Cosa facevano gli italiani in agosto mentre trascorrevano le ferie, rinunciando a viaggiare verso mete esotiche e preferendo i luoghi di vacanza sparsi lungo la penisola? Anziché oziare compravano quote di fondi di investimento esteri come se non ci fosse un domani.
Sono i dati relativi alla bilancia dei pagamenti di agosto a rivelarlo.
In un solo mese, c’è stato un flusso di 7,9 miliardi verso questo tipo di strumenti finanziari stranieri. Un dato senza precedenti per il mese di agosto, solitamente sonnacchioso, e comunque di tutto rispetto anche in confronto ai mesi precedenti. Prosegue così ininterrottamente un processo iniziato nel marzo 2015 – quando la politica monetaria espansiva della Bce di Mario Draghi cominciò a fornire abbondante liquidità al sistema finanziario – e diventato ancora più consistente nel 2020 (53 miliardi il flusso dell’anno) e nel 2021 (54 miliardi fino ad agosto).
Considerando anche le altre tipologie di investimenti di portafoglio (azioni e obbligazioni), ammonta a ben 283 miliardi l’incremento tra primo trimestre 2020 e secondo trimestre 2021. Una cifra all’incirca in grado di coprire il fabbisogno statale italiano degli ultimi due anni. Ma gli italiani hanno preferito investire all’estero.
Tutto questo ha determinato un sensibile incremento della posizione finanziaria netta sull’estero – il saldo tra attività finanziarie detenute dagli italiani all’estero e attività finanziarie detenute dagli stranieri in Italia – che al 30 giugno 2021 ha raggiunto la ragguardevole cifra di 89,5 miliardi (5,2% del PIL). Più che raddoppiata rispetto ai 40 miliardi di fine 2020. Per avere un’idea della impetuosità del fenomeno, basti considerare che nel 2015 il dato era negativo e pari al 20% del PIL. Un clamoroso ribaltamento.
Ad agosto è però sopraggiunto un elemento che ha peggiorato questo quadro. Abbiamo infatti incassato la rata dell’anticipo del Recovery Fund (24,9 miliardi) che sono finiti tra le passività perché sono un debito verso un soggetto estero (la UE). Si tratta di uno sgradito “effetto collaterale” della scelta di finanziare gli investimenti con i prestiti erogati dalla Commissione. In un mondo normale avremmo emesse titoli comprati dalle famiglie e dalle banche italiane che, come prima dimostrato, invece vagano alla ricerca di destinazioni esotiche per i loro risparmi.
È pure doveroso sottolineare che i debiti verso la Ue non sono soggetti al pericolo del rientro improvviso (almeno si spera…) come potrebbe accadere con i titoli di Stato acquistati dagli stranieri, ma è pur sempre una passività del conto finanziario della bilancia dei pagamenti che avremmo potuto forse evitare.
A proposito di titoli pubblici acquistati dagli stranieri, ad agosto si è registrata una mini fuga per 9,8 miliardi che non trova precedenti nei mesi di agosto del 2020 e 2019, quando fattori tecnici (il calendario delle aste si dirada e ci sono prevalentemente rimborsi) favoriscono generalmente il deflusso di liquidità verso l’estero.
Per completare il quadro, si conferma la ripresa delle esportazioni, che ad agosto superano dell’8% il dato dello stesso mese del 2019, e si registra la novità di una decisa ripresa delle importazioni (finora rimaste più indietro) che registrano un +18% rispetto ad agosto 2019.
Questi due andamenti portano a una riduzione del saldo della bilancia commerciale di agosto a soli 2,5 miliardi, contro i 3,6 dell’agosto 2019 e i 4,7 dell’agosto 2020.
Resta comunque solidissimo e su livelli record il saldo della bilancia commerciale delle merci degli ultimi 12 mesi, pari a 74,6 miliardi.
Per quanto riguarda la bilancia commerciale dei viaggi per turismo, agosto mostra un sensibile recupero della spesa dei viaggiatori stranieri in Italia (-22% rispetto ad agosto 2019, rispetto a divari dei mesi precedenti intorno a -50/60%), mentre i viaggiatori italiani continuano a rinunciare ai viaggi all’estero (-51% rispetto ad agosto 2019).
Insomma, è proprio vero. Gli italiani non hanno fatto vacanze all’estero ma hanno preferito mandarci i propri risparmi.