Circa 32 miliardi, tra la fine del 2022 e il 2023-2024, contro il caro energia.
E’ quello che in sostanza ha deciso ieri il governo: il consiglio dei ministri ha infatti approvato la Nota di aggiornamento al Def, che è in sostanza la cornice per la prossima manovra di Rilancio.
Nove miliardi e mezzo saranno utilizzati la prossima settimana con un nuovo decreto legge Aiuti. Altri 21 miliardi, tutti in deficit, con la legge di Bilancio per il 2023, sempre per mitigare il caro bollette, con un trascinamento di 2,4 miliardi nel 2024.
Per utilizzare i primi 9,5 miliardi, in pratica il «tesoretto» lasciato in eredità dal governo Draghi, il Consiglio dei ministri ha approvato la relazione con la quale chiede al Parlamento la necessaria variazione di Bilancio: il deficit programmatico è fissato per il 2022 al 5,6% del Pil (dal 5,1% tendenziale); per l’anno prossimo l’obiettivo di deficit è al 4,5%; per il 2024 al 3,7%, con un’ulteriore discesa al 3% nel 2025. Percorso che garantirà anche la riduzione del debito, fino al 141,2% nel 2025.
A fronte di queste dinamiche il Prodotto interno lordo per il 2022 è previsto al 3,7% (superiore al 3,3% stimato dal governo Draghi). Uno scenario che consente all’esecutivo di poter appunto contare su circa 9,5 miliardi per finanziare il nuovo decreto Aiuti per famiglie e imprese.
Altri 22-23 miliardi saranno «liberati» grazie alla scelta di aumentare il deficit per il 2023 al 4,5% e destinati a finanziare la legge di Bilancio.
Tutta la posta, sottolineano Meloni e Giorgetti, sarà utilizzata per fronteggiare la corsa del gas e dell’energia elettrica. La specifica della presidente del Consiglio è seguita da un’ulteriore precisazione di Giorgetti per chiarire che nella manovra 2023 «qualsiasi intervento di natura fiscale e di spesa previdenziale dovrà essere coperto all’interno dello stesso settore di intervento, altrimenti non rispetteremo l’obiettivo che abbiamo dichiarato di mettere tutte le risorse a disposizione» per le misure contro i rincari energetici.
In pratica, ha sottolineato il Corriere della sera, “ogni altra misura non potrà avere come copertura il deficit ma dovrà prevedere tagli di spesa o maggiori entrate fiscali. Risorse arriveranno, anticipa Giorgetti, dalla spending review dei ministeri: 800 milioni nel 2023, 1,2 miliardi nel 2024 e 1,5 miliardi nel 2025. Un taglio «previsto anche dal Pnrr come milestone. Il Mef dà l’esempio assorbendo oltre metà dei risparmi», ricorda il ministro”.
ECCO LA SINTESI DEL GOVERNO SUI PROVVEDIMENTI APPROVATI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI:
NADEF E RELAZIONE AL PARLAMENTO SUGLI OBIETTIVI DI FINANZA PUBBLICA
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) che rivede e integra quella deliberata lo scorso 28 settembre, aggiornando le previsioni macroeconomiche e tendenziali di finanza pubblica ed elaborando anche lo scenario programmatico per il triennio 2023-2025.
La politica economica che il Governo ha adottato si basa sull’esigenza di rispondere all’impennata dell’inflazione e all’impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie, specialmente quelle più fragili, e di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese italiane nel contesto europeo e a livello globale, anche in considerazione dei corposi interventi recentemente annunciati da altri Paesi membri dell’Unione europea e extra europei.
Un forte impegno sarà anche dedicato all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), da cui dipendono ingenti investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell’economia italiana.
Come specificato nella NADEF, l’entità della manovra netta 2023 viene stimata pari a circa 21 miliardi e sarà destinata interamente al contrasto al caro energia.
La previsione di crescita del PIL nello scenario tendenziale a legislazione vigente è stata rivista al rialzo per il 2022, da 3,3 per cento a 3,7 per cento, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6 per cento allo 0,3 per cento. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate, all’1,8 per cento e all’1,5 per cento.
