) ha confermato Giulio Gallazzi. Pietro Modiano è il nuovo presidente, affiancato dall’economista Lucrezia Reichlin alla vicepresidenza. Fabio Innocenzi prenderà il posto di Fiorentino, che esce dal consiglio.

LE PAROLE, I NUMERI E LE TAPPE

“Non parliamo a priori di un’aggregazione. Un buon cda valuta le situazioni, le esamina, le porta al regolatore”, ha frenato Vittorio Malacalza. “Prima ristrutturare” ha detto Modiano anche se questo potrebbe comportare l’esigenza di nuovi capitali. La banca ha già chiesto al mercato 2,1 miliardi negli ultimi cinque anni. “Contiamo sul sostegno anche dell’azionista di riferimento che non ha mai fatto mancare il suo sostegno in questi anni complicati” ha aggiunto.

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