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Le news su Unicredit, Banco Bpm, Mps, Intesa Sanpaolo, Credit Agricole, Caltagirone, Elkann e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice su Unicredit, Banco Bpm, Mps, Intesa Sanpaolo, Credit Agricole, Caltagirone, Elkann non solo. Pillole di rassegna stampa

 

GLI EFFETTI POLITICI DELL’OFFERTA DI UNICREDIT SU BANCO BPM

 

 

INTESA SANPAOLO FILO TERZO POLO

 

I NUMERI DELLA GARA FRA INTESA, UNICREDIT E BANCO BPM

 

I FRANCESISMI DI CREDIT AGRICOLE

 

SBUFFI E RETROPENSIERI DI BANCO BPM

 

SOLE E CORSERA RACCOLGONO CASTAGNE

 

LA VERITA’ POCO SALVINIANA SU UNICREDIT

 

IL VERO GIORNALISMO BANCARIO

 

UN BUON MATTINO A NAPOLI PER CALTAGIRONE

 

I DOLORI DEI GIOVANI ELKANN

 

INDOVINELLO

 

I NUMERI SUI VIAGGI SALUTARI

 

CARTOLINA DALLA CINA

 

CARTOLINA DALLA GERMANIA

 

CARTOLINA DALL’UE

 

CARTOLINA DALLA ROMANIA

 

CARTOLINA DALL’AMERICA

 

CARTOLINA DA LONDRA

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ESTRATTO DI UN ELEGIACO ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SU CASTAGNA DI BANCO BPM:

La prima impressione potrebbe ingannare. Il duello a distanza tra Andrea Orcel e Giuseppe Castagna è tutto da giocare e l’amministratore delegato del Banco Bpm è molto lontano dallo stereotipo del napoletano pacioso, tutto pizza e mandolino. È uomo di ordine e di numeri. Dopo la laurea con lode alla Federico II in giurisprudenza è stato un atleta olimpico, gareggiò a Montreal, nel nuoto, era il 1976. Il coraggio non gli manca. Anni dopo, quando era vicedirettore della filiale della Banca Commerciale italiana, nella zona industriale di Padova, affrontò due rapinatori armati a mani nude, rimediando un colpo alla testa con il calcio di un fucile che lo mandò all’ospedale. Dopo gli anni della gavetta in giro per l’Italia tornò nella sua città nel 2009, come direttore generale del Banco di Napoli, gruppo Intesa Sanpaolo, di cui divenne anche responsabile della Banca dei Territori, la rete di filiali più estesa d’Italia.

Ma la sua partita migliore la sta giocando in Piazza Meda, nel palazzo che dal 1931 è la sede della Popolare di Milano. È arrivato lì nel 2014, dopo il biennio infuocato di Piero Luigi Montani, che per primo ruppe il muro di inefficienza e privilegi che caratterizzavano quella banca. Castagna ha continuato con forza la trasformazione di un gruppo gravato da pesanti legacy in un soggetto efficiente, di mercato. Quando arrivò, nel gennaio di dieci anni fa, la Popolare di Milano valeva in Borsa 1,44 miliardi di euro. Il giorno della fusione con Verona era arrivato a 3,7 miliardi. Oggi sono più di dieci. In queste cifre c’è tutto il lavoro di Castagna, abile banchiere commerciale che si è mosso lungo due direttrici: la modernità, delle strutture e della governance e il legame con il territorio, con le imprese e le famiglie.

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