Continua a crescere l’export militare italiano.
Nel 2023 le autorizzazioni per le vendite di armamenti all’estero nel 2023 sono pari a 6 miliardi 312 milioni di euro, un miliardo e 23 milioni in più rispetto al 2022 (+19,3%).
È quello che emerge dalla Relazione annuale del governo al Parlamento “sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali d’armamento”, presentata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
Il documento è richiesto dalla legge 9 luglio 1990, n. 185 che disciplina la normativa sull’export di armamenti dell’industria della difesa nazionale. Al momento la Camera sta esaminando il Ddl di iniziativa governativa che detta nuove norme per il controllo dell’esportazione, già approvato dal Senato. Tra le varie modifiche, il testo contiene l’abrogazione dell’obbligo che la relazione al Parlamento contenga “un capitolo sull’attività degli istituti di credito operanti nel territorio italiano concernente le operazioni disciplinate dalla presente legge”, sulla base dei dati trasmessi dal Mef.
Tutti i dettagli.
CRESCE L’EXPORT MILITARE ITALIANO
Nel 2023 il valore complessivo delle autorizzazioni per movimentazioni di materiali d’armamento è stato di 7,5 miliardi di euro, di cui 6,3 in uscita dall’Italia e 1,2 miliardi in entrata.
Nel biennio si registra un incremento del 24,43% del valore delle autorizzazioni individuali di esportazione, il cui ammontare complessivo nel 2023 è stato di 4,766 miliardi di euro rispetto
ai 3,83 miliardi del 2022, a fronte di una lieve diminuzione del numero di provvedimenti rilasciati. Le licenze globali confermano il trend di crescita di questi tipi di autorizzazione, che rappresentano uno strumento di semplificazione, si legge nella relazione governativa. Nel 2023, il loro valore cumulativo è stato di circa 1,5 miliardi di euro.
A livello complessivo, si registra un incremento del valore delle autorizzazioni in uscita, che passano dai 5,2 miliardi dell’anno precedente a 6,3 miliardi.
I PAESI DESTINATARI
Il numero dei Paesi destinatari delle autorizzazioni all’esportazione è stato di 83. Il numero delle autorizzazioni è stato di 2.101, in linea con l’ultimo triennio.
Nello specifico, il valore dei trasferimenti intracomunitari e delle esportazioni verso i Paesi Nato ammonta al 55,96% del totale (1516 autorizzazioni), il rimanente 44,04% verso Paesi extra
Ue/Nato (585 autorizzazioni). L’andamento verso i Paesi Ue e Nato conferma, anche per il 2023, la crescita registrata negli anni precedenti, in particolare per quanto riguarda il valore delle
esportazioni, precisa la relazione.
Per quanto riguarda i singoli Paesi, la Francia sale dalla sesta alla prima posizione con 465,4 milioni, mentre l’Ucraina si attesta al secondo posto (era 49a nel 2022) con 417,3 milioni, rispetto ai 3,8 milioni del 2022 (addirittura zero negli anni precedenti al 2020).
Gli Stati Uniti, al terzo posto, si confermano tra i principali Paesi destinatari seppure con una lieve flessione rispetto al 2022 (da 532,8 a 390,3 milioni), segue l’Arabia Saudita (in crescita da 123,4 a 363,1 milioni) e quinto il Regno Unito (277,6 milioni). In Europa salgono Romania (dal 52° al 8° posto) e Ungheria (dal 46° al 12° posto).
IL DATO UCRAINO
Per quanto attiene Kiev, il dato relativo all’Ucraina evidenzia come “il conflitto in corso, dopo la prima fase in cui l’assistenza militare a Kiev è gestita quasi interamente a livello statale, tramite le forniture organizzate, nel caso italiano, dal Ministero della Difesa (che non necessitano di licenza Uama e dunque non figurano nei nostri dati), nel 2023 ha coinvolto in maniera più ampia le capacità produttive dell’intero sistema Paese, con sempre maggiore apporto da parte del settore privato”, mette in risalto la relazione del governo.
