CHE COSA HA DECISO MEDIASET
Mediaset trasferisce la sua sede legale in Olanda, costituendo un’holding che contiene anche Mediaset Espana. Lo ha deciso il Cda del Biscione anche per facilitare le alleanze internazionali iniziate con l’acquisto di quasi il 10% della tedesca Prosieben. L’holding MediaforEurope (Mfe) sarà quotata sia a Milano sia a Madrid e avrà sede fiscale in Italia.
LO SCENARIO PER MEDIASET IN EUROPA
Dai “sì” dei consigli di amministrazione di Mediaset e Mediaset Espana – di cui il gruppo di Cologno detiene il 51,63% – prende dunque forma una fusione transfrontaliera per incorporazione delle due società in questa DutschCo.
LE SPIEGAZIONI DI PIERSILVIO BERLUSCONI
“Abbiamo il desiderio di una nuova casa per un broadcaster paneuropeo, nessuna delocalizzazione, tutte le attività rimangono in Italia e Spagna, così come la sede fiscale: la sede in Olanda è perché lì le regole fanno sì che una società che affronta un cambiamento possa avere una stabilità di azionariato”, ha commentato a caldo l’amministratore delegato dI Mediaset, Pier Silvio Berlusconi.
IL COMMENTO-TWEET DEL GIORNALISTA DEL SOLE 24 ORE, CARLO FESTA
Bah non sono molto d'accordo. Mediaset non ha ricevuto finanziamenti pubblici e non ha mai pesato sullo Stato. L'Olanda non si spiega per motivi fiscali. Ma azionari. consente a
Fininvest di avere il 50 per cento dei diritti di voto e di blindare il gruppo da offerte ostili— carlo festa (@carlopaolofesta) June 8, 2019
COME CAMBIERA’ IL BISCIONE
Con la nascita della superholding del Biscione non vi sarà alcun “cambiamento nelle società operative in Italia e Spagna per le operazioni e la residenza fiscale che rimarranno nei rispettivi Paesi”, ha spiegato Mediaset, che stima incrementi di efficienza e risparmio tra i 100 e i 110 milioni entro il 2023 e un net present value di circa 800 milioni.
DOSSIER DIVIDENDO
Previsto anche un dividendo di 100 milioni e buy back fino a 280 milioni al perfezionamento della fusione, a un prezzo massimo di 3,4 euro per azione.
L’ITALIANITA’ SECONDO BERLUSCONI
“Da un’eccellenza italiana parte una sfida europea: questa è un’operazione che comporta una buona dose di coraggio. Non ci provate nemmeno a strumentalizzare, Mediaset è italiana e si lancia verso una nuova avventura internazionale: tirare a bordo altri alleati è una cosa in cui credere”, ha aggiunto Pier Silvio Berlusconi ai giornalisti nella ‘vecchia’ sede di Cologno monzese.
COME SARA’ L’AZIONARIATO
Nell’azionariato di Mfe, Fininvest avrà il 35%, Simon Fiduciaria il 15,3%, Vivendi il 7,7% e sul mercato resta il 41,4% per cento. “La nuova holding non si porta più dietro il voto maggiorato ma i diritti di voto di Fininvest, con lo ‘special vote share’, saranno sopra il 50%”, ha concluso l’amministratore delegato.
CHE COSA HA DECISO CEMENTIR DEL GRUPPO CALTAGIRONE
A fine maggio è stata un’azienda del gruppo Caltagirone, Cementir, a prende la strada per l’Olanda. “Il cda di Cementir Holding ha deliberato di sottoporre agli azionisti la proposta di trasferire la sede legale della società ad Amsterdam, in Olanda, con l’adozione di un nuovo statuto e della denominazione «Cementir Holding N.V.», si leggeva in una nota datata 28 maggio della società del gruppo Caltagirone: “La società continuerà ad essere quotata alla Borsa Italiana e la residenza fiscale rimarrà in Italia”.
