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Commercio Usa-cina

Le previsioni sulle esportazioni italiane in caso di guerra commerciale. Report Sace-Simest

Estratto dal Rapporto Export in cui Sace Simest (gruppo Cdp) traccia le previsioni sull’andamento delle esportazioni italiane per l’anno in corso e per il triennio successivo

Gli effetti di un’escalation protezionistica portata avanti dagli Stati Uniti potrebbero essere significativi sia per le economie più direttamente coinvolte, sia a livello globale, in considerazione degli impatti sulla fiducia degli operatori e sulle catene del valore.

Ad esempio, qualora Washington decidesse, nel corso del 2019, di imporre un dazio del 25% su tutti i prodotti provenienti da Pechino e sulle importazioni di autoveicoli dal mondo (esclusi soltanto Messico e Canada, con i quali è stata raggiunta un’intesa per la modernizzazione del Nafta – ora denominato Usmca), le ripercussioni negative si estenderebbero a macchia d’olio sull’intero sistema del commercio internazionale.

In caso di una simile escalation, le esportazioni italiane di beni verso il mondo aumenterebbero più lentamente (-0,2 punti percentuali nel 2019 e -0,6 p.p nel 2020), con impatti ancora più marcati per le nostre vendite verso gli Stati Uniti (-0,7 p.p. nel 2019, -1,1 p.p. nel 2020).

A questo vanno aggiunti gli effetti di ulteriore rallentamento che una simile escalation potrebbe avere sull’economia cinese (con conseguenze a cascata su altre economie emergenti). Questo aggraverebbe ulteriormente l’impatto sulle esportazioni italiane di beni complessive, le quali sarebbero inferiori di 0,8 p.p. nel 2019 e 1,7 p.p. nel 2020.

Infine non è da sottovalutare l’eventuale rallentamento della Germania, prima geografia di destinazione delle nostre merci e, più in generale, un’economia strettamente connessa a quella italiana. Una frenata più marcata del previsto influenzerebbe in maniera negativa l’export italiano.

 

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