FOCUS ISRAELE
Per quanto riguarda un altro paese impegnato in un conflitto, ovvero Israele, nel 2023, il valore delle esportazioni autorizzate verso Tel Aviv (9,9 milioni) è rimasto stabile rispetto all’anno precedente, mentre quello delle importazioni ha realizzato una crescita importante, raggiungendo i 31,5 milioni (settimo posto tra i Paesi di provenienza). “Come noto, le caratteristiche dell’azione israeliana su Gaza in reazione al criminale assalto condotto da Hamas, dopo il 7 ottobre 2023 hanno indotto a valutare la concessione di nuove autorizzazioni verso Israele con particolare prudenza” spiega la relazione ricordando che risulta “sospesa la concessione di nuove autorizzazioni all’esportazione di armamenti”. Altra questione invece le importazioni. “Sono triplicati invece gli acquisti dell’Italia di armi da Tel Aviv: le importazioni sono passate da 9,81 a 31,54 milioni” evidenzia il Sole 24 Ore.
IL DATO IMPORT
Nel 2023 il valore delle 478 autorizzazioni individuali di importazione ammonta 1,25 miliardi di euro, registrando quindi una crescita del 71,88% rispetto al 2022 (in cui sono state concesse 309 autorizzazioni, per un valore di 727 milioni di euro), del 84,28% rispetto al 2021 (in cui sono state concesse 365 autorizzazioni, per un valore di 678 milioni di euro) e del 617,75% rispetto al 2020 (in cui sono state concesse 176 autorizzazioni, per un valore di 174 milioni).
Sempre per quanto riguarda le importazioni definitive del 2023 emerge che, il 40,46 % (circa 506 milioni di euro) proviene dagli Stati Uniti d’America, mentre il 26,63 (circa 333 milioni) dalla Svizzera, l’11,41% dal Regno Unito (circa 143 milioni), l’ 8.91% (~111 milioni) dall’India ed il 5.64% dal Canada (circa 71 milioni).
LEONARDO, RWM, IVECO E AVIO LE PRINCIPALI SOCIETÀ ESPORTATRICI
Passando invece alle principali società esportatrici di armamenti (hanno un peso finanziario del 91,89 % sul valore totale delle autorizzazioni), domina la classifica Leonardo (26,96%), seguita da Rwm Italia (12,88%), terza Iveco Defence Vehicles (11,27%), quarta Avio Spa (8,17%). Tutte e quattro rappresentano circa il 59% del valore complessivo.
In particolare, il colosso della difesa e aerospazio guidato da Roberto Cingolani è destinatario di circa il 21% del totale delle autorizzazioni (434 su 2.101), confermandosi società leader con 1,2 miliardi (1,8 miliardi nel 2022, 1,58 mdi nel 2021, 1,24 mdi nel 2020). Rwm Italia è salita al secondo posto con 614 milioni (45 milioni nel 2022, era nona nel 2021) mentre Iveco Defence Vehicles si posizione al terzo posto con 537 milioni (539 milioni nel 2022, era seconda con 856 milioni nel 2021, terza nel 2020 con 340 milioni). Seguono poi Mes Spa (Meccanicca per l’elettronica e servomeccanismi) con 32 autorizzazioni per 346,3 milioni di euro, Rheinmetall Italia con 17 autorizzazioni per 287,3 milioni e Ge Avio con 38 autorizzazioni dal valore complessivo di 227 milioni.
LE INFORMAZIONI SULLE “BANCHE ARMATE”
Infine, nell’anno 2023, il 69% delle transazioni per introiti riferibili ad esportazioni definitive è stato negoziato da tre istituti di credito (Unicredit, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo). Nel 2022 detta
percentuale era del 76%. Per quanto riguarda l’ammontare complessivo di garanzie e finanziamenti concessi o rinnovati nel 2023, l’86% è negoziato da tre istituti di credito (Unicredit, BNP Paribas Succursale Italia, Intesa Sanpaolo). Come detto all’inizio e come ricorda Avvenire, quest’ultime informazioni non sarebbero più disponibili se entrasse in vigore la riforma sull’esportazione di armamenti (ddl di modifica della legge 185 del 1990).