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Nomine

Leonardo-Finmeccanica, Poste Italiane, Eni, Enel. Tutte le novità sui compensi ai vertici

L’articolo del Sole 24 Ore sui compensi dei presidenti delle società partecipate dal Tesoro e il limite previsto per legge che non vale per aziende quotate come Eni, Enel, Leonardo (ex Finmeccanica) e Poste Italiane menzionate dal quotidiano economico-finanziario Novità nei compensi delle presidenze delle maggiori società quotate partecipate o controllate dal Tesoro, come Eni,…

Novità nei compensi delle presidenze delle maggiori società quotate partecipate o controllate dal Tesoro, come Eni, Enel, Leonardo (ex Finmeccanica) e Poste Italiane.

I cda sono stati rinnovati l’anno scorso e i compensi dei presidenti sono raddoppiati a circa 500mila euro lordi, ha svelato oggi Gianni Dragoni del Sole 24 Ore dalle relazioni sulla remunerazione.

Gli aumenti sono scattati dal momento del rinnovo, tra aprile e maggio del 2017. La relazione Eni dice che per Emma Marcegaglia nel 2018 è prevista «una remunerazione fissa complessiva pari a 500mila euro lordi». Nel 2017 Marcegaglia ha percepito 426mila euro, ricorda il Sole.

All’Enel è stato riconosciuto alla presidente Patrizia Grieco un fisso annuo di 450mila euro lordi. Più i gettoni per le cariche in controllate quotate. Nel 2017 Grieco ha percepito 519.249 euro: 377.978 da Enel e 141.271 dal cda di Endesa, aggiunge Dragoni

In Leonardo l’assemblea del 16 maggio ha deliberato per il presidente, Gianni De Gennaro, 90.000 euro annui. Inoltre c’è il compenso «aggiuntivo» di 400.000 euro annui. Questo in precedenza era di 148mila «fissato (…) a seguito di espressa raccomandazione dell’azionista di maggioranza ministero dell’Economia presentata durante l’assemblea del 15 maggio 2014. Tale raccomandazione non è stata reiterata nel 2017 in occasione del rinnovo dell’incarico», ha scritto il Sole.

Aggiunge il Sole: “A Poste la nuova presidente Maria Bianca Farina ha un compenso di 480.000 euro annui. Molto più alti i compensi degli a.d.: all’Enel Francesco Starace ha ricevuto 4,47 milioni, all’Eni Claudio Descalzi 4,42 milioni. Il nuovo a.d. di Poste Matteo Del Fante ha ricevuto 955mila euro, più 5,1 milioni da Terna tra stipendio e buonuscita. Mauro Moretti ha lasciato Leonardo con 9,91 milioni”.

Ma è davvero saltato il tetto agli stipendi dei presidenti delle società pubbliche quotate in Borsa previsto per legge, come commenta oggi da Dragoni del Sole? “Il tetto era stato fissato in 238mila euro lordi all’anno – pari allo stipendio del presidente della Repubblica – da Matteo Renzi e applicato da maggio 2014 con i rinnovi dei vertici di Eni, Enel, l’ex Finmeccanica (ora Leonardo), Poste, Terna. Con quelle nomine alla presidenza erano arrivate quattro donne: Emma Marcegaglia all’Eni, Patrizia Grieco all’Enel, Luisa Todini a Poste, Catia Bastioli a Terna”, ha scritto giornalista che ha un suo blog molto seguito, Poteri Deboli.

Il 19 ottobre del 2016, il Corriere della Sera scriveva: “Nuovi tetti agli stipendi dei manager pubblici che lavorano in società controllate dallo Stato: le fasce aumentano da tre a cinque e comunque il tetto annuale degli emolumenti non dovrà superare i 240 mila euro. Le misure sono contenute in un decreto del ministero dell’Economia (Mef), previsto nel decreto sulle società partecipate, già approvato. Le nuove regole, è stato precisato, non si applicano alle società quotate”.

Quindi i tetti ai compensi non valgono per Eni, Enel, Leonardo (ex Finmeccanica) e Poste Italiane.

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