Spetterà al governo l’ultima parola sull’acquisizione della raffineria di Priolo da parte della cordata guidata dal manager Michael Bobrov e sostenuta dal colosso Trafigura, uno dei principali operatori del mercato globale dei prodotti petroliferi.
Al momento, secondo quanto si apprende, la procedura per l’esercizio della Golden power da parte dell’esecutivo non è stata ancora avviata. L’analisi degli uffici del ministero guidato da Adolfo Urso dovrà chiarire innanzitutto da dove arrivano i capitali necessari per portare a termine l’acquisizione.
TUTTO SU BOBROV E SUL FONDO GOI ENERGY
Nato in Sudafrica, ma da tempo in Israele dove è stato a lungo a capo delle attività locali proprio del colosso Trafigura, Bobrov ha raccolto una cifra vicina ai 2 miliardi di euro per acquisire la raffineria Isab di Priolo dai russi di Lukoil. L’offerta di Bobrov ha superato una forte concorrenza: secondo quanto ricostruito, a Lukoil sarebbero arrivate almeno altre quattro offerte oltre a quella di Bobrov, del fondo Usa Crossbridge e di una cordata guidata dall’uomo d’affari qatarino Saad Al Saad.
Goi Energy, il veicolo utilizzato per l’acquisizione, è alimentato dal fondo cipriota Argus New Energy. Il comparto 2 del fondo, è scritto nel sito della società di gestione, è dedicato agli investimenti in infrastrutture per il settore dell’energia ed è stato autorizzato dalle autorità cipriote di controllo dei mercati nel luglio scorso.
La società di gestione del fondo, Argus Management, aveva finora asset in gestione per due miliardi di euro, secondo quanto si legge nel sito della società, distribuiti su vari fondi d’investimento.
TRAFIGURA E LA CONNESSIONE ISRAELIANA
Accanto a Goi Energy c’è appunto Trafigura. Il gruppo, con base in Svizzera, assicurerà le forniture e l’offtake con contratti di lungo periodo, che dovrebbero dare stabilità finanziaria alle attività della Isab. Anche se non è previsto che Trafigura entri direttamente nel capitale della raffineria siciliana.
Escluso nella raffineria di Priolo anche un intervento di Beny Steinmetz, uno degli uomini più ricchi d’Israele. Steinmetz è il suocero dei due soci di Bobrov in un’altra attività imprenditoriale nel settore petrolifero, la raffineria di Bazan. Resta l’incognita sulla provenienza dei fondi necessari all’operazione, ovvero dei quasi due miliardi promessi a Lukoil per la raffineria di Priolo.
Bobrov si è dedicato alle attività imprenditoriali solo in tempi recenti, dopo essere stato a lungo un manager proprio di Trafigura. Nel settembre scorso è emerso come principale azionista di una cordata che ha preso il controllo della principale raffineria israeliana, Bazan appunto, una delle più importanti del Mediterraneo orientale (il 30% della produzione è esportata nei paesi limitrofi). Bobrov figura ancora, nei registri societari israeliani, come amministratore di una società del gruppo Trafigura denominata T&A Iris Holdings.
(Estratto da un articolo pubblicato su Verità & Affari; qui la versione integrale)