Le nuove stime del deficit tendenziale confermano quelle della NADEF di settembre relativamente al 2022 e al 2023, in cui l’indebitamento netto è previsto pari, rispettivamente, al 5,1 per cento del PIL e al 3,4 per cento del PIL. Vengono invece riviste lievemente al rialzo le previsioni di deficit per il 2024, dal 3,5 al 3,6 per cento del PIL, e per il 2025, dal 3,2 al 3,3 per cento.
Il lavoro di predisposizione della legge di bilancio procederà a ritmi sostenuti nei prossimi giorni, con l’obiettivo di consegnare al più presto al Parlamento il disegno di legge di bilancio per il 2023.
Con ambizione e pragmatismo per superare le complicate difficoltà di questi anni e rispondere alle migliori speranze dei cittadini, senza tuttavia perdere di vista la sostenibilità della finanza pubblica, come conferma la discesa del rapporto debito Pil da circa 150 per cento del 2021 a poco più del 140 del 2025.
Contestualmente, il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, la Relazione al Parlamento, ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, da presentare alle Camere, ai fini dell’autorizzazione allo scostamento di bilancio. Con la relazione gli obiettivi programmatici sono fissati a 4,5 nel 2023, 3,7 nel 2013 e 3 nel 2025. Rispetto alla previsione tendenziale questo comporta un margine di risorse da utilizzare di 21 miliardi per il 2023 e di 2,4 miliardi per il 2024. La relazione dà conto dell’extra gettito di 9,1 miliardi per il 2022.
Attraverso le risorse aggiuntive che saranno rese disponibili con lo scostamento, il Governo intende adottare misure che consentiranno di assicurare gli urgenti e necessari interventi per contrastare gli aumenti energetici.
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MISURE PER L’INCREMENTO DELLA PRODUZIONE DI GAS NATURALE
Il Consiglio dei Ministri ha autorizzato la presentazione di un emendamento al decreto-legge “aiuti-ter” (decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144), che introduce norme volte al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, attraverso l’incremento dell’offerta di gas di produzione nazionale destinabile ai clienti finali industriali a prezzo accessibile.
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OBIETTIVI DI SPESA DEI MINISTERI PER IL PERIODO 2023-2025
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato la definizione degli obiettivi di spesa per il periodo 2023-2025 per ciascun Ministero, ai sensi dell’articolo 22-bis, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
Tali obiettivi sono volti a determinare, nel periodo di riferimento, un risparmio in termini di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni pari a 800 milioni di euro nel 2023, 1,2 miliardi nel 2024 e 1,5 miliardi nel 2025.
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RIORDINO DELLE ATTRIBUZIONI DEI MINISTERI
Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri (decreto-legge)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, del Ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso, del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Francesco Lollobrigida, del Ministro della transizione ecologica Gilberto Pichetto Fratin, del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Matteo Salvini e del Ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri.
Il testo stabilisce le nuove denominazioni e competenze dei Ministeri interessati dal riordino:
- il Ministero dello sviluppo economico diviene “Ministero delle imprese e del made in Italy” e acquisisce la competenza in materia di promozione e valorizzazione del made in Italy in Italia e nel mondo;
- il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali diviene “Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e forestale” e acquisisce la competenza in materia di tutela della sovranità alimentare;
- il Ministero della transizione ecologica è ridenominato “Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica” e diviene competente in materia di sicurezza energetica;
- il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili si denomina “Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”;
- il Ministero dell’istruzione si denomina “Ministero dell’istruzione e del merito” e si specificano le funzioni spettanti al Ministero in materia di valorizzazione del merito.
Il decreto, inoltre, interviene per facilitare l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, attraverso alcune modifiche alla disciplina relativa alla governance del PNRR.
Infine, sono istituiti il Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo, la Struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese, il Comitato interministeriale per le politiche del mare, con compiti di coordinamento e di definizione degli indirizzi strategici nel settore.