Da troppo tempo ormai è in atto una vera e propria ‘’occupazione’’ delle più importanti Festività nazionali da parte di associazioni che rivendicano un diritto esclusivo non solo sulle celebrazioni, ma anche su coloro ai quali è riconosciuta la possibilità di prendervi parte. Basti pensare alla requisizione che l’Anpi ha compiuto della Festa della Liberazione.
Il presidente Gianfranco Pagliarulo (peraltro nato nel 1949 quando la guerra era terminata da alcuni anni) in occasione della conferenza stampa per l’illustrazione delle iniziative della ricorrenza, ha ritenuto inopportuna la presenza di bandiere della Nato, in quanto organizzazione militare (nelle settimane scorse erano venute da parte di quell’associazione richieste di scioglimento dell’Alleanza atlantica).
Tuttavia, se qualcuno insistesse nell’esibire il vessillo con la stella polare gli attivisti faranno tutto il possibile per consentirlo. Maestri nella Resistenza, l’Anpi non è d’accordo di attribuire a quella Ucraina i carati di quella italiana. Spesso mi sono chiesto negli ultimi anni – quando era in servizio permanente effettivo per me era un onore andare a festeggiare la Liberazione dove mi mandava l’Anpi – che senso abbia, a tanti decenni di distanza, incattivirsi in un atteggiamento esclusivo e discriminante nei confronti di quanti sono ritenuti antifascisti “del giorno dopo” (visto peraltro che quelli “di un giorno prima” sono quasi tutti morti).
Il risultato è che l’Italia non ha una festività nazionale in cui si riconoscono tutti i cittadini, come, ad esempio, il 14 luglio Oltralpe. Il 25 Aprile è tuttora una ricorrenza divisiva, perché continua a respingere la memoria di quelli che combatterono dalla parte sbagliata. Basti osservare l’ostracismo subìto da un uomo di sinistra come Giampaolo Pansa, quando volle riequilibrare i sentimenti di pietas dovuti ad ogni essere umano caduto i battaglia o rimasto vittima degli orrori della guerra civile.
Non si tratta, allora, di ricordare l’inizio di una nuova Italia e di fermare la storia a quegli eventi (come talvolta fanno le associazioni partigiane) schierandosi da una delle parti che si combatterono, tra italiani, durante dal 1943 al 1945. L’Italia di oggi e quella di domani non deve rivedere un giudizio storico e neppure coltivare, in vitro, l’odio di quei tempi. E’ venuto il momento di nutrire a tanti decenni di distanza un sentimento di commiserazione per tutti coloro che persero la vita combattendo, sia dalla parte giusta sia da quella sbagliata. Anzi fare dell’antifascismo un sentimento costitutivo e comune nell’Italia repubblicana e democratica sarebbe la più bella vittoria per coloro che combatterono per la conquista di questi obiettivi.
In parallelo con l’occupazione settaria del 25 Aprile ci tocca di assistere a un uso discriminante del 1° Maggio, ad opera di Pierpaolo Bombardieri l’eccentrico ed esuberante segretario della Uil, il quale ha minacciato di proibire ‘’alla politica’’ di partecipare alle manifestazione della Festa dei Lavoratori se non si troverà una proroga per i 1890 contratti dei navigator che verranno a scadenza proprio il 1° maggio. Che quello dei navigator sia un problema è un dato di fatto; che questi giovani che hanno tenuto in piedi i CPI rischino di essere i soli a pagare per gli errori inseriti nel RdC è certamente vero; che in questi anni abbiano acquisito una certa esperienza è ammissibile.
Tuttavia, per le assunzioni nella PA esistono delle regole che non possono essere eluse né violate perché lo chiede Bombardieri. Nella PA si accede per concorso e le proroghe dei contratti a termine hanno dei limiti normativi. Sono previste, peraltro, 11mila assunzioni nei CPI. I navigator possono partecipare e magari anche avere riconosciuto un titolo per la loro esperienza. Ma che senso ha sparare a raffica sulla ‘’politica’’ come se dovesse scontare un peccato originale? Le decisioni politiche si prendono seguendo le procedure prevista dalla legge e ad opera degli organismi competenti. Che cosa dovrebbe fare, secondo Bombardieri, il singolo deputato per favorire la soluzione del problema ed essere ammesso al corteo?