IL COMMENTO DI CALTA JR.
Perché i Caltagirone preferiscono il regime olandese? “L’evoluzione dell’assetto societario del Gruppo Cementir è volta a fornire una solida base per un ulteriore sviluppo su scala globale e per la liberazione di un potenziale ancora inespresso in favore degli azionisti, preservando al contempo gli importanti legami con le proprie radici italiane e con quelle del suo azionista di controllo”, ha commentato il presidente Francesco Caltagirone Jr.
OLANDA MON AMOUR
Sempre più aziende decidono di trasferire la sede legale in Olanda, ad Amsterdam. Il caso più noto è quello della holding finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann, la Exor NV, che nel 2016 da Torino ha trasferito la sede legale e fiscale nella capitale olandese. “Anche le società partecipate dalla Exor hanno seguito lo stesso percorso: Ferrari, Cnh Industrial ed Fca, tutte con sede legale ad Amsterdam”, ha ricordato Money.it.
ELKANN PURE OLANDESINO
Non solo: anche la capogruppo che doveva nascere dalla fusione fra Fca e Renault avrebbe avuto sede legale in Olanda.
LE RAGIONI DEI TULIPANI
“La scelta di avere una doppia residenza è un fenomeno che sta prendendo sempre più piede a livello internazionale. A far breccia nel cuore degli imprenditori italiani sono soprattutto le maggiori tutele offerte sul fronte di marchi e brevetti e leggi societarie che consentono una maggiore flessibilità di operazioni”, ha spiegato Money.it.
PARLA UN COMMERCIALISTA
“Parliamoci chiaro – dice un commercialista a Start Magazine chiedendo l’anonimato – il forte appeal dell’Olanda nel complesso è dovuto anche al regime legale e fiscale molto più vantaggioso rispetto a quello italiano. L’Olanda ha un sistema societario e fiscale molto più flessibile e light. Nel caso specifico, eventualmente potranno distribuire utili in Olanda pagando poco o nulla”.
LA CENTRALITA’ DI AMSTERDAM DOPO LA BREXIT
“Paradiso fiscale secondo alcuni, ecosistema molto efficiente e competitivo per altri. Quello che però è evidente, ormai anche agli occhi talvolta un po’ periferici dell’Europa del sud, è la centralità della piazza di Amsterdam nel capitalismo del vecchio continente, sempre più orfano di Londra e dei suoi vantaggi”, ha scritto oggi Alessandro Galimberti del Sole 24 Ore.
I VANTAGGI DELLA FISCALITA’ DEI TULIPANI
La concorrenza tributaria viene giocata su almeno cinque livelli, rispetto per esempio alla più rigida ed esigente disciplina italiana, a cominciare dalla partecipation exemption, in sostanza l’esenzione sulle plusvalenze maturate su titoli e azioni, secondo il Sole 24 Ore: “Ma è soprattutto sui rulings, cioè gli accordi preventivi con il Fisco sul tema della gestione tributaria dei flussi interni alle multinazionali, che l’Olanda ha spesso una marcia in più, e più veloce, rispetto ad altri partner europei, non esclusa l’Italia. Inoltre i Paesi Bassi mettono a disposizione del contribuente oltre 150 accordi internazionali, soprattutto convenzioni bilaterali contro la doppia imposizione – una specie di assicurazione sul rischio di contenzioso fiscale internazionale”.
LA TASSAZIONE DI LICENZE E CONCESSIONI
Inoltre “la legge fiscale olandese non prevede tassazione sulle royalties – licenze e concessioni – in uscita e infine, non ultimo atout, le aliquote equivalenti alla nostra Ires scenderanno nel 2020 al 14,5% per microimprese (fino a 200 mila euro di ricavi) e al 22,5% sopra quella soglia (ad oggi 1,5% in più rispetto alla corrispondente imposta applicata dal fisco italiano)”, ha scritto il Sole.